Il treno ha fischiato, o era il bollitore? ( terza e ultima parte )

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- Avevi un fidanzato?!? -

Andrea, stringendo con una mano l'impugnatura della tazza di thè caldo, anzi bollente, strabuzzò gli occhi di sorpresa e alzò la voce in un urletto acuto.

Giulia fece una smorfia e alzò gli occhi al cielo.

- Non era il mio fidanzato.-

La mora la fissò canzonatoria, non ci credeva per niente, infatti sorrise maliziosa e a voce bassa, cospiratoria, e le ricordo ciò che la stessa amica le aveva rivelato poco prima:

- Ma dopo quella sera, che non mi hai detto come è finita, te ne sei andata da casa sua e sei tornata nel tuo appartamento e basta, mi hai solo accennato che sei passata per la stazione...scusami non mi hai confessato tu stessa che il giorno dopo in pratica sei tornata da lui per saltargli addosso? Letteralmente, giusto? Oppure ho capito male? -

Giulia arrossì violentemente diventando tutta rossa in volto nel ricordare quello che considerava uno dei suoi più grandi errori dei suoi anni da universitaria, e uno dei suoi più grandi rimpianti, e no non era un rossore di imbarazzo, ma di vergogna.

- Non è andata esattamente così...e poi io l'ho fatto in realtà per dimenticare ciò che avevo combinato la notte precedente, in pratica l'ho usato, sono stata una stronza egoista a far ciò, visto che poi lui mi ha chiesto di metterci assieme, e io ho detto di sì...-

Andrea si alzò per andarle vicino, aspetta aspetta cosa diamine avrà mai combinato la sua amica tale da compiere quel che pareva, almeno dal tono e dalle parole, un atto disperato?

Eddai, ci aveva sperato un po' che alla cara Giulia, in fondo in fondo gli uomini piacessero, e invece spuntava fuori un altro dramma, possibile che con lei fosse tutto così complicato?

Giulia, il volto paonazzo con gli occhi lucidi fissi ostinatamente sul thè, stringeva convulsamente la tazza bollente, e la riccia fissò preoccupata le sue dita, così avrebbe finito con l'ustionarsele.

Andrea le si avvicinò pacata, intimidita e sentendosi un po' in colpa per i suoi precedenti pensieri maliziosi e superficiali, la faccenda a quanto pare era più seria di così.

Le si sedette accanto, le prese le mani per staccarle le dita arrossate dalla tazza di porcellana bianca, e la guardò ora seria e senza traccia di ironia o divertimento.

- Che è successo quella sera?-

Giulia alzò sull'amica gli occhi lucidi, in una richiesta muta di no, per favore, non approfondire.

- Se te lo dico non mi guarderai più come prima, diventerò un estranea per te...-

Andrea alzò gli occhi al cielo, eccola la solita melodrammatica e catastrofica Giulia, e tentò di sdrammatizzare anche se dentro di sé cominciava a sentirsi a disagio, non era abituata a parlare "a cuore aperto" e di cose serie tali da scatenare crisi di pianto o comunque che portassero l'altro a sfogarsi così violentemente.

- Ma mica avrai ammazzato qualcuno? In quel caso peccato che ancora non ci eravamo conosciute avresti potuto chiamarmi per seppellire il cadavere.-

La rossa non rise, strizzò gli occhi e prese un respiro profondo, poi li chiuse, i suoi bei occhi verdi ora arrossati e lucidi, e sgancio' quella che lei considerava "una bomba":

- Lì del quartiere delle stazione c'e, o meglio c'era non lo so non ci sono più tornata, ma insomma c'era una zona dove si ritrovavano delle prostitute e io...ecco, ho pagato una ragazza.-

Andrea la guardò estrefatta, poi scoppiò a ridere, tutto lì? E quali film mentali si era fatta, droga, che fosse andata lei stessa a prostituirsi, perfino un omicidio seppur per sbaglio, magari nella foga aveva investito qualcuno, tutto tranne quello, e rise, più di sollievo e per lo scoprire che non si erano avverati gli scenari tragici che aveva visualizzato nella mente, dannazione a frequentare Giulia diventata catastrofica come lei...

Mattia Pascal si è stancato di aspettare Godot.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora