19: Gongjun-nim

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Seoul, 28 Ottobre 2021


Jimin si catapultò fuori dal Van, perse l'equilibrio e batté un ginocchio sul cemento, alle sue spalle Taehyung rise.

«Ah che male.» si alzò, afferrò la valigia e a passo svelto entrò nell'androne del palazzo, il suo amico rideva ancora. «La puoi smettere, per favore?»

«No! E' da quando siamo arrivati che sei in ansia perché devi parlare con Noona.» Taehyung richiamò l'ascensore. La gamba gli faceva male, bruciava, forse si era sbucciato.

«Sì che le devo parlare, voglio farmi perdonare, ok? Era parecchio arrabbiata l'ultima volta che l'ho vista.»

«Mi sarei arrabbiato anche io, ma non potevi scusarti al telefono? Vi siete sentiti tutti i giorni.» le porte dell'ascensore si aprirono, dentro c'era già la loro vicina di casa con tutta una serie di scatole e scatoloni.

Jimin si fiondò dentro e si ritirò in un angolo per lasciare spazio all'amico. Risalirono al piano in un silenzio teso e imbarazzato, scesero e rivolsero un piccolo inchino alla vicina.

«In bocca al lupo per il trasloco, signora Moon!» Taehyung le rivolse un sorriso quadrato, la donna allargò gli occhi, accennò un inchino e s'infilò nell'appartamento di fronte al loro.

«E' sempre stata strana.» borbottò Taehyung.

«Già, è strana. Amore sono a casa!» urlò Jimin, lanciò via le scarpe e mollò il trolley in salotto, di corsa si diresse in corridoio nonostante la gamba dolorante.

«Ciao ChimChim.» Aurora si affacciò dalla soglia della camera, gli sorrideva ma dal modo in cui teneva le spalle sembrava nervosa. Il suo sguardo ostile lo bloccò sulla porta, sembrava ancora arrabbiata come la mattina in cui l'aveva lasciata nel piatto doccia.

Il discorso che si era ripetuto per tutto il giorno precedente esplose come una bolla di sapone, non riusciva a pensare.

«E'... successo qualcosa?» fece un paio di passi verso di lei.

Aurora sospirò, scosse il capo, prese posto sul letto e fece un sorriso tirato; non aveva voglia di spiegargli di Yoongi.

«No. Ho visto le performance, sai? Sei stato bravissimo.»

Jimin si sedette accanto a lei. «Oh... grazie. Poteva andare un po' meglio, non sono soddisfatto...»

«Sei stato bravissimo, non c'era niente che non andasse in quell'esibizione.» sorrise e gli prese la mano, le era mancato. Lui la guardava di sottecchi, si avvicinò e le sue labbra morbide le si posarono sulla guancia, la tensione sulle spalle si allentò leggermente.

Jimin le strinse la mano, non sembrava che Aurora fosse arrabbiata con lui ma aveva cambiato discorso. L'avrebbe lasciata in pace, se avesse voluto gli avrebbe spiegato che era successo per farla incazzare così.

«Senti... volevo dirti una cosa.»

«Dimmi ChimChim.»

Jimin prese un profondo respiro. «Mi dispiace, sono stato un coglione a lasciarti nella doccia, mi dispiace averti fatto arrabbiare perché mi ero dimenticato di parlare con l'agenzia. Quando siamo vicini alle performance ho talmente tante cose da fare che alcune le dimentico, per questo abbiamo la lavagna sul frigo del kimchi: ci scrivo le cose così tutti se le ricordano. Mi ero totalmente scordato della troupe e della bomb, perdonami.» s'inginocchiò ai suoi piedi e premette la fronte contro il pavimento. «Non succederà più, giuro.»

Be my First and my Last | P.Jm - J.Hs - J.Jk [IN REVISIONE]Where stories live. Discover now