Gli occhi chiari mal sopportano il sole, è risaputo. Ma la mia naturale mancanza di melanina nelle iridi a quanto pare va contro ogni certezza scientifica che afferma ciò. Forse sarò strana, ma la mia fame di luce e calore supera ogni limite oggi.
«Iris, finirai col friggerti così! Dovresti metterti gli occhiali da sole almeno!» Raccomanda la mia compagna di viaggio spalmandosi la crema solare sul viso.
Io sorrido e rimango ad occhi chiusi con il viso tra le mani, appoggiata sul corrimano della terrazza dell'appartamento che ci ospiterà nei prossimi giorni ad assorbire ogni minimo raggio di sole, a respirare l'aria satura di iodio, ad ascoltare il suono delle onde, il canto dei gabbiani, il vociare sommesso delle persone che passano per le vie: «Forse mi sto trasformando in una lucertola, chi lo sa!»
«Incredibile! Tu che fai battute! Questa sì che è una cosa nuova!»
Riapro gli occhi per guardare Annie e mi ostino a non mettere nemmeno una mano davanti al viso per ripararmi dagli intensi raggi UVA: «Perché? Prima non ero così?»
Lei capisce subito cosa intendo con "prima", non ho bisogno di specificare che mi riferisco al periodo antecedente alla perdita di memoria.
«Beh... non fraintendermi, sei sempre stata brillante, ma diciamo che la tua parte comica non è mai stata tra i tuoi cavalli di battaglia. Non voglio dire che non ridevi o non apprezzavi l'umorismo, ma non eri mai tu a farne per prima.»
Aggrotto le sopracciglia, in uno sforzo del tutto vano di ricordare quel "prima": «Non scherzavo mai? Sul serio?»
Annie serra le labbra e mi conferma ciò che ho detto scuotendo il capo.
«Devo essere stata proprio una persona noiosa!» Esclamo fissando il vuoto per qualche secondo.
Annie assume un'espressione quasi colpevole e dispiaciuta: «No! Non è vero! Eri solo molto riflessiva! Beh... sei», specifica alla fine.
Le sorrido e la rassicuro: «Puoi usare il verbo al passato, non mi dà fastidio. Dopotutto credo di non poter tornare ad essere quella che ero.»
Da dopo l'incidente mi sono rimaste davvero pochissime certezze riguardo me stessa. So che nutro un amore per il mare e la pioggia quasi spasmodico; so che la mia cantante preferita è Léon; so per certo che il mio gelato prediletto è al gusto vaniglia, solo vaniglia; so anche che odio stare in posti affollati, perché è proprio in quei posti che mi sento più sola; infine so che per qualche strana ragione amo alla follia correre a perdifiato, fino a quando non mi bruciano i muscoli e i polmoni reclamano ossigeno.
«Magari non subito... ma non escluderlo a priori.»
Mi soffermo a studiare la mia amica: «Leggo amarezza nella tua voce. Ti deve mancare parecchio la vecchia me, non è vero?»
Annie sgrana i suoi occhioni dolci che sembrano diventare più lucidi. Credo di aver preso in pieno il punto della questione.
«Scommetto che ti sembro un'estranea a volte, non è così? Ti chiederai chi sia questa specie di aliena che ha preso il corpo della tua migliore amica ma che ha cancellato il suo passato.»
Il mio tono vuole essere il più ironico e sdrammatizzante possibile, ma a quanto pare non sortisco gli effetti sperati. Annie all'improvviso si commuove e il tentativo di nascondere le lacrime è assolutamente inutile.
«Non dire così! Non sei un'aliena! Sei sempre tu, hai solo perso la memoria e io sono felicissima di riaverti con me! Non m'importa di tutto il resto!» Esclama con voce tremolante.
Mantengo il sorriso e l'ascolto con tenerezza, ma anche i miei occhi si allagano e mentre la fisso attraverso quel velo d'acqua, mi scuso per non essere più ciò che ero: «Mi dispiace tanto, Annie. Ci sto provando. Davvero. Vorrei restituirti la tua Iris più di chiunque altro.»

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Raccolta di Storie Brevi
Short Story04/03/2022 🥇 #imagine 10/04/2022 🥇 #2pm 21/06/2022 🥇 #astro 21/06/2022 🥇 #sf9 07/11/2022 🥇 #newadult Qui troverete una serie di storie brevi, one shots, imagines di mia creazione, ispirate a personaggi famosi che amo. Iniziate a leggere per sco...