Quando ieri sera mi sono coricata nel mio letto, ho sperato, pregato con tutte le mie forze che la giornata appena vissuta fosse solo uno dei miei incubi ricorrenti e che risvegliandomi il mattino dopo avrei scoperto che tutto era tornato alla pseudo-normalità. In fondo, quante volte lo avevo fatto in questi ultimi tre anni? Ho desiderato così tante volte di riaprire gli occhi il giorno dopo e vedere ancora mia sorella in giro per casa, a cercare qualcosa che puntualmente ero io a ritrovare perché lei era tremendamente disordinata!
Non sarebbe stato diverso. Anche stavolta avrei cercato allo stesso modo di illudermi per qualche ora e avrei invocato Dio per chiedergli di restituirmi ciò che avevo perduto.Ma le mie richieste non sono state udite, nemmeno stanotte.
I miei mi hanno svegliata alle sei in punto stamane. Mi hanno costretta ad alzarmi e a nulla sono valse le mie occhiatacce o le mie suppliche che chiedevano di lasciarmi in pace. Mi hanno costretta a farmi un doccia, preparato i vestiti da mettere, il borsone con l'occorrente per andare a nuoto e mi hanno obbligata a mangiare, attività che, ammetto, ultimamente stavo trascurando parecchio.
A nulla sono valse le mie lamentele, quindi ho provato a convincerli facendoli ragionare e cercando una via di fuga almeno momentanea: «Non possiamo... rimandare? Siamo a dicembre, maledizione! Fa un freddo allucinante e voi mi costringete ad andare a nuotare con questo clima?! Aspettiamo qualche mese! Vi prometto che nel frattempo mi prenderò più cura di me stessa!»
Mia madre però è stata irremovibile e categorica: «Non se ne parla, Niki. Ormai non ti crediamo più, è tardi. Forse ora non riesci a vederlo, ma noi vogliamo salvarti da te stessa. E ci riusciremo. Insieme.»
Come se non bastasse, anche mio padre si è aggiunto per ribadire il concetto: «Vedrai, si sistemerà tutto. Fidati di noi e dei dottori, sarai in buone mani e un giorno ci ringrazierai. Sei arrabbiata e lo capiamo, ma tu hai bisogno di aiuto e non puoi continuare a ferirti in questo modo! Bambina mia, ti amiamo tantissimo e faremo l'impossibile per ridarti salute!»
A quel punto mi sono arresa e piangendo di nuovo dalla rabbia, ho lanciato via la tazza della colazione, frantumandola in mille pezzi e sentendomi ancora più in colpa per aver spaventato i miei per quel gesto avventato. Loro si sono ammutoliti e hanno proseguito con ciò che dovevano fare.
Ed eccomi qui, trascinata in macchina, abbandonata sui sedili posteriori, la schiena dolorante, lo sguardo allagato di lacrime rivolto verso il palazzo dello sport, che in questo momento somiglia tanto ad una prigione invece che a un luogo accogliente.
Come se non bastasse, ad attendermi là dentro c'è nientemeno che Bang Sunghoon.
Quando ieri sera sono andata a letto, ho indagato su di lui e ho scoperto che si tratta di un ex nuotatore e tuffatore professionista. Trentasei anni, ha iniziato quando ancora era un ragazzino e ha vinto un numero indecifrabile di medaglie per una quantità enorme di gare di nuoto nazionali e internazionali. Eccetto le Olimpiadi. A ventotto anni, arriva a partecipare ai giochi olimpici, ma proprio nella finale della gara di tuffi da dieci metri, una brutta caduta gli causa un infortunio alla schiena che lo costringe a ritirarsi per sempre da ogni competizione. In un attimo, il suo sogno svanisce, la sua carriera si arresta e deve dire addio alla sua ragione di vita.È innegabile e mentirei se dicessi di non aver trovato una similitudine tra noi due, forse è proprio questa una delle ragioni principali che ha spinto i miei genitori a chiedergli di aiutarmi, ma ciò che ha reso la loro scelta degna di essere annoverata tra le follie più inaudite è il costo esorbitante che le sue lezioni hanno e ad aggravare il tutto sembra mettercisi anche il suo carattere estremamente discutibile. Pare che da dopo l'incidente, Sunghoon abbia sviluppato un modo di fare burbero, scorbutico, a dir poco intrattabile e anche qui, sarei ipocrita se dicessi che io e lui non ci somigliamo.
Quella che poi è stata la vera e propria ciliegina sulla torta, se così possiamo dire, è stato scoprire che le mie non sarebbero state semplici lezioni di nuoto, bensì private.
Quando i miei mi hanno detto che sarebbe stato lui il mio fisioterapista, non avevo capito appieno cosa intendessero, solo quando sono arrivata alla reception e la segretaria ha controllato sul terminale il mio nominativo per vedere quale fosse la lezione prenotata, ho realizzato.

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Raccolta di Storie Brevi
Short Story04/03/2022 🥇 #imagine 10/04/2022 🥇 #2pm 21/06/2022 🥇 #astro 21/06/2022 🥇 #sf9 07/11/2022 🥇 #newadult Qui troverete una serie di storie brevi, one shots, imagines di mia creazione, ispirate a personaggi famosi che amo. Iniziate a leggere per sco...