Capitolo 3

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                        #Josephine#

-Signorina Miller- una voce familiare mi chiamò da dietro, ci girammo e vidi il mio capo, il signor Green che si diriggeva verso di noi.

-Si, mi dica signor Green- dissi camminando verso di lui.
Louis intanto senza dire una parola continuava a seguirmi.

-Prima mi sono dimenticato di farle vedere il suo ufficio, a proposito com'è andato il giro del piano?
Hai conosciuto qualcuno?
E poi io avevo chiamato Harry non Louis cos'è successo?- domandò finalmente calcolando anche Louis.

-È andato bene.
Ho conosciuto Louis e Eleanor.
Ed Harry è stato chiamato da, mmh- ci pensai un po su, cercando di ricordare il nome del ragazzo.
-Ah si, Jake e quindi il giro lo ha continuato Louis- spiegai tutto d'un fiato, gesticolando.
Poi abbasai lo sguardo.

-Ah ok, comunque, questo e il tuo ufficio lo condividerai con Niall Horan- a le ultime due parole alzai lo sguardo, e non potei nascondere lo stupore che attraverso le mie iridi verdi.
Pensavo che avessi avuto un ufficio solo per me, non che lo dovessi condividere con un certo Niall Horan.

-Oh Okay- dissi sorridendo falsamente.

-Ora ti lascio, ciao- disse il Signor. Green, andando via con tutta la calma del mondo.

Appena il Signor. Green se ne andò completamente mi girai verso di Louis che mi fissava in attesa che dicessi qualcosa.
Ci conoscevamo da pochi minuti ma aveva già capito com'ero fatta.

-Ma chi è Niall Horan?
Pensavo che avessi avuto un ufficio solo per me- sbottai non riuscendo a trattenermi, ed entrai nell'ufficio, invece Louis ridacchiò e mi seguí.

-Niall è un avvocato che lavora qua da tanti anni, è molto simpatico, lo conoscono tutti qui.
Non è ancora arrivato ma credo che arriverà tra poco- Louis si sedette in una delle due sedie della mia scrivania e mi guardava dal basso.

A quel punto osservai cosa avevo attorno.
Il muro era bianco.
Lo spazio era abbastanza ampio.
C'erano due scrivanie di legno bianco, l'una difronte all'altra.
Una scrivania ancora spoglia; c'era solo un computer, un telefono, dei fogli, e delle penne.
Con qualche modifica avrei potuto renderlo più accogliente
L'altra invece era piena di cose.
C'erano dei documenti, un orologio, un telefono, un porta penne, un timbro per firmare, una lampada, altri articoli di cancelleria sparsi dentro i cassetti, un computer e dietro una sedia girevole nera.
Oltre alle scrivanie c'era una grande finestra che faceva entrare i raggi del sole, ed era corniciata da delle tende azzurre.
Appeso al muro c'era un piccolo poster dei Beatles e pensai che questo Niall doveva essere rimasto negli anni 60.
Accanto al muro c'erano dei cassetti di metallo bianco e nero.
Era...carino.

-Va bene, Jo io ora vado, a dopo- Louis si alzò dalla sedia e si incamminò verso la porta.

-ok, a dopo- gli sorrisi e lui ricambio, poi se ne andò.

#30 minuti dopo#

Mi stavo ambientando nel mio nuovo ufficio.

Lo avevo già arredato, alla parete avevo appeso una foto di Ed Sheeran, sulla scrivania invece c'era un porta penne azzurro come la finestra, una lampada gialla, dei blocchetti colorati, la mia borraccia, la mia agenda e una foto che ritraeva io che abbracciavo da dietro mia sorella.

È morta 2 anni fa, aveva solo 22 anni.  È morta per colpa di un rincoglionito che guidava con il telefono in mano, ha avuto un incidente ed un'emorragia interna e poi un polmone è collassato.
È entrata in coma e non si è più svegliata.

Per fortuna c'è sempre stato mio fratello maggiore, Jason a sostenermi, a darmi supporto.

Ma ora non pensiamo alle cose tristi della vita, come diceva Charles Bukowski "tante volte uno deve lottare così duramente per la vita che non ha tempo di viverla" e lei non ne ha avuto abbastanza.

Ad interrompere i miei pensieri, fu il rumore della maniglia.
La vidi abbassarsi lentamente e poi un ragazzo sulla ventina entrare.

Aveva uno smoking nero, i capelli biondo tinto tirati all'indietro e sistemati in modo ordinato.
Aveva gli occhi azzurro mare, le labbra sottili.
La mascella regolare coperta da un' accenno di barbetta chiara, e il naso dritto.
Il corpo maschile e in mano aveva una valigetta.

-Chi sei tu?- chiese chiudendo la porta dietro di se.

Amore & odio Where stories live. Discover now