CAPITOLO 6

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A volte jungkook odiava la sala operativa. Quella mattina si sentiva soffocare. L'aria condizionata e il riscaldamento sembravano essere stati progettati per tenere l'ambiente ai livelli di sauna per nove mesi l'anno, le suonerie dei telefoni erano troppo acute, l'odore di pizza stantia costante, la sua sedia scricchiolava... Sospirò. La litania delle lamentele era una misera scusa per rimandare il rapporto che doveva scrivere
Doveva pur esserci qualcosa da dire riguardo a un assassino così stupido da rimanere nell'abitazione della vittima a bere birra fino all'arrivo della polizia. Quel tizio aveva pensato che sorprendere un amico a rubare la sua migliore stecca da biliardo fosse un pretesto giustificabile per un omicidio. Un livello di alcol nel sangue così elevato da superare il suo quoziente intellettivo faceva con ogni probabilità parte della spiegazione.
Caso risolto, ma jungkook stava iniziando davvero a stancarsi della violenza stupida
Yoongi comparve accanto a lui prima che potesse iniziare a occuparsi dei moduli «Ehi, partner» esordì l'eccitazione evidente nella voce
«Potremmo avere la vittima numero tre del nostro amico amante dei pugnali.» Lasciò con gioia il computer e seguì yoongi alla macchina «Un'altra giovane biondina, strangolata e pugnalata a morte» lo aggiornò il collega mentre uscivano dal parcheggio con le luci accese jungkook si aggrappò al cruscotto, conoscendo bene lo stile di guida del suo partner «L'hanno trovata stamattina, venti minuti fa» riprese quest'ultimo «La scena è recente perché è stata vista viva ieri sera, Forse avremo fortuna Dio sa bene che abbiamo bisogno di un aiutino» L'appartamento della nuova vittima si trovava in un grande palazzo fatiscente. Alcuni vicini uscirono sugli scalini, strabuzzando gli occhi alle
auto di pattuglia che si fermavano davanti al marciapiede jungkook ignorò le loro richieste mentre saliva. Seguì yoongi fino al secondo piano, in un'unità piccola e squallida L'agente davanti alla porta li lasciò passare Un'altra andò loro incontro
«Il nome della vittima è Alexandra Thompson,» li informò. «Potete vedere la patente tra gli oggetti che sono usciti dalla borsa.» Indicò il bancone dove una borsetta era appoggiata di lato, i contenuti sparsi qua e là.
«Non ho toccato niente, Ho solo controllato il battito alla carotide, lato sinistro. La faccia corrisponde alla fotografia.» «Chi ha fatto la telefonata?» chiese yoongi
«Una vicina Dovevano andare dal parrucchiere Ha bussato, ma nessuno ha risposto La porta non era chiusa, perciò è entrata e ha trovato la vittima a letto Ha chiamato il 911 ed è tornata nel suo appartamento. C'è un altro agente con lei, nel caso vogliate interrogarla. Ho delimitato la scena» «Ottimo lavoro» yoo si voltò e si diresse verso la camera da letto.
Jungkook gli andò dietro Qualcosa lo assillava, ce l'aveva sulla punta della lingua. Qualcosa che non quadrava sulla scena,Osservò la vittima da sopra la spalla del collega Era di sicuro bionda, nuda, in posa e pugnalata. Lasciò scivolare lo sguardo per la stanza. Qui no, c'è qualcosa di sbagliato là fuori.
Lasciò Oliver nella camera e tornò in salotto. Altre due porte. Si infilò i guanti per non rovinare eventuali impronte sulla maniglia e aprì la prima porta. Bagno Non era quello Provò con l'altra,Era sicuramente la camera di un bambino,Il letto vuoto era pieno di peluche e c'era un poster del baseball appeso alla parete. Niente nemmeno lì, ma ancora qualcosa non lo convinceva,Tornò in salotto.
«Dov'è il bambino?» chiese all'agente. «Da un vicino?» «Non saprei, Non c'era quando siamo arrivati» «Non mi piace questa storia» jungkook si guardò intorno lentamente Su una mensola, alcune fotografie in cornici economiche attirarono la sua attenzione. Un secondo dopo, si precipitò di nuovo nella cameretta
«Ben!» urlò. «Ben, mi senti?» Sotto il letto non c'era niente. Una pila di biancheria sporca nell'armadio, ma nessuna traccia del bambino. «Ben!»
Yoongi arrivò di corsa e lo guardò dalla porta. «Che cazzo succede?» «Ha un figlio,» s'affrettò a rispondere jungkook «Di sei anni,Il suo nome è Ben Serrano C'è la sua foto in soggiorno,mA volte lo fa stare da una vicina, ma non so chi sia.» «La conosci?» domandò yoongi «Oh Dio, jungkook Non dirmi che è la tua ragazza!» «Non è la mia ragazza,» scattò lui con impazienza. «Non l'ho mai vista prima, ma suo figlio gioca con la mia Yuna Conosco Ben» La poliziotta uscì dall'appartamento, ma tornò solo pochi minuti più tardi. «Ho parlato con la vicina,» li informò. «Ha detto che il bambino sta dalla Gonzales al 310 quasi tutte le mattine, in estate, quando la Thompson lavora, ma ho controllato e ora non è lì, Non sa dove possa essere» «Maledizione,» imprecò jungkook, iniziando a setacciare l'appartamento.
Ci sono dei posti in cui un bambino potrebbe nascondersi, qui? Dio, ti scongiuro Fa che non sia stato rapito, o ucciso
«Ben,» disse a voce alta e chiara. «Sono jungkook Sei al sicuro adesso, ma ho bisogno che tu esca fuori. Ben, ti prego, vieni fuori Fallo per me» Per un minuto, non ci fu risposta, ma quando si voltò per continuare la ricerca altrove nel palazzo, udì un rumore provenire dalla camera del bambino Sei falcate dopo, era di fronte alla porta aperta dell'armadio. Il viso pallido di Ben lo stava guardando da sotto la montagna di panni sporchi.
«Dio, ti ringrazio,» mormorò jungkook allargando le braccia mentre si inginocchiata, Ben volò tra esse e gli si aggrappò con forza al collo Riuscì a sentire che quel piccolo corpo stava tremando. Si alzò, sollevando il bambino, e le sue gambette gli circondarono la vita come rampicanti. «Sei al sicuro Sei con me, ora Ci sono io» gli mormorò all'orecchio. Piano piano, la stretta di quelle gambe si allentò, fino a permettergli di sistemarsele più comodamente attorno ai fianchi,Il bambino nascose il viso contro la sua spalla.
«Ascoltami, Ben,» disse jungkook «Sei ferito?» Il piccolo scosse la testa contro la sua camicia, rimanendo in silenzio.
«Sicuro?»
Seguì un cenno affermativo ugualmente silenzioso.
«Bene,» commentò lui «Ti porto via da qui,Rimani aggrappato a me» «Voglio Ted,» piagnucolò Ben
«Chi?» «Ted.» Il bambino si aggrappò con una mano al suo colletto per allungare l'altra verso il letto Mac guardò in quella direzione e notò sul cuscino un orsetto di peluche alquanto malconcio,Non avrebbe voluto contaminare una scena del crimine, tuttavia... Si piegò da un lato, avvicinandosi abbastanza da permettere alla manina di afferrare l'orso e sollevarlo. Tornò in salotto con tanto di bambino e peluche.
La testa di Ben si staccò dalla sua spalla quando varcarono la porta per guardare in direzione della camera di sua madre, jungkook fu tremendamente lieto che il corpo non fosse visibile da quell'angolazione. «Mamma?» La sua voce era solo un soffio.
«La tua mamma non può stare con te, adesso,» rispose jungkook Come si fa a dire a un bimbo di sei anni che sua madre è morta?
«Voglio jimin » mormorò Ben
«Certo,Appena riesce a venire qui.» Guardò yoongi «Porto il bambino giù in macchina e chiamo il suo tutore. Rimango con lui finché non arriva e vedo se riesco a fargli qualche domanda.» «Va bene,» convenne il collega. «Appena sei libero, occupati della vicina.» «Okay.» Spostò il peso di Ben su un braccio e tirò fuori il cellulare mentre scendevano le scale. Venne indirizzato alla segreteria di jimin
Rispondi, maledizione
Si ricordò che quel giorno il suo ragazzo era impegnato con la costruzione di un rifugio,Forse aveva le mani occupate.
Richiamò di nuovo, poi una terza volta e una quarta.
Alla fine, Jimin rispose «Scusami, ho le mani sporche di vernice,» esordì. «Cosa c'è? Stai bene?» «Io sì,» rispose jungkook «Ho bisogno che vieni subito a casa di Sandy.» «Ben sta...?» iniziò jimin già in allarme
«Anche lui sta bene,» lo tranquillizzò jungkook «Ma Sandy no, Ben ha bisogno di te» «Dammi solo il tempo di pulirmi e parto subito,Dovrei essere lì in venti minuti Aspetta un attimo, se lì... in veste ufficiale?» «Sì.» «Oh Oh, merda Okay, vengo subito Puoi occuparti di Ben fino al mio arrivo?» «Certo,» lo rassicurò. «Siamo in un'auto civetta sulla strada, una Taurus grigia.» Rimise in tasca il telefono e strizzò gli occhi a tutta quella luce quando uscirono in strada.
L'interno della macchina era un forno jungkook si sedette di traverso sul sedile del conducente per avviare il motore e accendere l'aria condizionata.
Teneva Ben in modo un po' goffo in grembo: il bambino non era proprio intenzionato ad allentare la stretta. Il sudore prese a scorrergli lungo la pelle dove quel corpicino caldo era premuto contro di lui, ma lo tenne stretto e aspettò.
Dopo alcuni minuti, l'aria dai bocchettoni divenne fresca, Sollevò il bambino, spostando entrambi sul sedile posteriore e chiuse le portiere Per alcuni momenti rimase semplicemente così, accarezzandogli con dolcezza la schiena. Poi si girò appena e fece scivolare Ben in modo da poterlo guardare in faccia.
«Ieri sera c'era qualcuno con tua madre, Ben?» chiese piano.
Il bambino annuì.
«Uomo o donna?» «Uomo,» mormorò Ben.
«Lo hai visto?» «No Sono rimasto nella mia stanza,Sempre nella mia stanza» La sua voce iniziò a salire di tono.
«Tranquillo,» lo rassicurò jungkook «Va tutto bene,È una buona cosa che tu sia rimasto al sicuro nella tua stanza Hai sentito la voce di quell'uomo?» «Un pochino. Ma non me la ricordo» Scosse la testa  «Proprio no» «Tua mamma lo ha chiamato per nome?»

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