Capitolo 2

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Quella mattina il suono della sveglia ebbe il potere di traumatizzarmi più di quanto non facesse ogni giorni da anni.

Dopo aver messo a tacere quel suono fastidioso mi tirai a sedere con ancora gli occhi chiusi, immaginando che se avessi avuto solo il coraggio di aprirli li avrei sentiti doloranti e sicuramente avrebbero avuto una strana colorazione rossa.

Nonostante tutto però dovetti aprirli, venendo accecato dalla luce che illuminava apertamente tutta la stanza visto che non avevo avuto l'accortezza di abbassare le tapparelle durante la notte, maledicendo ulteriormente il colore chiaro dei miei occhi che li rendeva ulteriormente sensibili alla luce.

Rassegnato all'idea di dovermi alzare e, con un mal di testa lancinante, allora mi tirai in piedi sentendo una piacevole fitta di dolore quando mossi i primi passi della giornata, ricordandomi ciò che era successo con quel ragazzo in quel bagno.

Christian. Era davvero un bel ragazzo e probabilmente, se ne avessi avuto l'occasione, mi sarei anche fatto scopare dinuovo ma ero davvero consapevole non era la cosa più giusta da fare: scopare più di una volta con la stessa persona fa sì che si crei una sottospecie di legame e, proprio quello, era l'ultima e l'unica cosa che non volevo avere.

Perso tra i miei pensieri, mi ritrovai sotto il getto d'acqua calda della doccia, trovandomi costretto a fare presto nonostante amassi passare del tempo sotto l'acqua.

Quando fui pronto per andare a scuola, presi lo zaino che misi in spalla e prima di uscire definitivamente da casa presi anche un cornetto, di quelli che compri nei classici discount sotto casa, ed uscii, incamminandomi verso la fermata dell'autobus poco lontana mentre mangiavo.

Quando mi ritrovai seduto ad uno dei pochi posti liberi che avevo trovato sul mezzo, presi le cuffie per poterle collegare al cellulare e successivamente portai gli auricolari alle orecchie, selezionando una delle tante Playlist realizzate su Spotify, perdendomi successivamente tra i vari post di Instagram finché non mi arrivò un messaggio su WhatsApp

Christian:
Sapevo che non ti saresti fatto vivo sai?
[07:43]

Come stai? Ieri sera eri distrutto
[07:45]

Mi chiesi come facesse ad avere il mio numero, visto che la sera prima si era semplicemente limitato a lasciarmi il suo che probabilmente avrei cancellato di lì a poco

Mattia:
Perché hai il mio numero?
[07:46]

Christian:
Perché sapevo che non mi avresti scritto, così me lo sono appuntato mentalmente... Volevo sapere come stessi, tutto qui
[07:46]

Sospirai, cercando un modo per chiudere quella stupida discussione inutile

Mattia:
Sto bene, mai stato meglio. Adesso che lo sai, cancella il mio numero perché io farò lo stesso con il tuo.
[07:48]

Non feci in tempo a leggere la risposta che il ragazzo mi aveva inviato che mi dovetti catapultare giù dal mezzo per non saltare la fermata davanti scuola, che avevo raggiunto molto più velocemente del solito.

Con il capo chino mi diressi verso l'entrata dell'enorme struttura e raggiunsi la mia aula in anticipo di cinque minuti, godendomi quella pace prima che cominciasse quella lunghissima giornata composta da due ore di matematica, due di letteratura, una di inglese e una di filosofia.

Seduto all'ultimo banco, all'angolo più remoto della classe, quando cominciarono le lezioni cercai di rimanere il più invisibile possibile, almeno finché la professoressa di matematica non decise che fosse il caso di chiamarmi alla lavagna per poter risolvere uno studio di funzione.

AMNESIA [Zenzonelli-Amici21] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora