Capitolo 18

2.8K 186 180
                                    

I giorni passarono estremamente veloci e così quando una settimana dopo tornammo da quel viaggio in Francia programmato nei minimi dettagli, la prima cosa che mi trovai costretto a fare nei giorni seguenti fu rimettermi in pari con lo studio per via del traumatico ritorno a scuola, mentre Christian dovette rifare le valigie per poter partire per New York con la madre, lasciandomi a sperare che quelle settimane passassero veloci distraendomi anche con il lavoro al Bar della sua famiglia.

La prima settimana tutto sommato passó abbastanza veloce come avevo sperato, anche perché davvero tra tutto ciò che avevo avuto da studiare l'unico momento in cui mi ritrovavo con la mente sgombera era la sera, sdraiato sul letto, a pensare a quella testa riccia intenta a muoversi sulla musica, e proprio in quei momenti mi prendevo dei minuti per scrivergli qualche messaggio che lui avrebbe letto diverse ore più tardi, quando forse si sarebbe trovato lui sdraiato sul suo letto d'hotel, incredibilmente stanco ma soddisfatto del suo lavoro.

Tutto filó liscio come l'olio anche fino alla metà della seconda settimana, durante la quale nonostante fossimo entrambi impegnati continuavamo a scambiarci dei messaggi o qualche vocale, godendomi tramite le storie Instagram il frutto del suo lavoro in quelle esibizioni che i ragazzi sfoggiavano alle gare, sentendomi incredibilmente orgoglioso, neanche se li avessi pensati io quei passi.

La situazione divenne abbastanza strana dal venerdì della seconda settimana; Christian aveva all'improvviso smesso di scrivermi e di rispondermi, si era praticamente volatilizzato nel nulla più totale nonostante mettesse stories su Instagram nelle quali si mostrava felice e quasi spensierato insieme ad altre ragazze e ragazzi a me sconosciuti ma evidentemente a lui non tanto, con i quali passava le serate post-lavoro in alcuni locali di tutto rispetto per la movida americana.

I primi giorni non ci feci molto caso, pensai che magari volesse un po' di spazio dal sottoscritto e che non avesse voglia di mandarmi qualche messaggio a notte fonda stanco per com'era, anche se in realtà i nostri messaggi erano composti da 'Come va?', 'Buonanotte/Buongiorno', 'Fiero di te', 'Sei fortissimo'. Avevo specialmente evitato di scrivergli che mi mancasse o che mi sarebbe piaciuto sentirci un po' di più, in primis perché non avrei per niente voluto stressarlo viste le giornate intense che viveva dalla prima mattina fino alla sera, e successivamente perché non era da me scrivere qualcosa di simile, ero più una persona che certe cose ama dirle per voce, guardandoti in viso.

Nei giorni seguenti il suo non farsi vivo si era letteralmente conclamato, tanto da farmi vivere in una sensazione di angoscia continua e perenne che si manifestava nel controllare ogni due per tre il mio cellulare nella speranza che ogni notifica potesse essere sua senza che però lo fosse mai.

E quello stato d'ansia aveva preso a caratterizzare le mie giornate, impedendomi di concentrarmi al meglio in ogni cosa dovessi fare che si trattasse di interrogazioni o compiti in classe, o servire ai tavoli del bar, e proprio lì mi trovai quando ricevetti una notizia che mi prese in contropiede

Infatti, seduto ad uno dei tavoli per fare quella pausa di fine turno tanto agognata quella giornata, Alexia alla cassa aveva deciso che evidentemente quel giorno avremmo parlato, così non perse tempo a raggiungermi a quel tavolino

«Come stai biondino?» Accennai un sorriso mentre mi rigiravo il cellulare tra le mani

«Bene, sono un po' stanco» Spiegai vedendola poi annuire

«Si vede, hai delle occhiaie di tutto rispetto, non dormi?»

«Poco, non riesco a prendere sonno la notte»

A quella spiegazione avrei aggiunto volentieri un "Per colpa del tuo cazzo di fratello che mi porta a torturarmi il cervello fino ad addormentarmi esausto", ma visto che la ragazza sembrava non sapere di quello strano comportamento del fratello allora evitai

AMNESIA [Zenzonelli-Amici21] Where stories live. Discover now