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"Senti non ti esaltare troppo ok? Lo dico per il tuo bene Frank."
"Ray dov'è il tuo entusiasmo?" gli urlai mentre entravamo in classe. "È come se mi avesse letto nel pensiero ti renti conto? Ha fatto esattamente quello che avevo intenzione di fare io! E poi mi ha sorriso, ha sorriso proprio a me!"
"Ma tu sei sicuro sicuro che sorrideva a te? Perché guarda che è pieno di gente sai? E poi era solo un accendino... secondo me ti stai esaltando troppo."
Forse Ray aveva ragione e io stavo ingigantendo quello che poteva essere niente, ma non volevo crederlo. Gerard era diventato così un chiodo fisso che non volevo più tenere in considerazione la possibilità che fosse tutto uno scherzo, che fosse tutta finzione.
Le prime ore di lezione passarono come al solito e la mia attenzione era sicuramente altrove mentre con lo sguardo fissavo non so cosa fuori dalla finestra. Suonata la campanella della ricreazione uscii fuori come sempre a fumare, ma nel corridoio che mi conduceva al cortile intravidi Gerard, con i suoi sgargianti capelli rossi e la sigaretta già tra i denti, che camminava spedito (e storto) insieme ai suoi compagni, anche loro diretti al cortile. Mi fermai a pensare un attimo e mi venne in mente un'idea abbastanza scema che in quel momento però non mi sembrava così scema. Uscii. Gerard e i suoi amici erano spariti, forse nell'altro cortile, quello in comune con la scuola accanto, ma in quel momento non era importante perché non cercavo lui, cercavo Ray, e pregavo con tutto il cuore che avrebbe appoggiato la mia idea scema.
"Mi accompagni alla stazione dei treni dopo scuola?"
"E dove dovresti andare?" mi chiese guardandomi come se avesse intuito qualcosa.
"Non devo andare da nessuna parte in realtà, ma qui bisogna smuovere qualcosa, ho bisogno di sapere! Non posso certo fare la stessa strada che fa lui da solo, o si capirebbe che lo sto seguendo. Se mi accompagni siamo solo due amici che vanno in stazione."
"Ovvio che c'entrava Gerard..." disse mettendosi una mano davanti alla faccia e scuotendo la testa. "Bro stai diventando stupido appresso a questa storia!" e rise di gusto mentre parlava.
"Vabbè ok andiamo."
Io già stavo per abbracciarlo ma disse ancora "Sarà bono quanto ti pare, ma secondo me stai un po' esagerando."
"L'importante è che mi accompagni, del resto mi importa poco." dissi con lo sguardo assorto già a pianificare cosa avrei fatto.

Ray continuava a scuotere la testa rassegnato ma sapevo che in fondo tutto questo lo divertiva. Io insistevo a uscire da scuola non per ultimi come al solito perché non volevo perdermi Gerard ma Ray sembrava più lento del solito.
"Sbrigati! Non voglio dovergli correre dietro!"
"Stai calmo ora arrivo. E visto che ci sei, ripetimi un po' il tuo malefico piano."
Sorvolai sull'appena accennata ironia di Ray ma gli lanciai una veloce occhiata pregandolo di prestare attenzione.
"Questi giorni va sempre col fratello verso la stazione giusto? Noi non dobbiamo fare altro che fare la stessa strada, un po' dietro di loro e vedere dove vanno, ok?"

Una volta usciti mi accorsi che Mikey stava con un gruppo di amici, credo della sua classe, e Gerard si stava incammino da solo. Cercai di raccattare Ray per cominciare a seguirlo ma intanto lo guardavo allontanarsi, mettere un passo davanti all'altro con le sue gambe magre e le scarpe mezze rotte; era come se camminasse su un filo. Era un tipo così strano visto da fuori e cominciavo di nuovo chiedermi se ne valesse davvero la pena fare tutte queste fatiche solo per sapere se gli piacevo davvero.
Ray finalmente mi raggiunse e cominciammo a camminare; i miei occhi erano fissi sul cappotto lungo e quei capelli rossi che distavano qualche metro da noi.
D'un tratto ci balzò alle spalle qualcuno e per poco non mi venne un'infarto.
"Billie che cazzo di spavento!" Urlò Ray a quel ragazzo che ora camminava vicino a noi.
Billie?
Riconobbi il viso: era quel tipo che nel corridoio mi disse "tu piaci a Gee".
"Ray è lui! È lui che mi ha detto di Gerard! Ma vi conoscete?" dissi a voce bassissima per non farmi sentire. Ray mi lanciò un'occhiata e annuì, ma la sua espressione lasciava intendere che non era così entusiasta di conoscerlo.
"Allora Billie, che fai qui?" gli chiese con un tono che lasciava trasparire l'imbarazzo della situazione.
"Mah niente di che, torno a casa anche io. Tu... tu sei Frank giusto?" chiese con fin troppa disinvoltura.
"Ehm sì."
"Bene bene, ci hai parlato con Gerard poi?" Parlava come se fossimo grandi amici il che era decisamente fuori luogo. E poi "hai parlato con Gerard?" Ma come se ne esce? Maledetto lui e il suo straparlare che aveva scombussolato tutti gli ultimi giorni della mia vita.
"Io veramente... ehm... no perché?"
"Gerard! Hey Gee! Vieni qui dai!" cominciò ad urlare Billie e io entrai nel panico.
"Hey oh che fai!" cercai di fermarlo ma ormai era troppo tardi perché Gerard si era girato e veniva verso di noi.
"Ti prego non chiamarmi Gee."
Era davanti a noi. Ci guardò con attenzione e poi chiese a Billie indicandoci velocemente "Vi conoscete?"
"Si Ray è un vecchio amico" rispose dandogli una sonora pacca sulla spalla. "E invece lui è Frank." disse girando la testa verso di me.
Ray non era affatto d'accordo con l'appellativo 'vecchio amico' e la pacca sulla spalla lo aveva parecchio infastidito, ma non fece in tempo a dire niente che Gerard disse "Piacere di conoscervi."
Il suo tono era calmo e mentre parlava aveva gli occhi fissi nei miei. Espressione immobile, leggermente sorridente e soprattutto sfacciato, di quegli sfacciati che di solito li prenderesti a sberle ma che con Gerard non potevo di certo fare perché mi immobilizzavo ad un suo solo sguardo.
Io mi sentivo mancare l'aria dall'imbarazzo e al contrario di lui non sapevo dove guardare.
Ruppi il ghiaccio e proposi ai miei nuovi compagni di proseguire verso la stazione, così ricominciando a camminare non avevo più gli occhi di nessuno puntanti contro.
Arrivammo fino in stazione tutti e quattro chiacchierando ed io ebbi la più inutile conversazione con Gerard a proposito dei Promessi Sposi... sì molto ironico vero?
Lui era stato arrogante e saccente in ogni parola e nonostante tutto io pendevo dalle sue labbra e lo guardavo come si guardano le opere d'arte.
"Io prendo il treno." disse infine salutandoci e quando si girò verso di me mi fece l'occhiolino, per poi rigirarsi e proseguire per la sua strada.
Con una scusa ci liberammo anche di Billie che per quanto fastidioso e inappropriato mi aveva fatto parlare con Gerard, cosa che di certo non rientrava nei piani di oggi.

Finalmente soli Ray ed io spettegolammo come due ragazzine.
"Okay Frank, non stavi esagerando. Secondo me gli piaci. Anzi, è palese. Ma hai visto che ti ha pure fatto l'occhiolino?".

Dopo un'eternità vi pubblico questo capitolo e spero ne seguano altri, ma questa storia è più difficile del previsto.
Spero che vi piaccia e grazie se la state leggendo. Fatemi sapere nei commenti che ne pensate, ci terrei davvero.
Con amore,
Helena.

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⏰ Last updated: Apr 14, 2022 ⏰

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Until I Hurt Myself Again || FrerardWhere stories live. Discover now