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Mi interrompo per l'ennesima volta sempre sullo stesso punto della canzone, sbuffo passandomi una mano tra i capelli.
"Non ce la faccio, dico a Rudy di rifiutarlo, basta" sbotto sedendomi sullo sgabello con Raffaella, la vocal coach, che mi guarda contrariata.
"Ariel non è un atteggiamento giusto questo, non puoi arrenderti così soprattutto al serale" mi rimprovera ed io sospiro senza aggiungere niente perché so che ha ragione ma questa canzone proprio non mi esce, sono giorni che la provo e sbaglio sempre sullo stesso punto, è inutile.
"Non voglio arrendermi ma non fa per me questa canzone, a parte che è letteralmente cucita su Sissi e a prescindere vincerà lei" dico con un velo di tristezza nella voce, sono sicura che anche se riuscirò a portare a casa questo pezzo, non riuscirei mai a vincere contro Sissi.

"Quindi il problema è questo, tu riesci benissimo a fare questo pezzo, è tutta questione di testa perché è un guanto contro Sissi" dice Raffaella come se improvvisamente le sembri tutto chiaro, io invece scuoto la testa contrariata.
Non è  perché è contro Sissi, non lo so nemmeno io perché, in realtà.
"Ma no, è solo che...Non lo so" mi interrompo cercando di scacciare via le lacrime che minacciano di scendere, ora non so nemmeno perché mi venga da piangere e tutta questa situazione mi sta stremando.
"Ariel, ormai penso di conoscerti abbastanza bene e sono sicura che tu in questo momento abbia paura ma non devi. Sissi è forte ma lo sei anche tu perciò di cosa devi avere paura? Mal che vada perderai un punto ma non è detto che non faccia una bella figura anche tu" Raffaella mi sorride incoraggiante, io rimango in silenzio ad elaborare le sue parole, cercando la giusta forza per sbloccare questo muro che ho creato da sola senza neanche sapere perché.
"Grazie Raffa, davvero"
"Fila in casetta ora, domani ti voglio con una testa diversa"
Dopo averla ringraziata nuovamente, raccolgo le mie cose e mi dirigo in casetta.

Durante il tragitto mi lascio andare ad un pianto che è più uno sfogo che altro, prima di entrare nel giardino, però, asciugo le lacrime e cerco di mettere su un'espressione più tranquilla che posso.
"Ciao piccoletta" mi saluta Christian che sta giocando a calcio con Alex e Crytical.
"Ehi" li saluto con la mano ma senza fermarmi per evitare che facciano domande, il piano però non sembra funzionare dato che Alex mi ferma impedendomi di entrare dentro.
"È successo qualcosa? Stai male?" mi chiede con la sua solita delicatezza che mi stringe il cuore, a sentire le parole del cantante anche gli altri due si avvicinano a me.
"Hai pianto?" domanda Christian ed io scuoto la testa, risultando poco credibile.
"Solo problemi con un pezzo ma niente di che" minimizzo perché per quanto possa volergli bene, non ho proprio voglia di parlare con nessuno in questo momento, tranne che con Luca.
"Però se non vi dispiace vado dentro, semmai parliamo dopo" continuo e i tre ragazzi annuiscono comprensivi.

Entro nella stanza di Luca e, appena nota la mia presenza, chiude subito il computer riponendolo nel comodino al suo fianco.
Gli rivolgo uno sguardo confuso perché è un gesto che non ha mai fatto.
"Successo qualcosa?" chiedo infatti, avvicinandomi leggermente.
"No, stavo solo scrivendo una cosa che non mi va che leggi ancora"
"Allora vado via, ti lascio scrivere"
"Ma no scema, vieni qua" mi ferma, tirandomi da un braccio e trascinandomi accanto a lui.

"Ma hai pianto?" domanda spostandomi i ciuffi dietro le orecchie mentre continua a lasciarmi qualche carezza sul viso.
"Si, per un pezzo, non è niente però"
"Niente non può essere se ti fa piangere" si allontana leggermente da me per guardarmi meglio ma io torno ad appoggiare la mia testa sul suo petto.
"Ho solo avuto un crollo che non so nemmeno io a cosa sia dovuto, domani sarà già passato" dico sperando che sia vero perché questo pezzo devo prepararlo per forza e deve uscire almeno un minimo decente.
"Sicura sicura? Quale pezzo, poi?"
"Il guanto di sfida contro Sissi, cioè lei è assurda" sospiro pensando al fatto che anche la scorsa settimana ho perso contro di lei, perciò figuriamoci in un guanto.
"Si, lei è davvero assurda ma tu non sei da meno e lo sai che lo penso davvero e non lo dico perché sei tu, dovresti credere più in te stessa, Ariel"
"Lo so..." sussurro godendomi le coccole che mi sta riservando il mio ragazzo.

"Tu su che pezzo stavi scrivendo?" domando dopo un po', curiosa dalla conversazione iniziale che abbiamo avuto.
"Io ehm su.. No nessuna canzone, scrivevo così a caso" balbetta qualche parola sconnessa ed io alzo la testa guardandolo con un sopracciglio alzato, non capisco perché si comporta in modo così strano.
"Sarà..."
"Ehi è vero, solo che riguarda te e voglio che sia una sorpresa" mi sorride facendomi sciogliere, perciò decido di lasciar perdere, sorridendo a mia volta.
"Ariel?"
"Mh?"
"Lo sai che ti amo, si?"
"Lo so"
"Bene, non scordarlo mai" dice per poi far scontrare le nostre labbra, all'inizio rimango un po' spaesata non capendo perché mi abbia detto questa cosa proprio ora ma poi mi lascio trasportare dalle emozioni che provo ogni volta che mi dà un bacio, dimenticandomi di tutto.

Destino//LDADove le storie prendono vita. Scoprilo ora