14.

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Bastava poco per far tornare quella pace di cui parlavo,pochissimo. Bastavano due braccia per far tornare il sereno,e il suono di un cuore fragile per cullarmi da quel fastidioso pensiero,di vederlo lontano da me. Forse per sempre. Si era da poco addormentato,beandosi delle mie carezze,quelle di ogni sera,puntuali e solo per lui. Mi perdevo ogni volta,sul suo viso angelico e sulle sue lentiggini,che tanto adoravo. Era distrutto,si notava,anche attraverso lo sguardo rilassato,lo si poteva notare.
Lo conoscevo troppo bene,e sapevo che tutto ciò che voleva in quel momento era piangere. Piangere e non smettere più. D'altronde,era il mio stesso pensiero. E lo comprendevo benissimo per questo.
Volevo stargli vicino il più possibile,ma che potevo fare? se stavo letteralmente cadendo a pezzi anche io. Volevano a tutti i costi ostacolare il nostro amore.
Il nostro,che non è un'amore sbagliato. Anzi.
Durante la notte,gli restai accanto. Lui che si prendeva sempre cura di me,mi proteggeva,ed era sempre pronto a tranquillizzarmi,adesso aveva bisogno di me. Adesso ero io il suo centro,il suo punto di riferimento. Era lui ad avere bisogno di me.
Lo tenevo strettamente al mio petto,assicurandomi che dormisse tranquillo. Nella stanza c'era un po' più di serenità,da quando ci eravamo urlati contro,ma in realtà con molta delicatezza quanto ci amassimo.
C'era molta consapevolezza da entrambe le parti.
Spostai leggermente la mano dal suo capo,quando iniziò ad agitarsi e pronunciare qualche piccola lamentela. Da lì capì che stava sicuramente affrontando un brutto sogno oppure pensiero.
"Non lasciarmi,non te ne andare ti prego" stava parlando nel sonno.
"Non posso smettere di amarti,d-dal nulla"
Appoggiai di nuovo la mano,per rassicurarlo.
"Se perdo te,perdo tutto. Ti amo...ti amo t-ti am"
In quel istante mi venne in mente solamente quella forte paura di vederlo di nuovo a pezzi di fronte ad un psicologo a parlare dei suoi problemi. Era fragile,e qualsiasi cosa a cui teneva era in grado di ridurlo in quelle condizioni.
Non poteva succedere un'altra volta,non così.
"Shh,sono qui. Sono qui e non ti lascio" gli presi la mano,e la portai alla mia. Per fargli sentire il contatto fra di noi.
"Dormi adesso.." gliela baciai,e nonostante la fatica riuscì ad addormentarsi definitivamente.
La mattina seguente,lo lasciai dormire,mentre io mi preparavo per la scuola. Non ero sicuramente nelle condizioni per affrontarla,ma dovevo per forza fare qualcosa. Ero consapevole che non avrei seguito minimamente le lezioni.
Prima di uscire di casa,gli preparai la colazione,con un biglietto. Dove spiegavo che al suo risveglio non mi avrebbe trovato per via della scuola. E che nel pomeriggio avrei tanto voluto fare una passeggiata al mare. Per finire,gli diedi il solito bacio del buongiorno e uscì di casa.

Feci colazione,quella che mi aveva preparato. Con lo sguardo ero perso,osservavo le ore che passavano e il bicchiere con il latte. Non avevo manco le forze per bere. E fu così,che incominciarono a risalire tutti quanti i miei drammi. Con una mano stretta al ciuffo,e l'altra intenta a stropicciare quel biglietto,una lacrima e un singhiozzo fecero parte della stanza. Poi un'altra,e un'altra ancora. Fino a creare un oceano. Quella mattina,la passai a piangere. E sicuramente,purtroppo,non solo per quella mattina sarebbe successo.
Cercai di calmare le lacrime che scendevano,e di risalire in camera per darmi da fare. Quando la voce di mia madre mi richiamò dalla sua stanza. "Chri vieni qui" mi fece spazio sul letto,invitandomi a sedere. Guardò attentamente i miei occhi,cercando di trovare una risposta. Al quanto però difficile,e quindi non semplice da esporre. Ma lei sapeva già tutto.
"Io non ci trovo niente di male se tu e Mattia state insieme" disse dal nulla,attirando la mia attenzione.
"Penso che l'amore non abbia bisogno di regole"
disse ancora.
"Sei mio figlio e ti accetterò per quello che deciderai di essere,ma non è una situazione semplice,lo capisci? Sai quanto è complicato suo padre,e rigido su di lui. Io ci sto ormai da tanto,e conosco bene ogni lato del suo carattere. Non penso che accetterà mai questa realtà,e probabilmente si allontanerà anche da me. Da me,capisci? Che sono praticamente sua moglie ormai."
La guardai,con un mix di rabbia e tristezza. Era più forte di me,riuscire a controllarmi.
"E cosa dovrei fare? pensi che lo lascerò?no."
Mi sarei messo contro suo padre,forse.
"Prova a ragionare.."
"Prova a pensare che avete un bel legame,che siete sempre stati tanto uniti. E voletevi bene,provate a non pensarvi così come siete adesso. Non allontanatevi,ma vedetela diversamente. Per il vostro bene soprattutto"
Mise una mano sulla mia gamba agitata,e l'accarezzò. Abbassai lo sguardo,iniziando a torturarmi le mani sempre di più. Sentivo le lacrime circondarmi gli occhi.
"Il mio bene è stare insieme a lui..e vederlo come la persona che amo" risposi sinceramente,scacciando subito una lacrima dalla guancia.
"Capisco..ok,proveremo a parlarne dopo" mi diede un bacio in fronte,per poi uscire dalla stanza preoccupata.
Me ne tornai in stanza,aspettando solo il suo ritorno,che non tardò ad arrivare.
"Eccoti" sussurrai andando verso di lui.
Si accorse subito del rossore dei miei occhi,segno di pianti infiniti. Sospirò,e baciandomi mi avvolse in un abbraccio. Un abbraccio desiderato.
"Com'è andata a scuola?" domandai,notando i suoi occhi stanchi.
"Pensavo tutto il tempo a te."

𝒈𝒖𝒂𝒓𝒅𝒂 𝒅𝒆𝒏𝒕𝒓𝒐 𝒅𝒊 𝒎𝒆..💜🤍Where stories live. Discover now