Cap.12 Buon viso a cattivo gioco

800 39 13
                                    

JASON

Mentre raggiungo il Luxury, avviso in azienda che non riuscirò a tornare in tempo per la riunione con gli spagnoli.

«Claire, ho dimenticato di dirti che non tornerò per la riunione», dico con tono fermo.

«Ma...»

«Nessun ma. Non svendere il prodotto e cerca di non scendere a patti impossibili da rispettare. Non deludermi», continuo con voce dura.

Non ha modo di replicare; le riattacco il telefono in faccia. Mi sistemo sul sedile dell'auto; spero di non arrivare tardi. Claire ha mandato i miei nervi a farsi fottere e mi chiedo se riuscirò ad affrontare il signor Joe in modo pacato. Dubito, soprattutto dopo aver visto Grace uscire in lacrime dal suo ufficio.

«Signor White, siamo arrivati».

La voce dell'autista scuote il mio animo e i miei pensieri. Scendo frettolosamente dall'auto, raggiungendo l'ingresso. Eccolo lì, pronto ad accogliermi con il suo miglior sorriso.

«Signor White! Che piacere rivederla!»

Non posso dire lo stesso

«Ha prenotato un tavolo?», chiede, scorrendo la lista dei prenotati sul suo tablet.

Scuoto la testa.

«Non ho prenotato nessun tavolo, la smetta di cercare il mio nome».

Mi irrigidisco maggiormente alla vista della sua espressione sbigottita. Non penserà davvero di lasciarmi a stomaco vuoto, non gli conviene. La cattiva pubblicità proveniente da un importante imprenditore è peggio di qualsiasi altra cosa.

«Allora, posso sedermi? Ordinerò un secondo veloce, così da non occupare il tavolo per molto», chiedo con tono tagliente.

«Prego, prego, faccia pure!»

Lo vedo gesticolare in modo sconnesso; è paonazzo in viso. Credo che il mio modo di fare l'abbia turbato leggermente; peccato non abbia ancora visto niente.

Do un'occhiata veloce al menù. Rispetto all'ultima volta in cui sono stato qui, i prezzi sono stati gonfiati ulteriormente. Mi chiedo come possa sfruttare delle giovani ragazze nonostante l'evidente disponibilità di denaro. Stronzo e avido, combo perfetta per un essere come lui.

«Il signore gradisce qualcosa da bere?»

La voce delicata e armoniosa di Kelly attira la mia attenzione.

«Gradirei dell'acqua liscia, per favore», bisbiglio, sorridendole.

Kelly versa la bevanda nel mio bicchiere con fare gentile. Il suo tocco è delicato, sembra che stia tenendo in mano una piuma e non una bottiglia di vetro. È sconvolgente. Ordino un antipasto crudo: tartare di tonno, gamberi rossi e ostriche. Meglio rimanere leggeri, soprattutto in una giornata come questa. L'idea di non rimettere più piede qui quasi mi sconvolge; è raro trovare qualcuno capace di cucinare tali prelibatezze.

In attesa che il cibo venga servito, mi alzo e raggiungo l'ufficio di Joe.

Busso due volte con le nocche della mia mano sulla porta. Nonostante il ristorante sia uno dei più eleganti della città, il legno è quasi lercio. Il colore scuro mette tristezza. Ora capisco perché Grace è uscita in lacrime da qui.

«Avanti»

Il mio momento è arrivato. Varco la soglia della porta con passo deciso, mantenendo lo sguardo fisso su Joe che mi guarda perplesso.

«Signor White, cosa ci fa nel mio ufficio? C'è qualche problema con le cameriere?», chiede spaventato.

«Mi accomodo da solo, non si preoccupi», lo ignoro.

Fate or chance?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora