XIII -Roukan

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Sono incredulo. Non posso credere alle parole pronunciate dal mio mate.
«Luke cos'hai appena detto?!»
Mark è più reattivo di me a chiedere spiegazioni. Io anche volendo non ci riuscirei. Anche se ci provassi la mia voce in questo momento non uscirebbe come dovrebbe, ma devo chiarire questo discorso.
«Luke, parlaci per favore. Noi vogliamo aiutarti siamo qui per te, ma se tu non ci spieghi noi possiamo fare ben poco.»
Lui non emette un fiato, consapevole delle parole pronunciate, facendo aumentare la tensione nell'aria.
Un sospiro giunge alle mie orecchie, è stato il mio Omega a emetterlo.
«Questo - pronuncia le parole con amarezza e tristezza nella voce. - non è il primo cucciolo che porto.»
Pronuncia con difficoltà una verità per me assai sconvolgente. È dura rimanere al suo fianco in questo momento. Il solo pensiero di qualcuno che lo tocca mi dà alla testa. Mi alzo di scatto dalla sedia facendola cadere per terra con un rumore assordante, i suoi stupendi occhi ghiacciati non si smuovono dalla mia persona.
«Sapete, alcuni branchi, per quanto evoluti, non hanno mai smesso di trattare gli Omega come un tempo. - Il suo volto si riempie di lacrime, mentre dentro di me monta sempre di più la rabbia. - e il mio vecchio branco era uno di quelli.»
L'ultima frase detta è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Senza dire una parola esco fuori dalla stanza. Non voglio che mi vedano con questo stato d'animo. Esco dalla villa senza dare ascolto alle persone che mi chiamano. Muto in lupo e inizio a correre per sfogare tutto. Sento che qualcuno mi segue e non fa niente per non farsi notare. Annuso l'aria e riconosco l'odore, è Jack. Ma mai una volta che non si faccia i cazzi suoi. Arrivato al fiume, al confine del mio territorio, mi fermo. È qui che ho incontrato Luke la prima volta.
«Finalmente ti sei fermato. Ti rendi conto che siamo al confine?»
È riuscito a starmi dietro, che seccatura. Ma questo è uno dei motivi per cui è il mio Beta oltre che il mio migliore amico, nonostante a volte sia insopportabile.
«Lo so che siamo al confine. Avevo bisogno di una corsetta come si deve.»
«E questa tu la chiami corsetta? Questa è stata una maratona. - Si avvicina a me per poi sedersi al mio fianco mentre mi avvicino al fiume per bere. - Adesso che ti sei sfogato un pochino ti va di dirmi cosa ti provocato tanta rabbia?.»
«Ho appena appreso due notizie poco piacevoli. Ecco tutto.»
«E scommetto che riguardano il nuovo arrivato. - Annuisco. - Sai, è inutile che lo nascondi.»
«Nascondere cosa?»
Se ha capito che Luke è il mio Omega è finita vuol dire che anche tutto il branco lo sa. Non che ci sia qualcosa di male ma non penso che Luke la prenderà bene, odia essere al centro dell'attenzione.
«Non nascondo proprio niente. È solo una tua impressione Jack.»
«Io non credo e non sono l'unico ad essersene accorto.»
«Accorto di cosa?»
«Ancora non vuoi dire niente... e allora lo dico io. - Il silenzio è pieno di tensione. Ad interromperlo sono le parole di Jack. - Luke è il tuo compagno.»
Come immaginavo lui sapeva e io non sono bravo a mentire con la mia famiglia.
«Va bene, mi arrendo. - Dico con voce stanca e arrendevole. - È vero, ma ti prego di non far arrivare a Luke la notizia. Non la prenderebbe bene, per niente, e ha già altri problemi a cui pensare e anche io.»
«Allora?»
«Allora cosa?»
«Quando vi legherete ufficialmente?»
È vero, per rendere ufficiale il nostro legame dovrei marchiarlo. Ma come posso chiedergli una cosa del genere in questo momento. E mi chiedo se lui lo voglia, ci siamo scambiati ben poche parole da quando è con me.
«Wow. Non ti avevo mai visto fare un espressione così preoccupata, dev'essere grave. - Silenzio, la sua espressione mi fa dedurre che sta pensando a un qualcosa. - Non mi dire che vuole rifiutarti.»
«Diciamo che ancora non ne abbiamo parlato come si deve.»
«Va bene, ho capito. Il motivo di questa situazione non è questo. Allora qual è?»
«Io... - sospiro. - non posso dirtelo. Non è una faccenda che riguarda solo me. Quindi mi dispiace ma non voglio parlarne senza il consenso dell'altra persona.»
«Ok. Ma sappi che su di me puoi contare.»
«Ne sono consapevole. Anche se sei insopportabile quando non ti fai i cazzi tuoi.»
«Adesso che ti sei calmato rientriamo. Il branco sarà preoccupato. Ti hanno visto scappare fuori e si sono agitati.»
Merda. Questo non doveva succedere. È solo in quel momento penso LUKE. Chissà che starà pensando. Me ne sono andato in preda alla rabbia senza dire una parola. L'avrà presa malissimo e si starà dando tutte le colpe. Non posso permetterlo, devo tornare da lui. Prima devo risolvere questo casino con il branco.
Jack mi ha preceduto, così da calmare il branco per il mio rientro. Neanche il tempo di mettere piede nella villa che trovo tutti ad aspettarmi in cerca di spiegazioni.
«Buon pomeriggio a tutti. So che mi avete visto uscire di corsa dalla villa, ma state tranquilli non è stato dovuto a niente di grave. Ho avuto un momento di rabbia personale. Vi chiedo scusa per la preoccupazione data.» Riprendo a camminare verso l'infermeria dove avevo lasciato Luke e Mark insieme. Luke dorme con le guance rosse e gli occhi gonfi per il pianto. Sento addosso una furia omicida e so chi è.
«Ti rendi conto di cosa hai fatto reagendo in quel modo?!»
Il suo tono è furibondo, nonostante il volume basso per non svegliare Luke.
«Me ne sono reso conto quando era troppo tardi e sono tornato subito dopo averlo capito.»
«Non ha smesso di piangere. Ha continuato fino ad esaurire le energie.»
«Mi dispiace, la mia intenzione non era questa, avevo solo bisogno di sfogarmi dopo...» interrompo le mie parole non riuscendo a continuare.
«Dopo che siamo riusciti a farci dire quello che volevamo fin dall'inizio. Dovevi stare qui, accanto a lui! - Il suo tono è sempre più forte. - Adesso non solo avrà timore ad aprirsi, ma anche delle tue reazioni quando riuscirà farlo. E sai una cosa, fino a prima di addormentarsi si chiedeva se tu lo avresti accettato nonostante questo, se tu lo volessi ancora come compagno. Perché nonostante questo lui anche se non dirà apertamente è innamorato di te. Nonostante abbiate parlato pochissimo da quando è arrivato, gli sei entrato nell'animo perché sei stato tu a salvarlo e a dargli una casa.»
Le sue urla riecheggiavano per tutta la stanza. Come Luke non si sia svegliato non si sa.
«Sono mortificato per il mio comportamento. Ma la verità è che non volevo farmi vedere da lui ricolmo di rabbia, perché lo avrei spaventato e non era quello che volevo. Comunque gli spiegherò tutto non appena si sveglierà.»
«Sarà meglio!»

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