Capitolo XXII

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Faya era seduta sul suolo a legare le zampe del bottino che era riuscita ad accaparrarsi, alla fine, tutta intenta a tagliare, annodare e stringere.
Thranduil, in piedi, poco lontano da lei, la rimirava da un pò, ormai, senza pensare ad altro.
Solo il Miruvor, uno speciale liquore di produzione elfica, e in grosse quantità, riusciva a fargli lo stesso effetto.
Osservarla completamente serena in sua presenza, era un'occasione che non sarebbe ricapitata presto.
Meglio compiacersene.
"Ora capisco come fai a ridurti in questo modo. Mi dicono che i tuoi vestiti non durano più di due giorni. Ne rimangono brandelli..."
La ragazza sollevò la testa, tenendo un laccio stretto fra i denti, e tirando per serrare l'altra estremità.
Poi, lo lasciò andare.
"Sapete tante cose su di me. Spie, ovunque... Avreste dovuto capire da molto, che non è mia volontà scappare. Non saprei dove andare. Ve lo assicuro..."
"La prudenza non è mai troppa"
"Strano, però, che io non sappia nulla di voi. E come avrei potuto, d'altronde? Non facciamo altro che sbraitarci contro, quando ci incrociamo. A proposito... Come mai oggi siete così ben predisposto? Non posso negarvi di esserne meravigliata..."
Finito di preparare la selvaggina per il trasporto, Faya portò le braccia indietro, poggiando le mani sul terreno, e sorreggendosi.
"Cosa è che ti incuriosisce? Chiedi..."
"Quanti anni avete, ad esempio"
"Ho smesso di contarli. Troppi. Così tanti, che hanno perso la loro rilevanza"
"Il tempo è importante. Ti mette davanti a delle scadenze. Per questo non sopporto di stare ferma, a braccia conserte. Mi sento inutile..."
"Se ne avessi a disposizione un potenziale infinito, cambieresti presto idea. Per noi, il vostro concetto di 'TARDI' non esiste, e non significa. Tu, piuttosto... Quanti ne avresti?"
"Venti... Sette, ormai. Li ho compiuti qualche giorno fa"
"Ormai... Vedi, come cambia la prospettiva? Ai miei occhi, sei poco più di una bambina, ancora"
Il Re si accorse subito del lieve accenno di un sorriso, in risposta a quell'affermazione.
Un battito gli saltò.
"Parlate come se foste un anziano..."
"La mia Antichità, va anche oltre. Te ne stupiresti! Ma, secondo alcuni, non mi è stato ancora donato il seme della saggezza. E potrebbe rappresentare uno svantaggio, questo. Non mi trovano d'accordo con loro, in tal caso..."
"Raccontatemi di voi"
"Cosa, di preciso?"
"Della vostra infanzia. Sì... Andrebbe bene"
"Sono cresciuto in un altro Regno. A Sud del Reame Boscoso. Ogni cosa era più maestosa di qui. Non riusciresti mai ad immaginarlo. Sono stato educato a combattere sin da piccolo. Addestramenti, esercitazioni, mi hanno sempre tenuto impegnato. Sono nato nel corso di questa maledettissima guerra e tutt'ora, sorte vuole che mi ci ritrovi invischiato, indissolubilmente. È una trappola, senza via di scampo. La mia vita è stata cadenzata dai combattimenti. Non ricordo nemmeno più quando imbracciai prima l'arco, e poi le spade. È come se li avessi sempre avuti con me... E forse, iniziare a dimenticare qualcosa, potrei anche considererarla una benedizione, in fondo... Perdurando sempre più a lungo, si cade spesso preda del passato. Preferisco non parlarne di frequente. I pensieri sono già troppi, per quanto mi riguarda..."
"Siete triste?"
"È decisamente semplicistico definirlo in questo modo, Faya, ma è così che gli uomini mi considererebbero. Perché è in questi momenti che mi rendo conto che tutti coloro che prima c'erano, sono morti. Queste sono storie che non appartengono più a nessuno, e per me, che sopravvivo, sono pervase dal dispiacere. L'ultimo addio è duro per chi resta, non per chi parte... Coloro che sono diretti a Valinor, alle Terre Immortali, bevuta l'acqua della Fonte Sacra, hanno l'onore dell'oblio. A me ancora non è concesso un bene simile. Per questo mi concentro solo sul presente... È mia intenzione riprendermi tutto ciò che mi appartiene e difenderlo, ad ogni costo"
"Lo fate per il vostro popolo, o per voi stesso?"
"Faya... Un Re non è nessuno senza i suoi sudditi. La corona è un mero oggetto simbolico, un gingillo non sufficiente. Cittadini abusati, non ascoltati, hanno la capacità intrinseca di deporre qualsiasi Sovrano. Soldati non leali, cambierebbero subito fazione. È tutto retto da un filo sottile, e invisibile ai più. Ma io lo vedo vacillare, costantemente... Ogni cosa potrebbe crollare da un momento all'altro. Un Re, deve sapere bene quando o come dare, e quando o come prendere. Io opero con giustizia. Ci sarà sempre qualcuno che mi chiamerà 'TIRANNO', insoddisfatto delle mie decisioni. È imprescindibile, però, che la maggior parte di loro mi consideri degno di questo ruolo"
"Allora anche voi siete disposto a sottomettervi a qualcuno"
"Ho accettato un'alleanza con i Nani, per il bene del mio popolo... Ne è la tangibile dimostrazione..."
"Tutto molto poetico, se dimentichiamo solo per un istante, la vostra brama di gloria e grandezza costanti"
"Ogni cosa è lecita, sino a quando altri non ne vengano intaccati. Non c'è anima che non alimenti in sè, segreti e desideri inappagati..."
"Sempre che voi riusciate a conservare questa lucidità mentale, anche in futuro..."
"Sino a quando gli Elfi sopravvivranno, la mia stirpe governerà. Come sempre è stato, e come sarà, sino all'ultima Era che ci verrà donata: da mio nonno, a mio padre, attraverso me e sino a mio figlio"
"Vostro figlio? Prendete già scelte al suo posto?", chiese lei, vagamente divertita.
"Spiegati!"
"Semplicemente, non tutti sono fatti per governare. C'è chi non è all'altezza o chi, addirittura, non vuole. Bisogna considerarlo!"
"Un principe sa perfettamente quali sono i suoi doveri. Verrà formato appositamente per questo scopo, e temprato"
"E se preferisse andarsene lontano? Esplorare il mondo? Vivere di avventura?"
"Il Regno cadrebbe. E tutti, senza una guida, andrebbero alla deriva, persi"
"Ci sono già razze che non hanno bisogno di un capo per vivere. I tempi cambiano, si acquisisce buon senso. Preferireste davvero che vostro figlio fosse infelice? È ridicolo! Non sarebbe nemmeno in grado di fare le valutazioni corrette!"
"Chi mai potrebbe trovarsi male qui... Coraggio! Ognuno di noi fa dei sacrifici. La corte non ne richiede di così, insuperabili... Dimmi chi è lo stolto, che rifiuterebbe un benessere simile"
"Io... Veramente. Me ne priverei... E molto volentieri, aggiungo"
Thranduil, preso alla sprovvista, ne rimase ferito.
Il suo sguardo si incupì.
"Preferiresti fare ritorno al tuo villaggio? Agli stenti che ti logoravano quotidianamente?"
"Oh... Guardatemi! Vi sembro adeguata a questo contesto?"
Lui la fissò in silenzio, per lunghi istanti, dimenticando ad un certo punto, persino la domanda.
"Ve lo dico io, visto che indugiate... NO! Ci sono persone che non sono fatte per questa realtà. E non importa da dove vieni o come sei stato allevato. Arrivi ad un punto in cui il guscio che ti trattiene, ti diventa stretto. Alcuni si abituano... Altri non ci riescono, e non riusciranno mai ad adattarsi a qualcosa che gli viene imposto!"
"Se mio figlio ama la sua Terra, rimarrà!"
"Anche lasciare andare, è un atto d'Amore... Sapere quali sono le sue esigenze e passioni... E fare in modo che le percorra... Senza costrizione alcuna"
L'Elfo si spazientì.
"Ci sono sovrani che danno tutto via. La loro intera esistenza... Senza lamentarsi. Secondo la tua visione andrebbero abolite anche le unioni combinate. Ma sono pratiche necessarie al fine di estendere i confini e creare accordi. I miei genitori ne hanno compreso l'importanza, infatti. Si sono conosciuti il giorno delle nozze, eppure sono stati fortunati. Un sentimento reciproco, è arrivato ad accomunarli, ma molto più tardi. Bisogna convivere, però, con la più frequente possibilità che ciò non accada mai. Un Re deve imparare a rinunciare e a sacrificarsi!"
"La vita non può essere solo sofferenza, mio Signore. Dopo il brutto, viene anche il bello. E viceversa... Se no tutto si risolve ad una mera lotta per la sopravvivenza. E non è così! Nessuno resisterebbe a ciò!"
"Rifletti su questo... Se la profezia fosse parzialmente vera... Se tu potessi salvare proprio tutti, con uno schiocco di dita, generando un bambino anche senza alcun tipo di affetto... Cosa faresti?"
"Non stavamo parlando di me!"
"Ma è lo stesso principio. Solo più in grande... L'Amore può risolvere, ma può anche fare soffrire. Non è tutto bianco o nero. C'è il grigio... Ciò che rende soddisfatta te, scontenta qualcun'altro. Qual è la strada migliore da perseguire, allora? Il bene dei più, a discapito del singolo. Semplice!"
"Io voglio avere ancora speranza. Tutto qui. Sembrerà stupido, ma io ci credo"
"Si vede che sei ancora giovane. Nonostante tutto quello che ti è già capitato, continui ad avere una visione del mondo, quasi incantata. È un bene! Ma non so quanto ancora possa durare..."
"Persino Gandalf condivide il mio punto di vista. Ed è anche più maturo di voi..."
"Mithrandir ha la memoria corta. È questo che non lo scalfisce..."
"Io, prima o poi, voglio tornare a vivere. Non so se tutto questo finirà presto... Ma so che troverò il modo anche per raggiungere la mia di felicità. Non posso accontentarmi solo di quella altrui. Merito anche io la mia fetta! E non voglio essere unicamente una pedina nelle mani di Dei, che sino ad ora non mi hanno esaudita, in alcuna delle mie richieste!"
Faya notò lo stupore che si delineò sul volto di Thranduil, a quelle parole.
"Perchè siete perplesso?"
"Invidio la tua sicurezza..."
"Mmm... Non la chiamereste piuttosto 'INGENUITÀ', come al vostro solito? Oh... Mi deludete, così!"
"Ti confesso, dunque, che non ne sono mai stato realmente convinto"
L'Elfo guardò il cielo.
Stavano calando le tenebre.
Era venuto il momento di prepararsi per l'imminente battaglia.
"Rientriamo, adesso... Dopo di te..."
Lui allungò il braccio verso di lei, per aiutarla a sollevarsi.
Faya lo rifiutò, con noncuranza.
"Ce la faccio. Non preoccupatevi!"
Il sovrano accusò il colpo.
Sarebbe stato troppo facile.
All'arrivo, la giovane pensò di dirigersi subito verso le cucine.
Tuttavia, lungo la strada, aveva una domanda precisa in testa, che la assillava, e di cui temeva fortemente la risposta.
Di fronte l'ingresso, non riuscì a trattenersi oltre.
"Mio Signore..."
Thranduil si fermò.
"Non mi avete detto tutto. Non è così?"
"Che cosa intendi?"
"Sembrate già sconfitto. Mi ascoltavate con lo sguardo assente, come se foste consapevole di qualcosa che io, invece, non conoscessi. La situazione della guerra è nettamente peggiore di quella che mi sono figurata... È vero?"
"Non te lo rivelerò, Faya..."
"Perchè?"
"È fondamentale che ci sia qualcuno che continui ancora a conservare speranza. Per tutti quelli che hanno difficoltà a vedere qualcosa di positivo, nel marcio che ci sta divorando... Le verità... Sanno solo di cupa amarezza... Non ti servono a nulla... Ora, va!"
Il re si allontanò mesto, troncando qualsiasi altra replica.

Thranduil's ProphecyWhere stories live. Discover now