Capitolo XLVI

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E al risveglio...
Thranduil non c'era.
Faya tastò col palmo della mano, lo spazio a fianco a lei, sicura di trovarlo occupato, e invece niente.
Vuoto.
Schiuse gli occhi, allora, per averne la definitiva conferma.
Scomparso.
Erano passati tre mesi dalle nozze, ed era la prima volta che accadeva, in effetti.
Sbuffò, alquanto perplessa.
"Sedotta e abbandonata... Mi sentirà! Fuor di dubbio!", commentò ad alta voce.
Si sollevò, seppur con debolezza.
Confusione nella testa.
Cercò a tentoni la vestaglia e si rivestì, proteggendo la pelle nuda dallo sbalzo termico appena subìto, mentre si scostava lunghi ciuffi di capelli dal viso.
Ma non ebbe neanche il tempo di raggiungere il corridoio, che alcune ancelle le bloccarono l'ulteriore avanzata.
"Nostra Signora...", dissero, inchinandosi.
Si esprimevano in coro, perfettamente sincronizzate le une alle altre.
Quei timbri squillanti la portarono quasi ad impazzire.
"Buon mattino, anche a voi. Però, abbiate pietà di me! Vi prego... Il sonno non è stato esaustivo"
"È tardo pomeriggio, ormai. Avete dormito a lungo. Non è da voi! Il Sovrano ha preferito lasciarvi riposare e ci ha pregato di non entrare a disturbarvi"
La ragazza era disorientata.
"Eppure... Io mi sento molto stanca", rispose stropicciandosi le palpebre con l'innocenza di una bambina, e stiracchiandosi.
Dinanzi a quell'immagine, loro sorrisero allegramente, intenerite.
"Lo ha notato anche il Re, in effetti. Vi vede leggermente debilitata nell'ultimo periodo. Ci è sembrato preoccupato"
Le dispiacque saperlo.
"Sto bene. Andrò a tranquillizzarlo. Ho soltanto una gran fame, al momento... Affrettiamoci a scendere. Vi va?", proruppe, minimizzando.
Glielo impedirono.
"Assolutamente no, Signora! Meglio che vi diate una ripulita, per adesso. Siete tutta in disordine. Non vorrete presentarvi in queste condizioni! Al resto, penserete in seguito"
Ed eccola fuori dai suoi appartamenti, almeno un'ora dopo, più avvilita di quanto non fosse all'inizio, seguita a trotto da almeno cinque fanciulle.
Non sopportava la loro costante presenza.
"Mantenetevi dritta con la schiena. Imparate ad accomodarvi con eleganza", suggerivano, ogni qualvolta aveva il bisogno di sedersi.
"Non potete strappare le cuciture del vestito, mia Signora. È broccato!", esclamavano contro il fatto che si sentisse soffocare.
"Meglio raccogliere i capelli. Sarete più composta in questo modo", continuavano, allorquando iniziava ad intrecciarsi qualche ciocca, presa dalla noia.
Di battaglie, infatti, non ce n'era neanche l'ombra, da mesi.
Era bello vivere in pace, ma non trasformarsi in una nobildonna imbellettata, priva della qualsivoglia libertà.
Si fermò.
Afferrò il suo fidato coltello e tagliò il tessuto, sorda alle loro grida e proteste.
"Io non sarò mai questo. MAI!"
Poi, si sciolse l'acconciatura, scomponendosela sempre di più sulle proprie spalle ad ogni movimento della testa, incurante degli scongiuri che la attorniavano.
In seguito, si rivolse a loro.
"Siete state gentili con me. Sin troppo. Ma ve ne dispenso. Dite pure al Re che sono stata io ad impedirvelo. Non correrete alcun tipo di rischio. Ve lo assicuro!"
"Avrete bisogno, dunque, di alcune guardie al vostro servizio, mia Signora"
Due toni maschili, dietro di lei.
Li riconobbe all'istante.
"A voi la scelta. La vostra sicurezza è ciò che più conta. Ci rimettiamo, perciò, al vostro giudizio, confidando nell'assennatezza che sempre vi ha distinta. Giusto, Alastor?"
"Affermazione incontestabile, Gendir"
I due le si inchinarono con rispetto, facendola divertire.
"D'altronde, tutti commettono degli errori di valutazione. E, alle volte, si impara ad apprezzare maggiormente qualcosa, dopo che la si è persa. Non siete d'accordo?"
Lei finse distacco e acrimonia.
"Potrei far punire in un batter d'occhio questo vostro atteggiamento di confidenzialità, cari miei. Pur tuttavia, mi vedo costretta ad accettare la vostra offerta. La preferisco. Bentornati, quindi! Andiamo!"
Era sua intenzione discutere della questione con Thranduil, però.
Davvero lui preferiva vederla in quello stato?
Frenata in ogni cosa che desiderava pronunciare o mettere in atto?
"A quel paese la raffinatezza e il contegno! Non è mia intenzione imparare a chiedere ad un Orco il permesso, prima di sgozzarlo! Assurdità!", proruppe soprappensiero.

Thranduil's ProphecyDonde viven las historias. Descúbrelo ahora