CAPITOLO 18: L'ultimo sogno.

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«Una bambina, Jace! La nostra piccola Herondale!» Jace rise. Era da molto che non vedeva Clary felice in questo modo.

«Non per rovinare questo momento ma... ti ricordo l'ostacolo più grande: dirlo a Jocelyn» Clary sospirò. «Hai ragione. Ehm... chi glielo dice?» Jace alzò le mani «Sei sua figlia, sei la madre della piccola e quindi devi dirglielo tu!» Lei gli tirò una gomitata nelle costole. «Non ci provare! Glielo diremo insieme» Jace sbuffò, poi rise e annuì. «Sì, mamma. Che me lo chiedi a fare se già sai la risposta...» scherzò lui, borbottando tra sé l'ultima frase. Poi la prese in braccio come faceva spesso, portandola alla sua stessa altezza. «Quando la smetterai di farmi sentire così bassa?» «Quando diventerai più alta» Clary gli tirò una sberla per gioco, lui fece finta di offendersi e la appoggiò contro il muro. Iniziò a lasciarle sul collo una scia di baci, per poi posare le labbra sulle sue. Clary rise, poi si liberò dalla stretta di Jace e disse: «Bene allora...andiamo» «La tua capacità di rovinare i miei momenti dolci è insuperabile» la rimproverò lui. Clary alzò gli occhi al cielo e lo prese per il gomito. «Sai che ti amo. Ma questo, adesso, è più importante» «E va bene, andiamo»

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Isabelle era sempre lì, che osservava la scena terrificante che aveva sotto gli occhi. Simon si contorceva e si dimenava come un matto, e lei non sapeva se chiamare qualcuno o no. Decise di prendere il telefono e chiamare Alec. Non appena accese lo schermo vide un messaggio del fratello, che diceva: "Ciao, Izzy. Stasera esco a cena con Magnus, per qualsiasi cosa chiama Jace."

Se devo chiamare Jace qui le cose si mettono male, pensò Isabelle.

Quindi, Alec no, Magnus no, Jace nemmeno, Clary era meglio evitare per non farle perdere la bimba... Tessa. Digitò il numero in due secondi e aspettò.

-Pronto?

-Hey, Isabelle, dimmi! Novità con Simon?

-Una specie. Lui...- venne interrotta dai lamenti del ragazzo, e sentì Tessa agitarsi.

-Oddio, capisco. Arrivo subito.

Sentì il tuu-tuu del telefono, e in meno di due minuti la porta si aprì ed entrò Tessa, con il fiatone, quasi avesse corso per tutto l'Istituto senza mai fermarsi. «Fammi vedere» le disse, e Isabelle capì che doveva alzarsi dalla sedia.

Lo fece e guardò Tessa mentre pronunciava un incantesimo. «Si può sapere cosa...» «Shh» la zittì lei. «Ehm, scusa, mi serve un minuto» Isabelle annuì e attese in silenzio per circa cinque minuti. Poi Tessa sollevò la testa dal corpo ormai calmo di Simon e su essa si disegnò un'espressione allarmata.

«Tessa... che sta succedendo?» Chiese la ragazza, ormai incapace di stare lì zitta a guardare.

«Io... vieni un attimo fuori.» Isabelle fece quanto ordinato e accostò la porta alle loro spalle. «Quindi?» «Izzy ascoltami, Simon sta attraversando un momento difficile causato dal veleno del demone. Sta lottando per espellerlo, ma allo stesso tempo una parte di lui non vuole...» «Come no? Perché non dovrebbe volerlo?» La interruppe Isabelle. «Stavo dicendo... non vuole perché il veleno del demone piano piano gli sta ridando qualche ricordo. Ma...» «I ricordi? È possibile? Allora è una cosa positiva, più o meno!» «Izzy no, no! Se tiene per troppo tempo il veleno dentro di sé morirà!» Isabelle indietreggiò come se Tessa l'avesse schiaffeggiata in piena faccia. Certo, da una parte doveva aspettarselo, ma non credeva che la percentuale di veleno fosse tanta da ucciderlo. «Ma... com'è possibile? C'era un 'ma' nella frase che stavi dicendo, quindi... ti prego finiscila, non ti interromperò, promesso.» Tessa annuì e riprese a parlare. «Inizialmente il corpo di Simon stava rifiutando il veleno, di cui ora ne è rimasto sì e no il 15%. Ma, come stavo dicendo, nelle ultime ore questo veleno gli sta procurando dei sogni che sono come allucinazioni. Lui sta rivivendo dei momenti del passato, però il veleno del demone li sta modificando. O meglio, non sta cambiando tutti i ricordi che lui vede, ma alcuni di essi, soprattutto i più belli, li trasforma in momenti brutti, negativi.» Una lacrima si fece strada tra la guancia destra di Isabelle. «Certo... i demoni si nutrono dei sentimenti umani.» Tessa annuì, poggiandole una mano sulla spalla. «Quanto tempo ha per espellere tutto il veleno?» «Massimo tre giorni.» Isabelle annuì, incapace di dire altro. Sorrise a Tessa, rientrò nella stanza e si chiuse la porta alle spalle.

Shadowhunters - City of Broken HeartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora