Jungkook pov:

Non so da dove iniziare, fare le valige è sempre stata la parte più noiosa di ogni viaggio: all'andata non so mai cosa portare e cosa lasciare a casa, ho mille dubbi e incertezze del tipo "E se poi mi dovesse servire?"
Al ritorno uguale, ho la costante sensazione di star dimenticando qualcosa, ma purtroppo sono condannato ad accorgermene quando è ormai troppo tardi.

"Ehi Tae, muoviti a raccattare le tue cose, che io ho quasi finito." Lo rimproverai, mentre piegavo con cura i miei vestiti, per poi riporli ordinatamente nella borsa che mi ero procurato.
Tae non è così, prende tutto ciò che trova di suo e lo schiaffa nella valigia senza badare al disordine o alle pieghe.

"Va bene mammina isterica, mi sbrigo" Mi rispose.

Non feci in tempo a girarmi, che mi arrivò un cuscino in faccia a tutta velocità, facendomi scivolare dalle mani una maglia che avevo quasi finito di piegare. Subito lo afferrai prima che cadesse a terra, e glie lo scagliai contro con forza.

"Finiscila, dobbiamo andare."

"oh... colpito alle spalle dal mio migliore amico " disse in finto tono solenne, mettendosi una mano sul petto e stringendo col pugno il tessuto della sua maglia.

"Ha fatto male sai? Non me lo aspettavo da te " Continuò, e lentamente si accasciò a terra, fingendosi morto.
Gli rivolsi uno sguardo di rimprovero, e quando socchiuse gli occhi per vedere se lo stessi osservando, scoppiò a ridere.

"Dai, non ho neanche finto le convulsioni!" Tentò di giustificarsi scherzosamente mentre si tirava su.

"Ah che peccato, avrei voluto vedere come avresti interpretato la parte." Affermai con tono piatto.

"Davvero?"

"no."

Scoppiò a ridere, facendo di conseguenza sorridere anche me. Adoro la su risata, è talmente contagiosa che riuscirebbe a far divertire anche i sassi.
Una volta finito di raccattare ciò che avevo nella stanza di Tae, presi la mia busta in mano e la sollevai, piegando il braccio e facendola pendere dietro la mia schiena.

"Tae, io vado a implorare il perdono nella hall, spero che mi diano un'altra chiavetta elettronica senza flagellarmi. Non ne avrei il tempo."

La finta serietà con cui dissi quella frase gli strappò un lieve sorriso, poi lo salutai e uscii.
Riuscii nell'impresa, indenne e senza troppa fatica. La receptionist era rimasta inaspettatamente tranquilla, anche se leggermente infastidita. Mentre mi porgeva una nuova chiavetta, mi confessò che capitava molto di frequente che venissero smarrite o rotte, di conseguenza ne avevano almeno 3 copie per ognuna, e ne facevano regolarmente di nuove.
La cosa mi sollevò dal senso di colpa, e mi diressi a passo svelto verso la mia stanza.
Aprii la porta, e fui soddisfatto di quel piccolo gesto che per giorni mi era stato impossibile compiere. Entrai, ed iniziai velocemente a sistemare le cose. Guardai in bagno, sotto al letto, nei cassetti, ovunque insomma, e sta volta non avrei lasciato nessun indumento, nessun oggetto. O almeno nella mia mente stavo cercando di convincermi di ciò..
Misi la valigia sul letto per chiuderla, ma appena posai distrattamente lo sguardo sui cuscini mi tornò in mente il viso di Jimin. Il giorno in cui mi svegliai accanto a lui era passato da un po' ormai, ma avevo ancora stampati in mente i dettagli del suo volto. Era così rilassato, ormai capitava raramente che lo fosse da sveglio. Le sue labbra erano rosse e invitanti, ed era strano che io pensassi ciò. Non mi attiravano i ragazzi solitamente, ma lui lui era diverso. Non credo di essere gay comunque, non lo bacerei mai da sobrio, quindi il problema non si pone.
Perché mi ritrovo a giustificarmi con la mia stessa coscienza?

Jimin pov:

"Ti stai mantenendo a debita distanza da Jungkook, vero?" Mi chiese nam, con tono leggermente arrabbiato, mentre se ne stava steso sul letto digitando chissà cosa sul telefono.

"Certo amore " dissi, un po' preoccupato che non mi avrebbe creduto. Con mia sorpresa non mi rispose affatto, si limitò ad annuire senza realmente prestare attenzione a ciò che gli avevo appena detto. Aveva un sorriso strano, quasi compiaciuto, ma non era rivolto a me, bensì allo schermo del suo cellulare. Ormai mi dà delle strane sensazioni stare in sua compagnia, la sua presenza mi infonde un ansia che non mi spiego, o che non mi voglio spiegare.
Mentre chiudevo la sua valigia, spense il telefono e lo posò accanto a se sul materasso. Mi osservò, ci guardammo senza dirci nulla per qualche istante, poi parlò.

"Perché cazzo indossi quel cappellino da pescatore al chiuso? Sei ridicolo Jimin. Levatelo se non vuoi che mi vergogni di te"
Si alzò, per dirigersi verso la porta.

"Aspetta Nam " Gli strinsi leggermente il tessuto della maglia quando mi passò accanto, per non farlo andare via.

"Non posso toglierlo, tutti noterebbero."

"Noterebbero cosa?" Chiese lui, con aria scocciata, e togliendosi la mia mano da dosso.
Rimasi zitto e abbassai lo sguardo, sperando che capisse da se le motivazioni del mio silenzio... ma no, il fatto che non gli risposi immediatamente lo fece irritare. Mi tolse violentemente il cappello dalla testa, tirandomi involontariamente i capelli.
Istintivamente guardai in basso, ma con la mano mi alzò il volto e mi avvicinò a se.

"Jimin... amore mio, come sei fragile." Sussurrò con tono preoccupato, mentre mi carezzava le guance con entrambe le mani.
Inaspettatamente, mi avvicinò a se, e mi strinse in un caldo abbraccio. Non mi sembrava vero, era da tantissimo tempo che non mi abbracciava così. Lo faceva solo perché si sentiva in colpa ? Non lo so, ma in quel momento mi lasciai andare in quel briciolo di affetto che mi stava dimostrando.
Si sciolse dall'abbraccio poco dopo, lasciando le sue mani sulle mie spalle, poi si chinò per raccogliere il cappellino che mi aveva tolto per posizionarlo con cura sulla mia testa.
Mi sorrise, ed io ricambiai. In quel momento mi illusi che avesse capito di aver esagerato, che avrebbe smesso di trattarmi male, e che si fosse nuovamente reso conto di amarmi, ma durò davvero poco. Mi misi sulle punte per baciarlo, ed inizialmente si avvicinò anche lui, accompagnando i miei movimenti.
Le nostre labbra non si toccarono per pochi millimetri, quando il suo sorriso si spense repentinamente.
Con le braccia mi allontanò, facendomi fare un passo indietro. Si chinò, avvicinando la bocca al mio orecchio destro.

"Se li notano, inventati una scusa credibile. Se qualcuno dovesse mai sospettare di me te ne farò pentire, fidati. Non ti conviene farmi arrabbiare di nuovo, hai capito?"

Il tono tranquillo, la leggerezza con cui proferì quelle parole, mi spiazzarono.
Annuii in segno di risposta, e mi allontanai dalla sua "presa".

"Muoviti a finire di fare le valige, e vedi di non dimenticare nulla della mia roba. Io ti aspetto giù."

Disse prima di lasciarmi da solo nella stanza. Quel ragazzo mi confonde, mi mette in uno stato di incertezza tale che ormai non so più cosa potergli dire e cosa no. La minima cosa lo infastidisce, e subito si scalda. Tuttavia non posso biasimarlo, sono un tale disastro.
Una volta finito e controllato tutta la stanza almeno tre volte, presi le valige e le portai giù con l'ascensore. Entrai nella hall, e dal vetro notai che tutto il gruppo era già radunato fuori dall'hotel.
Che palle, odio arrivare per ultimo, se Nam mi avesse aiutato avrei di certo finito prima, ma non mi voglio lamentare di questo, infondo è il minimo che io possa fare dato che è riuscito a perdonarmi. Io non mi merito uno come lui, gli sono davvero grato.

Raggiunsi presto tutti, e Nam mi aiutò a trasportare le nostre valige lungo le scalette che portavano fuori. Gli altri erano intenti a parlare fra di loro, incluso Nam, che appena posate le borse continuò a conversare con gli altri.
Mi sedetti sugli scalini, e mi misi ad osservare la scena da poco lontano.
Con mia sorpresa, la manager e Jungkook stavano parlando in disparte, ed all'inizio pensai che Kook avesse fatto qualcosa di sbagliato, ma presto intuii dalle loro espressioni che quella doveva essere una conversazione piuttosto piacevole e leggera. Quanto sono vicini ...quella non mi piace per niente: Il cervello sembra averlo tutto nelle tette, ed il tono che utilizza con il gruppo è odioso e saccente, ma poi cambia: Eh si, con il "suo Kookie" cambia radicalmente, fa la civetta. Odio il fatto che lo chiami così, ma allo stesso tempo non vedo l'ora che scopra con chi sta avendo a che fare veramente. Negli anni so che Jungkook si è portato a letto tantissime ragazze, senza minimamente tenere conto dei loro sentimenti. Il giorno dopo per lui non esistevano più, della serie "Obbiettivo raggiunto, si passa al prossimo".
Povera illusa.

Mi misi l'anima in pace per il momento, e mi sistemai il cappello in modo che mettesse bene in ombra il mio viso.
Poco dopo vidi arrivate la vettura dai vetri oscurati che ci avrebbe portati all'aereoporto.

Just Me And You - JikookWhere stories live. Discover now