2. 𝑯𝒆𝒂𝒗𝒆𝒏 𝒂𝒏𝒅 𝑩𝒂𝒄𝒌

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⚠️ Attenzione, presenza di contenuti estremamente delicati all'interno
della prima scena ⚠️

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Incapace.

Frasi discrepanti frullavano nella mente di Taehyung.

Una fievole brezza autunnale carezzava delicatamente i suoi capelli color ebano, alcuni ciuffetti che ciondolavano in fronte.

Questi, con le cuffie nelle orecchie, camminava senza sosta per le strade contrariamente pullulanti di Seoul.

Il moro amava visceralmente poter assaporare l'alba, il cielo che si avviava a tingersi di un tenue rosa, mescolato a differenti sfumature d'arancio e cremisi.

Un vigoroso sospiro abbandonò le sue labbra schiuse. Taehyung aveva giusto aumentato il volume, affinché potesse ascoltare meglio una delle sue innumerevoli canzoni predilette, malgrado ritenesse ─ però ─ che quella conseguiva rispecchiarlo in una particolare forma.

She's high

She lives in the sky

Tonight she's satisfied

Rolling back her eyes

But then she starts to cry

Everything is turning to black

All in one night

She just went to heaven and back

In una frazione di secondo, determinate parole accartocciarono il suo animo.

Perché, lui si sentiva così.

Vi erano attimi in cui fluttuava in quel paradiso senza fine, attimi colmi di spensieratezza e gioia, durante i quali non riusciva a frenare quel meraviglioso sorriso che compariva sul suo volto estenuato...

...Fino a quando non veniva, poi, scaraventato indietro con brutalità, consapevolezza che lo esortava a ridestarsi in una realtà infida, la sua.

Taehyung era frantumato.

Aveva il cuore ridotto in brandelli, e nessuno mai avrebbe potuto ricongiungerne i pezzi.

Tentava ─ con ciascun briciolo di forza ─ di aggrapparsi agli unici appigli di salvezza rimanenti, coloro che irradiavano, seppur flebilmente, il suo mondo tenebroso.

Scosse il capo, disattivando la modalità auricolari, ed asciugando ─ con il dorso ─ una lacrima sofferente, che non s'era nemmeno reso conto di star liberando.

Detestava perdersi nel suo intricato labirinto di riflessioni.

Patetico.

Lo era, lo era davvero.

Sin da piccolo, veniva designato in quel modo.

Femminuccia.

Le risate sprezzanti dei suoi compagni di classe gli annebbiavano il cervello.

Taehyung serrò le mani in due poderosi pugni, le unghie corte che si conficcarono nel palmo sensibile, anelando debellare l'asfissiante percezione di rabbia e... tormento.

You Got Me Spinning [KookTae] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora