Capitolo 2 - Primo incontro

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Andrè

A una festa di tutto rispetto, oltre a tanto cibo e buon vino, non poteva mancare la cannetta con la cumpa.
Stavo fumando dell'erba assieme ai miei fedeli amici nella sala giochi, quando suonò il campanello e Ray scattò in piedi per rispondere al video citofono,
Raymond: "Non smette più di arrivare gente!"...
"Ciao, chi sei?...  Vieni pure! Puoi parcheggiare dentro!"
Poi chiamò sua cugina: "LILAAA! è arrivata la bionda! Per favore, vai ad accoglierla tu?"
Layla: "Volo!"
Didier: "Quale bionda?"
Raymond: "L'estetista del Beutè Harmonie"

In un nano-secondo mi venne un'extrasistole al cuore! Mi soffocai col fumo, tossendo come un cane.
Osservai incredulo i miei amici: "Non sarà Carol?"
Raymond: "Sì, è esattamente lei, l'ha invitata tua sorella"
Andrè : "Credi sia venuta da sola?"
Raymond: "A me sembrava sola"
Didier: "Fossi in te, ne approfitterei"
Nonostante le mie esperienze di caccia, intuivo che quella preda era diversa dalle altre , non solo perché era la più attraente e la più corteggiata, ma perché dentro di me la percepivo speciale e non potevo permettermi di farlo nel modo sbagliato.
Passai la canna a Didi e versai il mio vino nel calice di Ray. 
Giurai solennemente che l'avrei approcciata senza alcun giochetto, con lucidità e autenticità.
Sciacquai il viso, mi sistemai i capelli e feci un lungo respiro... ripetei allo specchio un mantra per farmi coraggio: 'Sei un figo Andrè Lagarde! È il momento giusto per farsi avanti!'

Seguii i miei amici sulle scale che conducevano al piano terra ed entrammo nel soggiorno.
Cercammo le ragazze tra la folla, le quali stavano lasciando la zona bar per recarsi a ballare.

Quella sera in versione discoteca, con tacchi alti e mini abito a lustrini, era strabiliante!Restammo tutti e tre inebetiti ad ammirarla per un quarto d'ora

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Quella sera in versione discoteca, con tacchi alti e mini abito a lustrini, era strabiliante!
Restammo tutti e tre inebetiti ad ammirarla per un quarto d'ora.
Andre': "Ehi, voi baccalà!  Dovreste incoraggiarmi così?"
Didier: "Scusa ma si stanno divertendo tra loro,  forse non è il momento opportuno"
Girammo intorno al perimetro della stanza   senza toglierle gli occhi di dosso e ci appoggiammo al muro, imbambolati come statuine.
Mi sentivo come ipnotizzato dalla sua bellezza.
Rievocava una fata, uno splendido spirito venuto da un altro mondo fatto di bellezza e sensualità.
Si muoveva sinuosa, ascoltando la musica con gli occhi chiusi, scuoteva la testa a ritmo e i suoi capelli biondi lucenti tagliavano l'oscurità nell'aria.

Dopo non so quanto tempo che la osservavo, Carol disse qualcosa all'orecchio di Clo e si allontanò.
Senza mia sorella di mezzo, sembrò l'occasione perfetta per avvicinarla.
La seguii in giardino, mi parve di sentire il suo profumo a dieci metri di distanza.
Inseguii quella scia come una cometa, con le gambe che si muovevano per inerzia e il  cervello in pappetta.
Non cancellerò mai dalla mia mente quella scena impareggiabile!
Sedette su una poltrona e inconsapevole della visione sensuale che mi stava per regalare, si massaggio' le gambe, si chinò per togliere i sandali e si accarezzò le caviglie sottili...
Accavallò le gambe e prese a dondolare un piede, perfetto, curato, bellissimo, con le unghie smaltate di rosso...
Era la femmina più sexy, coi piedi più belli che avessi mai visto in vita mia.
Scosse la testa, spostando le lunghe ciocche oro dal viso  e rivelò i suoi occhi zaffiro, belli e pericolosi, capaci d'infilzare cuori come spiedini.

💗💗💗

Carol

Il giorno della festa, in ritardo come mio solito...impostai l'indirizzo della location sul navigatore, ma quando mi trovai a percorrere una strada di campagna chilometrica nel mezzo del nulla, iniziai a preoccuparmi...
Credendo di essermi persa, accostai per telefonare a Cloè.
Carol: "Tesoro, mi sono persa! Sono in mezzo ai campi, in una strada col cartello 'senza uscita'"
Cloè: "Sei arrivata al viale costeggiato dai cipressi?"
Carol: "Sì, sembra infinito. Siamo solo la mia Carolina (la mia auto) e le cicale!"
Cloè: "Allora è la via giusta! Percorrila fino infondo, procedi oltre la sbarra d'acciaio col cartello 'Proprietà Privata ', sulla sinistra troverai un cancello di ferro battuto con una R gigante. Appena arrivi, suona il citofono"
[...]
Credevo che avrei trovato un vecchio casolare di campagna, invece quella reggia del secolo scorso, superava di gran lunga le mie aspettative, era una villa bellissima!
...E io che vivevo in una bettola di 30 mq come una pezzente!
Dopo aver suonato il citofono, il cancello si spalancò e seguii il vialetto asfaltato.
In prossimità di una piazzola, si succedevano unicamente moto fighissime e auto di lusso.
PANICO...Dalla vergogna mi assicurai di parcheggiare la mia Carolina, il più possibile imboscata tra due siepi.

Dall'uscio in legno, uscì Cloè, agitando le mani per aria tutta sorridente e Layla che salutò correndomi incontro:
"Benvenuta!"- mi prese per mano e mi trascinò nella villa.
La musica aleggiava ovunque nell'aria. Girai la testa come un pappagallo, osservando rifiniture e dettagli preziosi di quella dimora straordinaria!
Carol: "Caspita Layla, questo posto è fantastico! Perdona la franchezza, ma tuo cugino deve avere tanti bei soldoni!"
Layla: "Non lui in realtà, ma i miei zii!"
Nel salone all'entrata, torne di ragazzi gironzolavano tra i tavoli del catering, traboccanti di ogni ben di Dio: croissant farciti, baguette ripiene, torte salate e pasticcini...
Nel soggiorno un grande refrigeratore era colmo di bottiglie e due camerieri in papillon stavano servendo da bere.
Un gruppo di giovani in un angolo, accalappiavano ragazze per giocare a 'obbligo e verità, un gioco odioso sopratutto quando hai molti segreti da nascondere...Me ne guardai bene da girarne alla larga!
La festa era davvero da sballo!
Bevemmo un cocktail prima di lanciarci  in pista a ballare. ma i sandali nuovi mi stavano uccidendo! Dovevo assolutamente trovare un posto dove sedermi.

Mi feci strada tra la calca e solcando una porta finestra in stile inglese, uscii in giardino

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Mi feci strada tra la calca e solcando una
porta finestra in stile inglese, uscii in giardino. Sotto tre gazebo illuminati da lucine pendenti, sostavano gruppetti di ragazzi seduti su poltrone di vimini a sorseggiare i loro drink.
Cercando di non affondare coi tacchi nel prato falciato, andai a sedermi su una poltroncina sotto un gazebo.
Slacciai i cinturini dei sandali e li sfilai... aaah che sollievo!
Un ragazzo, con una camicia in lino aperta sul petto e jeans chiari, si parò davanti a me:
"Ciao! È libero questo posto?" - indicò il posto vuoto di fronte al mio,
Carol: "Sì, prego"
Appoggiò una lattina di Coca Cola sul tavolino e tornò  ad osservarmi:
"Problemi coi sandali?"
Carol: "Lo so che non è molto elegante..." - risposi imbarazzata- "ma sono nuovi e sono in piedi da troppe ore!"
Con nonchalance e un sorriso sornione, mi prese le  caviglie e se le appoggiò sulle ginocchia, cominciando a massaggiarmi i piedi.
Sorpresa, farfugliai senza riuscire a mettere insieme una frase sensata,
Carol: "Ma te... si ...tu...ehmn.."
"Scusa! Non mi sono presentato, io sono Andrè"

PIEDINI DI FATAWhere stories live. Discover now