Capitolo 4 - Primo appuntamento

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Quel venerdì, dopo il massaggio, ci dammo appuntamento fuori dal centro estetico.
Sotto il cappotto, un paio di pantaloni skinny a quadri heritage gli avvolgevano le gambe ben tornite e il colletto bianco di una camicia affiorava dal maglione scollato a V.
Mi sentii compiaciuta di vederlo vestito elegante, ero certa lo avesse fatto apposta per me!
Allo stesso modo, per impressionare il suo lato feticista,  avevo indossato le mie décolleté color nude con tacco spillo e parigine.
Mi aprì galantemente la portiera della sua auto,  una Mini Clubman Works gialla che rispecchiava molto la sua persona: sportiva e giovanile.
Andrè: "Prima di raggiungere il ristorante, volevo chiederti se hai qualche allergia o se c'è qualcosa in  particolare che non ti piace"
Carol: "Non amo particolarmente la carne cruda, carpaccio o tartare varie..."
Andrè: "Gradisci le spezie?"
Carol: "Oh sì! Utilizzo sovente erbe aromatiche per insaporire!"
Andrè: "Ottimo! Allora apprezzerai la cucina etnica che ho scelto per te!"

Andrè

Aveva il fisico da modella! Indossava un cappotto doppio petto corto che lasciava scoperte le gambe lunghe, restai ad ammirarle mentre le tenevo aperta la portiera.
Si accomodò sul sedile con un movimento fluido , staccando i piedi dall'asfalto e li appoggiò delicatamente sulla moquette della macchina.
Calzava scarpe con tacco a spillo di circa 9 cm e calze parigine bordate in pizzo davvero molto sensuali!

Avevo scelto un ristorante marocchino dagli interni caratteristici: pareti in mosaico, colonne in marmo e lampade in bronzo creavano un atmosfera esotica; era il luogo perfetto per un primo appuntamento!
Carol aveva un buon palato, la divertiva assaggiare cose nuove e indovinarne gli aromi, fu una compagnia piacevole e scoprì avere i miei stessi gusti, non solo sul cibo, ma aveva una buona conoscenza anche in fatto di vini... già l'adoravo!
Carol: "Questo locale è meraviglioso! Ha qualcosa di magico! Come lo hai trovato?"
Andrè : "Mi diletto a scoprire ristoranti etnici. Sono appassionato della cultura orientale e asiatica, così uniche e diverse dalla nostra che mi affascinano.
Tra meno di mezz'ora ci sarà una sorpresa, sono certo che ti farà impazzire!"
Infatti qualche minuto dopo, un gruppo di musicisti si posizionò in un angolo della sala e iniziò a suonare musica berbera.
Carol: "Fantastico! Adoro i bonghi!"
Andrè: "Si chiamano Tabla, sono strumenti a percussioni antichissimi, risalgono al 200 a.c. e quell'altro a corde è il Sitar, gli arabi l'hanno esportato in India e dall' India si è diffuso in Occidente, è stato utilizzato anche in alcuni brani dei Beatles, dei Doors e dei Rolling Stones"
Carol: "Wow! Ma quanto sei infirmato!"
Andrè: "Pratico meditazione. È nata in quei continenti, perciò ho letto diversi libri a proposito"

Il pezzo forte della cena fu lo spettacolo.
Quando entrò la danzatrice del ventre, Carol sgranò gli occhi incredula.
La ragazza ballò tra i tavoli, passo passo si avvicinò al nostro, con movimenti lenti, morbidi e sinuosi...
Presi una banconota dal portafoglio e l'appoggiai sul bordo del tavolo, in modo che fosse ben visibile, era il segnale di richiesta per dedicarci qualche minuto della sua esibizione.
La danzatrice si avvicinò prima a Carol, roteando il bacino a tempo di musica.
Si voltò di spalle, arcuò all'indietro la schiena formando un ponte, fino a toccarle le ginocchia con la testa!
Carol: "Fantasticaaa!"
Tornò eretta e giocando col velo, si chinò davanti al suo volto, le coprì il viso lasciandole scoperti  gli occhi e li guardò intensamente, sorridendole...
Lo so, Carol aveva due occhi azzurri stupendi, era impossibile non notarli!
Girò attorno al tavolo e fece una mossa mooolto rischiosa!
Appoggiò un piede nudo sulla sedia, tra le mie ginocchia e oscillò i fianchi per far tintinnare le monetine della cintura, poi prese i soldi e si allontanò, lasciandomi a mascella al suolo e non solo per lo stupore...Era la reazione del mio pisello che lanciava segnali di pericolo!
Carol, ridendo divertita, mi appoggiò l'indice sotto il mento: "Ha finito, ora puoi chiudere la bocca!"
A quel punto, non so come le venne in mente.. si voltò verso di me e sfregò la punta della scarpa lungo la mia gamba.
...MERDA!
Andrè: "Questa è una mossa fatale!"
Carol: "Davvero? E la tua mossa preferita qual'è ?"
Scoparti mentre ti leccherò i piedi! Pensai.
Andrè: "La numero 8"
Carol: "8???"
Andrè: "Disegnare il numero 8 col bacino, sai...pare che sfregare l'osso pubico sul clitoride doni molta gioia!"
Assottigliò gli occhi
Carol: "Scusa...è per caso il tuo tentativo di fare un passo in più?"
Andrè: "MIO??? Il piede è il tuo! Hai provocato prima tu!"
Appoggiò il mento sulla mano e inclinò lateralmente la testa, arricciando il naso in modo davvero buffo!
Carol: "Vero! È che sei così carino che mi diverte stuzzicarti!"
E lei era così figa che mi sarei lasciato fare qualsiasi cosa!
Andrè: "Mi sto divertendo anch'io!"
La cena trascorse allegra e il bagno di lusinghe ci aveva messo sulla stessa lunghezza d'onda.
La riaccompagnai al parcheggio della palestra, per recuperare la sua auto e tornare a casa, ma non avevamo voglia di salutarci e ci fermammo a parlare fino a notte fonda.

Carol

Mi raccontò che oltre a piacergli la cucina etnica, aveva imparato a cucinare, perché i suoi viaggiavano sovente per lavoro e spesso doveva arrangiarsi da solo.
Studiava giurisprudenza alla Sorbonne e viveva nel quartiere di Montmorency, con i suoi genitori e la sorellina piccola.
La sua passione per le arti marziali nacque a quattro anni, guardando i film di Bruce Lee e Jackie Chan.
Per un attimo lo immaginai piccino e impacciato a muoversi goffamente per imitarli davanti alla TV!
Essendo un bimbo vivace e scalmanato, suo padre lo iscrisse al Toyotomi Hideyoshi, a quei tempi il miglior dojo di Karatè della capitale.
Dopo diversi anni, fu proprio un suo compagno di corso a coinvolgerlo in un 'open day ' di  Muay Thai. Gli piacque talmente tanto che, tre giorni dopo, si stava già allenando!
Diventò non solo il suo sport preferito, ma una vera disciplina mentale che gli aveva insegnato maggior autocontrollo, ottimismo e conoscenza di se stesso.
La maggior parte delle cose che mia aveva raccontato, erano confermate dalle foto che avevo curiosato sul suo profilo Instagram, perciò mi era sembrato sincero, ma essendo il nostro primo appuntamento non avevo osato indagare sulla sua vita amorosa.
Eravamo appena al primo appuntamento, non avevamo abbastanza confidenza, oltretutto se avesse voluto approfondire l'argomento cosa gli avrei raccontato di me? Che tutte le mie relazioni erano state un buco nell'acqua?
In quel momento la mia vita amorosa era troppo intensa e caotica, un via vai di amanti e nessuna certezza.

PIEDINI DI FATAWhere stories live. Discover now