Akihiro improvvisamente si sentì a disagio e non sapeva dove guardare. Faceva viaggiare lo sguardo ovunque per la sala gremita del Pepper Club per evitare di fissare Percival, il fratello minore di Richard McCallister.
Da quella serata tutto si sarebbe aspettato tranne che di vederlo lì, nei panni sensuali di una drag Queen e, successivamente, nei suoi consueti abiti eccentrici e troppo sexy.
Stranamente sprovvisto di filtri, Akihiro gli aveva addirittura confessato che attirava l'attenzione anche senza le paillettes che Gigi Vuitton aveva applicate sul vestito. Era uscito fuori di senno per un attimo, non riusciva a darsi una spiegazione. Forse era stata colpa del whisky. Sì, senz'altra ombra di dubbio.
Akihiro non era abituato a flirtare, non era abituato a rimorchiare nei locali ne ad essere abbordato da altri uomini o donne che fossero stati.
Sapeva di essere un bell'uomo, ma sapeva anche di essere noioso come la contabilità e, solitamente, appena una persona incominciava a parlare con lui, finiva per farsi un pisolino sul posto poco dopo.
Non era nemmeno abituato ai ragazzi come Percival, belli e solari, che tentassero di approcciarsi a lui, serio e per nulla solare.
Akihiro riusciva a relazionarsi con le persone solo nell'ambito lavorativo perché tendeva a mantenersi freddo, distaccato e professionale, ma quando usciva dalle mura dell'ospedale sembrava ancora quel bambino che in classe non aveva il coraggio di chiedere un temperamatite al suo compagno di banco perché aveva dimenticato il suo a casa.
Da quel giorno, non aveva dimenticato più nulla proprio per evitare di chiedere qualcosa in prestito.
Non era mai stato un gran chiacchierone e non era nemmeno mai stato in grado di dimostrare affetto o amore.
La sua relazione sentimentale passata più lunga era durata due mesi. Si chiamava Emile, era un infermiere conosciuto nella clinica parigina dove Akihiro era andato a praticare durante la sua specializzazione.
Era un ragazzo gentile, affettuoso e adorava le scenate di affetto pubbliche. Insomma, dopo questa breve descrizione si poteva capire per quale motivo la loro relazione non era stata duratura: Ahikiro e le dimostrazioni di affetto pubbliche camminavano su due strade parallele.
Forse non hai ancora incontrato la persona giusta, gli rimembrò la sua coscienza un po' brilla.
Akihiro ne dubitava, dato che non riusciva a dire nemmeno ti voglio bene, mamma.
«Quindi, stai cercando di dirmi tra le righe che ho attirato la tua attenzione?» cinguettò Percival, guardandolo come solitamente si guarda un gelato o una torta.
Akihiro circondò con una mano il terzo bicchiere di whisky che gli venne messo davanti.
Non beveva molto, non gli piaceva perdere il controllo delle sue azioni, ne compiere atti di cui non poteva esserne cosciente.
Era uno preciso, Akihiro, e aveva un debole per le liste. Liste per ogni cosa. In trent'anni aveva terminato un numero imbarazzante di agende e quaderni.
«Sto dicendo che...»
«Che...?» lo incalzò Percival, il cui sorriso diventava sempre più ampio e Akihiro finì per dimenticarsi quello che voleva dirgli perché adocchiò una pallina turchese sulla lingua del ragazzo attraente che aveva davanti e si distrasse.
Akihiro odiava anche distrarsi o dimenticarsi le cose, per l'appunto.
Sbatté le palpebre e spostò lo sguardo su quel whisky di troppo che non aveva dovuto ordinare e che sapeva di non doversi scolare.
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Il Mal Riuscito
ChickLitMotivi principali per il quale sono il figlio Mal Riusciuto: sono l'ultimo, non sono per niente etero e odio la Medicina. Al quarto posto c'è il mio lavoro, che spiegherò in seguito, e al quinto è che ho deciso di diventare vegano. Odiare la Medic...