Capitolo 16 (Parte due)

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Erano passate tre settimane dalla partenza dei ragazzi e in quell'arco di tempo avevano ricevuto un'unica telefonata, avvenuta due giorni dopo. Era Luke, diceva che stavano bene, che erano arrivati e che presto sarebbero entrati nel vivo della battaglia. Maya lo rassicurò sulla situazione nel Maine e sulla loro completa sicurezza, dopodiché lasciò che fosse Sasha a parlargli, com'era giusto che fosse. Erano stati pochi minuti, parole veloci, era evidente la sua fretta ma il suo tono era rimasto allegro, quello di sempre, probabilmente per non farle preoccupare.
Dopo quello non c'era stato altro, nessuna telefonata, nessuna lettera recapitata, assolutamente niente.
Gettarsi nello sconforto non era nei piani di nessuno di loro e per Maya c'era stata un'unica possibilità per reprimere i sentimenti, gettarsi nel lavoro. Anche nel Maine la situazione non era di certo rosea, se qualcuno era al confine a combattere i branchi Nomadi, alcuni cacciatori si aggiravano non poco lontano dai loro territori. C'erano turni ben organizzati di guardiani a controllare i dintorni della cittadina, le case branco e Maya aveva preso a non spostarsi senza Logan, Sasha o i fratelli Blake.

La sala che spesso era occupata dagli Alpha adesso ospitava i nuovi leader, nominati dopo la loro partenza, che era intenti a discutere sulle nuove disposizioni riguardanti una possibile e più solida alleanza con i branchi del nord, provenienti dal Canada. Data la situazione era necessario avere più aiuti possibile, in cambio loro mettevano a disposizione il Maine come zona di transito sicura quando questi ultimi si sarebbero spostati per qualsiasi occasione. Era sempre stato negato ai grandi branchi del nord e del sud degli Stati ultilizzare il Maine come zona di transito perché avrebbero potuto creare scompiglio o utilizzarla come zona di battaglia ma in un caso estremo come quello era necessario scendere a compromessi.

"Sono d'accordo con Maya, abbiamo troppi pochi lupi in questo momento, se non vogliamo ritrovarci con i cacciatori dentro caso è necessario prendere decisioni drastiche" fu Davina a parlare, la compagna di Alarik, seduta proprio di fianco a Maya.
"Qui si parla di cambiare radicalmente gli accordi con i branchi del nord, temo che potrà portarci dei problemi col tempo" rispose Zephir la più sicura di se del gruppo, era complesso gestirla, soprattutto ora che era lontana da Jordan.
"Se non ci decidiamo a fare qualcosa rischiamo grosso e questa è l'unica opzione che abbiamo" puntualizzò Davina passandosi poi una mano tra i corti capelli castani.
"Tu che ne pensi Callum?" Maya si rivolse al fratello minore di Jackson che gli somigliava come una goccia d'acqua, stessi occhi, stessa forma del viso.
"La cosa non mi convince ma sono d'accordo sul fatto che dobbiamo prendere una decisione rapidamente" Callum si espresse e a quel punto Maya decise di tirare fuori la sua unica carta per poterli convincere.
"Facciamo così, vi farò parlare con Brendon, il fratello di Devon, nonché Beta di Natalie l'Alpha di uno dei più grandi branchi del Canada, il quale ha sotto di se tutti gli altri branchi del nord. Se riuscirà a rassicurarvi e convincervi che i nostri territori ed i branchi saranno al sicuro firmeremo l'accordo, altrimenti lasceremo perdere questa idea e ne prenderemo in considerazione un'altra. Che ne pensate?" Domandò Maya mantenendo il tono calmo  ma comunque deciso.
Furono tutti d'accordo, anche Zephir che sembrava essere la più riluttante di tutti. La conversazione fu lunga ma alla fine dopo la formale dichiarazione di Brendon sul fatto che in caso di scompiglio ne avrebbe risposto personalmente tutti furono d'accordo e il patto venne firmato.
Il giorno seguente cinque Alpha del nord sarebbero arrivati nel Maine per firmare l'altra parte dell'accordo, accompagnati dai lupi che avrebbero garantito la loro protezione.

Quando Maya uscì dalla stanza aveva un'aria davvero esausta, stava lavorando troppo e Logan se n'era accorto.
"Stai bene?" Le chiese il ragazzo.
"Si, certo" rispose lei incamminandosi verso l'uscita seguita dal ragazzo e da Brendon.
"Adesso andiamo a casa così puoi recuperare le forze" gli disse Logan quando furono fuori di fronte all'auto parcheggiata.
"Non ce n'è bisogno, devo passare da mio fratello e dopo ho bisogno di parlare nuovamente con Davina per fare una copia dei documenti" aprì la portiera dell'auto ma Logan la richiuse subito. Maya si voltò verso il ragazzo senza capire.
"Maya stai facendo un ottimo lavoro ma non puoi andare avanti così, hai bisogno di recuperare le forze, di fare un pranzo come si deve, di dormire qualche ora in più" fece un elenco di cose Logan, mentre Maya incrociava le braccia al petto, chiudendosi a riccio. Sapeva che aveva ragione.
"Guarda che sto benissimo, quando avrò finito con le mie commissioni tornerò a casa per dormire un po', ma adesso non posso" rimise la mano sulla maniglia mentre Logan la teneva imperterrito sulla portiera per evitare di fargliela aprire. Si scambiarono sguardi di fuoco, mentre Brendon restava in disparte.
"Sovraccaricarti di lavoro non ti aiuterà a farti sentire meglio" eccola la verità che riscosse Maya nel profondo, gli ringhiò contro ma lasciò la presa sulla maniglia.
"Ho promesso a Devon che mi sarei preso cura di te ed è quello che farò, quindi adesso salirai in macchina ed andremo a casa, il resto aspetterà" e non accettava obiezioni, era per il suo bene.
"Ha ragione Maya, lasciati aiutare, ci penserò io al resto per oggi" le disse Brendon poggiandole una mano sulla spalla.
"Va bene" sussurrò la ragazza sconfitta, a quel punto fu Logan ad aprire la portiera per farla salire.

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