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"Io credo che uno di questi giorni ti toccherà scoprire dove vuoi andare.
E allora devi metterti subito in marcia.
Ma immediatamente.
Non puoi permetterti di perdere un minuto."

I cambiamenti mi avevano sempre spaventata, l'ignoto e l'attesa erano i miei più grandi nemici, così come tutto ciò che fuorisciva dal mio controllo.
Avevo sempre programmato la mia vita nei più piccoli dettagli affinché avessi il totale controllo del piccolo mondo che mi ero costruita attorno, e ora osservavo quell'unica certezza scivolarmi tra le dita.
Dopo un lungo cammino ero giunta ad un bivio, la lunga strada che avevo percorso fino ad allora si apriva in due diversi sentieri, ed io ero lì, ferma, a pochi passi dalle due piccole biforcazioni che mi avrebbero condotta in due mondi agli antipodi.
Da un lato, la certezza di una vita al riparo da sorprese, da cambiamenti inaspettati, una vita monotona in un mondo nel quale avrei potuto regnare come sovrana indiscussa, un mondo dove avrei potuto continuare a nascondermi, vivendo una vita che non sentivo davvero mia, dall'altro, una nuova terra da esplorare, nuove emozioni e sentimenti mi attendevano oltre oceano, pontre ad assalirmi, e il mio corpo pallido e malaticcio non sembrava pronto a reggere il peso dei sentimenti.
Perché i sentimenti pesano, ed un bel po'.
Per ogni istante felice, sei un passo più vicino alla tristezza, per ogni sorriso, c'è una lacrima pronta ad essere versata.
Perché se sei tanto coraggioso da esporti, per trovare la felicità, sei anche tanto stupido da divenire unbersaglio più appetibile per la tristezza.
Quindi me ne restavo lì, ad osservare quei due diversi sentieri.
Avrebbero retto le mie ginocchia il peso delle emozioni?
Avrebbe ceduto il mio cuore sotto i colpi del dolore?
Sarebbero i miei polmoni collassati per il respiro irregolare?
Il mio cervello continuava ad esaminare le diverse possibilità, eleborava ed immagazzinava diverse informazioni, schedava luoghi, sentimenti, odori ed impressioni, nel disperato tentativo di giungere ad una conclusione entro la data fissata.

Sentivo la testa pesante, il cuore pompare veloce il sangue nel mio petto, mentre portavo alle labbra il mio bicchiere ancora pieno.
-vacci piano, non sei simpatica da ubriaca- disse guardandomi e sorridendo leggermente.
-non sarò simpatica, ma non mi resisti lo stesso- dissi roteando gli occhi al cielo.
-non ne sarei cosi sicuro-
-hai dovuto aspettare che fossi completamente sbronza per portarmi a letto, e alla fine non hai ottenuto comunque quello che volevi- ridacchiai maliziosa voltandomi verso di lui e lanciandogli un veloce occhiolino.
-se avessi voluto, mi sarei preso quello che volevo la prima sera-
Il suo tono era roco e risuonava basso nella stanza calda, lo osservai mentre giocherellava con il suo drink, descrivendo la circonferenza del bicchiere con il suo dito indice.
-quindi non vuoi- dissi, fingendo dispiacere.
-non ho detto questo, forse non mi sono spiegato bene...- provò a spiegarmi, gesticolando nervosamente.
-Forse dovresti parlare di meno ed agire di più-.
Ripensai alle mie parole, e sentii un leggero rimorso montarmi dentro, che divenne visibile non appena morsi delicatamente il mio labbro inferiore, chiedendomi se avesse colto la sfida celata dietro le mie parole.
Osservai Ignazio scattare in piedi, posizionandosi velocemente davanti a me.
Una grande ombra mi avvolse del tutto, i suoi occhi scuri scintillavano nel buio improvviso che mi avvolgeva, i suoi riccioli ordinati ricadevano sulla fronte alta e l'angolo destro della sua bocca di sollevò leggermente, rivelando un sorriso malizioso e cattive intenzioni.
-forse per una volta hai ragione- sussurrò con un filo di voce, quanto bastava affinché percepissi un senso di paura e insicurezza avvolgermi del tutto.
Il coraggio non era di certo una delle mie doti migliori, a dire il vero non era assolutamente una mia dote, eppure, in quel momento, sentivo di poter dire o fare tutto ciò che fino a quel momento avevo creduto fosse del tutto fuori dalla mia portata, all'unica condizione che Ignazio fosse con me.
Si chinò su di me, prendendo le mie mani e portandole dietro il suo collo, abbassò poi lo sguardo sulle mie gambe accavallate, ed insidiò una mano tra le mie cosce, separandole.
Lasciai che le mie azioni fossero guidate dalla sua volontà mentre stringevo le gambe attorno alla sua vita, un momento prima che mi sollevasse di peso.
Portò le mani al di sotto del miei glutei, ma non c'era alcuna malizia nell'azione, era semplicemente alla ricerca di maggior stabilità e forza per reggere il mio peso.
Salì agilmente la piccola rampa di scale, intervallando la salita con piccole pause, i suoi occhi incatenati nei miei non lasciavano trasparire la fatica del momento, tutto ciò che potevo leggervi era il desiderio.
Fummo avvolti dal buio più totale non appena giungemmo al piano superiore, Ignazio avanzava tentoni nell'oscurità più assoluta mentre cercava con lo sguardo di mettere a fuoco le diverse stanze.
La piccola camera da letto si trovava al termine del lungo corridoio, una piccola porta in legno semiaperta ci separava dal piccolo e caldo ambiente.
Ignazio varcò sicuro la soglia e si avvicinò al grande letto, proprio nel centro della stanza, lasciando che vi ricadessi pesantemente.
Il materasso si contrasse sotto il mio peso, lunghe ciocche mi ricoprivano il viso mentre la mia risata divertita si diffondeva nella piccola stanza.
Osservai dal basso la sua figura scura distendersi sulla mia, mentre spostava delicatamente le mie ciocche dietro le orecchie, rivelando il mio viso rilassato e divertito.
-potresti urlare e nessuno ti sentirebbe- disse, disegnando dei cerchi immaginari sulla pelle nuda del mio braccio.
Ed era ciò che volevo, la più totale alienazione da tutto ciò che avrebbe potuto ricordarmi chi ero io e chi era lui, e cosa si riservava il domani.
Desideravo con tutta me stessa che quell'attimo durasse in eterno, desideravo che il mondo dimenticasse Ignazio perché me lo stava portando via.
-non vorrei essere in nessun altro posto, se non qui con te- le mie labbra sembrarono muoversi senza aver ricevuto nessun comando effettivo da parte del mio cervello, quelle parole rimasero sospese nell'aria carica di elettricità ed eccitazione per alcuni secondi, prima che Ignazio premesse il suo bacino contro il mio e mi baciasse con dolcezza.
Raggi di luna penetravano attraverso la finestra, piccole scie di luce fredda illuminavano gli occhi di Ignazio, i ricci scuri proiettavano le loro ombre sul suo viso scuro mentre mi osservava con attenzione.
Incrociò le braccia e afferrò saldamente due lembi della sua T-shirt grigia, tirò dolcemente verso l'alto, scoprendo lentamente il suo addome vigoroso e rivelando i suoi fianchi nudi, i jeans bassi lasciavano scoperta la parte bassa del suo addome, perfettamente liscia, un leggero accenno della linea inguinale fu visibile non appena sollevò completamente le braccia, sfilando la maglietta.
Scosse con vigore i capelli, abbassando le braccia e gettando la maglia lontano, in un angolo della stanza.
Osservai i suoi pettorali definiti per pochi secondi, prima che tornasse ad abbassarsi su di me, sfiorandomi leggermente la guancia rossa con il dito indice.
Si posizionò cavalcioni su di me, facendo attenzione affinché non mi facesse male, le sue ginocchia ai lati del mio bacino, le sue mani sul mio petto tentavano di sbottonare la camicia bianca che indossavo.
La seta bianca della camicetta ricadeva morbida sul mio petto, man mano che Ignazio sbottonava i piccoli bottoni la stoffa ricadeva di lato, svelando la mia pelle candida e i miei seni piccoli.
Non ci volle molto prima che il leggero capo d'abbigliamento raggiungesse la T-shirt di Ignazio sul pavimento.
Si chinò su di me, baciandomi dolcemente il collo e tracciando linee immaginarie con la sua lingua agile.
Le sue mani corsero ai piccoli ganci del mio reggiseno mentre i suoi denti mordicchiavano il mio lobo, provocandomi forti brividi e leggeri mugolii abbandonarono le mie labbra morbide.
Morsi forte l'interno della mia guancia non appena i miei seni furono liberati dal reggiseno nero, socchiudendo gli occhi al suo tocco leggero che mi provocò la pelle d'oca.
Inarcai la schiena non appena le sue labbra presero a giocare con i miei seni e con i miei capezzoli turgidi, aumentando l'intensità dei morsi non appena i miei gemiti diventarono più forti.
Ansimai leggermente e spalancai gli occhi, accorgendomi solo in quel momento di averli chiusi per tutto il tempo.
Osservai le iridi scure di Ignazio e un ghigno divertito si levò dalle sue labbra, le mie mani strinsero forti le lenzuola quando prese a biaciarmi con passione, mentre le sue mani stringevano forte i miei seni.
Portai le mani alla cerniera dei suoi jeans, sfilai il piccolo bottone dall'asola e tirai giù la zip metallica.
Giocherellai per un po' con l' elastico dei suoi boxer, senza interrompere mai il bacio, nonostante i piccoli ansimi che intervallavano l'incontro delle nostre labbra, il suo desiderio pulsava contro il mio corpo.
I boxer umidi a contatto con la pelle del mio addome mi fecero trasalire, la stoffa bagnata era poggiata contro la mia pelle nuda mentre si sollevava sulle braccia e si metteva seduto cavalcioni su di me.
-non è divertente- disse ansimando.
Mi piaceva provocarlo, avere il controllo sulle sue sensazioni e poter manipolare i suoi sentimenti a mio piacimento.
Si alzò velocemente, sfilandosi i jeans scuri con fatica, boccheggiando in cerca di ossegno che il nostro bacio gli aveva sottratto.
Mi sedetti sul letto, poggiando la schiena contro la testiera del letto e scuotendo i capelli scuri con una mano, i quali ricaddero pesanti sui seni arrossati.
Piegai le ginocchia e le cinsi con le braccia, accarezzando la stoffa chiara dei miei jeans attillati, e portando lo sguardo verso la finestra.
Mi tornarono alla mente le notti trascorse nella mia terra, nella mia casa, con le persone che amavo e che avevo deluso.
Le immagini delle nottate trascorse con mia sorella mi affollarono la mente, io e lei distese in giardino, cullate dal dolce canto delle cicale e illuminate dalla luce della luna, risate indistinte si confondevano e si perdevano bel buio della notte, i nostri capelli intrecciati con fili d'erba e la pelle nuda a contatto con la rugiada del mattino.
Percepii un senso di abbandono e desolazione, sentii la solitudine dilaniarmi le viscere e avvolgermi completamente.
Una piccola lacrima mi rigò il volto, brillando alla luce lunare.
Passai velocemente il dorso della mano sulla guancia umida, nel vano tentativo di nascondere la mia vulnerabilità ad Ignazio, ma la mia speranza risultò del tutto vana.
Osservai un'espressione preoccupata dipingersi sul suo viso prima che si sedesse accanto a me.
Posò la sua mano grande sul mio ginocchio piegato, accarezzandolo leggermente con il pollice e puntando i suoi occhi nei miei.
-che succede?- chiese in un sussurro.
Il suo busto ancora nudo era voltato verso di me, le gambe piegate e lo sguardo basso, sembrava quasi temesse di incontrare il mio.
Gli lanciai uno sguardo furtivo prima di abbassare completamente la testa, lasciando che i miei lunghi capelli neri mi ricadessero pesantemente davanti al volto, come a potreggermi dal mondo esterno.
-va tutto bene- provò a rassicurarmi, avrei voluto dirgli che era davvero così, che non c'era nulla di cui preoccuparsi, ma ogni mio tentativo di rassicurarlo si concretizzava nel silenzio più assoluto.
Sentivo una nuova forza, una nuova senzasione invadermi il corpo, la consapevolezza che non avrei potuto più ingannarlo, non lui, e nemmeno me stessa.
Mi accarezzai la pelle feddra del polso, e affondai le unghie nella carne viva.
Non volevo ricordare, non volevo pensare a loro, non volevo soffrire.
Dovevo allontanare quelle immagini di tempi lontani dalla mia mente, dovevo allontanare le emozioni e le sensazioni che sentivo avvicinarsi sempre di più e che non avrei potuto sostenere.
Affondai con più forza le unghie nella pelle, ruotandole leggermente per aumentare l'ampiezza e la profondità delle piccole ferite che mi ero provocata.
Le sentivo.
Sentivo la nostalgia, i sensi di colpa, la tristezza, il rimorso e la mancanza.
Sentivo tutte le sensazioni dalle quali fino ad allora ero fuggita.
Mi ero appena svegliata dal mio lungo periodo di coma, l'anestesia si era esaurita e aveva lasciato spazio alle emozioni.
Mi ero esposta, avevo deciso di rischiare e di provare a riavvicinarmi alla felicità, e la consapevolezza che oltre alla felicità avevo risvegliato anche vecchi sentimenti assopiti sembrò piantare un paletto nel mio cuore.
Non sento niente.
Non c'è nulla da temere.
E invece sentivo, sentivo tutto ciò da cui ero scappata negli ultimi anni, percepivo nuove sensazioni, nuove emozioni, osservavo i colori farsi più vividi ai miei occhi, i suoni amplificarsi, i sensi destarsi dal lungo letargo.
-Smettila!- la voce dura di Ignazio suonò amplificata alle mie orecchie, sobbalzai a quel suono tanto forte.
Mi voltai di scatto, i miei occhi osservarono il suo viso come fosse la prima volta, notando nuovi particolari da imprimere nella mia mente.
Afferrò la mia mano e la allontanò violentemente dal mio braccio, avvicinò poi le labbra ai piccoli segni rossi dai quali fuorisciva una piccola scia di sangue.
Baciò le mie ferite, e il suo gesto mi fece precipitare nell'oblio più totale.
Divenni improvvisamente consapevole di ciò che era stata la mia vita negli ultimi anni, delle mie azioni, di tutte le persone che avevo allontanato nel corso degli anni.
Il suo gesto sembrò segnare la fine di un percorso durato anni, un percorso che avevo intrapreso da sola e che sembrava essersi appena interrotto.
Un brusco cambio di direzione, una virata radicale mi stavano ora conducendo verso un nuovo inizio, dovevo solo scegliere.
-vieni con me- sussurrò al mio orecchio.
Ignazio leggeva dentro le persone, ne ero sicura.
-vieni con me e non sentirai mai più il bisogno di farlo- e mi baciò dolcemente.

*

Buon pomeriggio a tutte ragazze,
inizio con il chiedervi scusa per tutto il tempo che vi ho fatto aspettare e con il ringraziarvi per i commenti e le visualizzazioni che continuano ad aumentare, non avrei mai immaginato una cosa del genere, sei fantastiche!
Ho pensato davvero tanto a cosa scrivere in questo capitolo e alla fine l'ho scritto di getto, senza riflettere troppo e questo è il risultato finale, spero di non deludervi! :)

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