17.

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-Alla riunione...?
-Si alla riunione, non pensare che solo l'Ordine le organizza...lì chiederai al Signore Oscuro di far parte della sua grande e unita famiglia perché vuoi a tutti i costi che il potere sia dalla sua parte e lo pregherai in ginocchio dicendo quanto è invincibile e potente finché lui non ne avrà abbastanza.
Si girò andando verso uno scaffale e prese una pila di fogli di pergamene riordinandoli come se niente fosse.
Marlene cercava di immaginarsi quella scena e le vennero i brividi.
-Ah dimenticavo, ovviamente ti lascerà il marchio così ti ricorderà a vita a chi sei appartenuta. Ti dico subito che il marchio non si toglie finché non muore colui che lo ha inventato...e comunque non se ne andrà del tutto.

Lo diceva con tranquillità come se fosse abituato ed effettivamente lo era.
-Capisco...
-Ti consiglio di prendere un mantello più pesante.
Le porse distrattamente un mantello più grande del suo e molto più pesate, Marlene non riusciva a tenerlo con una mano.
Annuì brevemente in segno di gratitudine sotto lo sguardo dell'uomo che la squadrava dalla testa ai piedi.
-Quanto potrebbe durare una...
-Fin quando sarà necessario secondo il Signore Oscuro. Se vuoi rimanere viva almeno per un po' e conquistare almeno minimamente la sua fiducia non essere melliflua. Nota subito quando qualcuno si comporta in modo falso.
Ti avviso che non smetterà di fare qualcosa se lo preghi, non risparmia niente e nessuno quando ne ha bisogno.
Annuì in silenzio abbassando lo sguardo sul mantello che aveva in mano e dopo qualche secondo alzò la testa.
-Non possiamo fare troppo tardi ti consiglio di muoverti.
Per fortuna aveva la sua bacchetta con se e non avrebbe dovuto correre per prenderla. Anche se dubitava che sarebbe servita.
-Come ci andremo?
-Fai meno domande e osserva un po' di più.
Rispose quasi seccato mentre camminava nella direzione dell'uscita dal castello. Marlene faceva abbastanza fatica a seguirlo perché aveva un passo estremamente veloce.
Si fermò dopo essersi allontanato abbastanza dal castello e non appena la donna lo raggiunse, le afferrò il polso attirandola a se e tutto ciò che la donna riuscì a vedere fu una nuvola nera che li avvolgeva.
Stava quasi per tirare un urlo quando sentì di non essere più con i piedi sul suolo, stavano volando e anche velocemente. Intorno a loro c'era sempre quel velo scuro e capì dopo qualche secondo che Severus la stava ancora tenendo a se. Riconobbe questo suo aspetto che vide quella volta al ministero. Da quel che sapeva solo i mangiamorte erano dotati di questa capacità, che vista da un'altro punto di vista sembrava particolarmente inquietante.
Sapeva che non sarebbero caduti, ma per tutto il viaggio era accompagnata da una massima tensione in tutto il corpo. Non gli era mai stata così vicino, persino attaccata, la sua mano le circondava la vita e la schiena. La donna sentiva la grandezza del suo palmo e le sue dita affusolate impigliate nel suo maglione. Non voleva crearsi illusione false, ma sperava così tanto che anche per lui quel momento non fosse indifferente.
L'uomo atterrò sul suolo liberandosi di quell'aura nera intorno a lui e guardò la donna. -Adesso non parlare finché non ti rivolge la parola per primo.
Marlene annuì ancora in stato di adrenalina e con il respiro leggermente corto, camminò dietro a lui oltrepassando il cancello del Manor.
Tutto era così scuro, tenebroso e freddo. Severus aveva ragione, non c'era un minimo di calore in quel posto anche se non era pieno inverno.
-E sei stata fortunata ad indossare qualcosa di scuro oggi, sappi che dovrai venire così ogni volta. Non osare venire con qualcosa di particolarmente colorato.
Si sentiva come una carcerata guidata nella cella.
-Non parlarmi come se fossi-
-Smettila di lamentarti e stai zitta.
La donna rimase colpita da quella frase, dalle ultime due parole. Aveva perso ogni voglia di parlare e rimase in silenzio.
Salirono le scale e raggiunsero la grande sala.
Calò il silenzio e tutte le teste si girarono verso la loro direzione.
-Severus...mio caro amico sei finalmente arrivato. Pensavamo di averti perso, perdonaci abbiamo già cominciato senza di te.
Marlene sentì il suo corpo gelare dal sentire quella voce roca, così innaturale e inumana.
-Vedo che ci hai portato qualcuno...avanti.
Severus spinse leggermente la donna davanti a se per poi mettersi alla destra di Voldemort, seduto su una grande sedia. Era un cerchio e Marlene doveva esserne al centro.
-Bene...hai dei buoni gusti Severus non c'è nulla da dire.
Tutti sghignazzarono disgustosamente squadrando la donna.
Sentiva il suo stomaco ribaltarsi alla sola immagine di avere le mani di uno di loro sul suo corpo.
Piton non si mosse, sulla sua faccia non ci fu un minimo di emozioni o reazione.
-Sei qui per aggiungerti a noi suppongo?
-Si Mio Signore.
Abbassò la testa pronunciando quelle parole.
-Sono Marlene Gray, Signore.
-E perché dovremmo integrarti nel nostro cerchio, Marlene?
Pronunciò il suo nome con tono divertito, la donna riusciva ancora a sentire risate.
Si sentiva già così umiliata.
-Deve sapere che prima non mi ero mai decisa, ma la assicuro che l'idea di far parte di un gruppo del genere mi riempiva di entusiasmo. Lei è destinato al potere e io sarei onorata ad aiutarla per raggiungerlo. La prego di rendermi una di voi, voglio esserle fedele. A Lei soltanto.
Disse con la massima sicurezza che poteva.
-Mh...interessante.
Voldemort si alzò dalla sedia e si avvicinò alla donna.
-Non sappiamo ancora a cosa sei capace...ma potrai essere tranquillamente utile per altro. Dopotutto i miei uomini hanno bisogno di una ricompensa ogni tanto.
Sogghignò alzandole il mento con un dito.
Le sue gambe tremavano e sentiva di svenire da un momento all'altro.
-Severus...dove hai pescato un tesoro così insolito e raro?
Gli uomini risero tutti insieme.
-Era una mia studentessa...adesso collega.
-Quindi abbiamo un'altro contatto diretto con il nostro nemico eh? Beh se dici di essere così fedele, credo che un' altra spia non ci farebbe male. Conosci bene il castello?
-Abbastanza bene Signore.
-In ogni caso se porterai problemi e non manterrai la tua promessa potrò semplicemente ucciderti. Non lo vuoi vero?
Le bisbigliò avvicinandosi al suo viso.
-Allora ti conviene fare un buon lavoro.
Le afferrò il braccio e la donna non fece neanche in tempo di abbassare lo sguardo quando sentì la punta della bacchetta inchiodata nella sua pelle. Sentiva come venisse inondata da un bruciore, come se dentro stesse scorrendo acqua bollente. Era il suo sangue.
Infatti dopo pochi secondi, sentiva che la temperatura del sui corpo era molto più alta.
Guardò il braccio, occupato adesso da un enorme marchio.
La sua buona capacità di sopportazione sembrava cedere, stava per piangere o urlare o cadere a terra, ma rimase completamente immobile e alzò la testa.
-Congratulazioni, non è per tutti. Sei qui solo perché mi fido di Severus.
Ci presterai ogni tanto il tuo bel passatempo?
Altre risate, sghignazzi, sguardi disgustosi.
Le sembrava di non sentire più nulla.
-La ringrazio infinitamente mio Signore, prometto di esserle fedele e di fare del mio meglio per non deluderla.
Lo guardò negli occhi sforzando la sua resistenza al massimo, dopo che Voldemort iniziò a parlare con i suoi seguaci, si mise poco più distante da Severus e mantenne la testa alta per la maggior parte del tempo.
Dopo quell'ora, o forse di più, ritornò al castello.
I due non parlarono, non si aspettava parole di conforto dall'uomo e quella volta apprezzò il silenzio.
Non si salutarono neanche e presero corridoi diversi.
Non è vero però che Severus era indifferente verso ciò che era successo, per l'ennesima volta, anche da morto, Albus lo fece andare su tutte le furie.
Cominciò a pensare per tutta la notte come far si che la donna non debba fare ciò che rovinerebbe ancora di più la sua esistenza.
Marlene si rannicchiò nel suo letto, con il braccio stretto al suo petto e pianse fino ad addormentarsi.

Sarcasmo e Pazienza.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora