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Harry, seguì la professoressa e la medimaga. Entrarono nell'infermeria. Madame Pomfrey posò l'uomo su uno dei lettini che c'erano. Era già svenuto. La medimaga iniziò a cercare delle pozioni.
Quando le trovò inziò a versarle nella bocca del professore, prima una di un colore verde smeraldo e un'altra di un colore giallo quasi oro. Harry non sapeva di che pozioni si trattassero, ma sapeva che avrebbero aiutato.

- Sta tranquillo ragazzo, si sveglierà, vai dai tuoi amici ti chiamerò se ci saranno novità.
Disse con un sorrise rassicurante la professoressa di trasfigurazione.
Quando arrivò in Sala Grande Ron ed Hermione gli andarono incontro.

-Come sta Harry?
Chiese con ansia Ron.

-Deve espellere tutto il veleno e gli è salita la febbre. Dicono che andrà tutto bene.

Remus, che stava aiutando il professore di incantesimi, quando notò che Tonks fosse in compagnia di Andromeda arrivata con Teddy. Suo figlio che ha dormito tutta la notte, mentre i suoi genitori lottavano per il suo futuro.

-Vai da loro! Finirò tutto io tranquillo, hanno bisogno di te.
Disse il basso professore.

Remus si avvicinò alla moglie con il figlio in braccio e li abbracciò.
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-Pensi che riusciremo ad andare avanti?
Chiese Ginny.

-Si, perchè no?

-Bhe, pensa cosa succederà in questi mesi, sarai circondato da persone che vorranno sapere tutto su di te, sulla tua vittoria, su com'è essere il Prescelto.
Non avrai tempo per una relazione seria, e io non riuscirò a far finta che tutto sia perfetto.

Rispose lei con lo sguardo sul pavimento.

-Ginny...guardami

Le prese il mento con le dita e fece in modo che lo guardasse.

-Non mi importa del successo, non voglio essere famoso, ho combattuto come tutti gli altri, per il bene, per la libertà di tutti e ho combattuto  per il nostro futuro, tu sei la mia felicità e ti voglio avere accanto. Tu sei infinite volte più importante.

Le prese il viso tra le mani e la baciò.

Ginny si fidava di lui e credeva nelle sue parole,vedeva nei suoi occhi sincerità, e questo le bastava.

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Ero tutto buio, non vedeva niente, iniziò a camminare senza sapere dove. All'improvviso si accesero delle fiamme, era circondato dal fuoco, iniziò a sentire caldo, la testa gli faceva male, cercò la sua bacchetta, ma non la trovò.
Sentì un rumore strano, sembrava un serpente che si avvicinava. Lui non capiva da dove venisse.
Un grosso serpente gli saltò sul collo mordendolo provocando un dolore lancinante.
Aprì gli occhi e si alzò di scatto, urlando  e tremando con il respiro affannato. La luce era troppo chiara per lui e dovette chiudere di nuovo gli occhi per poi aprirli piano per abituarsi alla luce.

-Severus, è tutto ok sei salvo era solo un   incubo tranquillo.

Sentì la voce di Minerva che lui conosceva molto bene.

Riuscì finalmente ad aprire gli occhi del tutto e vedere cosa accadeva intorno a lui nella stanza.
Vide la sua collega, che  gli teneva la mano, la medimaga in cerca di qualcosa nell'armadio e...

Potter.

Severus capì che era in infermeria, capì che era vivo.

-Severus come ti senti?

Gli domandò la medimaga.

-Bene, benissimo direi, sono in piena salute.
Rispose con sarcasmo com'era suo solito.

-Che bello vedere che non è cambiato professore.

Disse il ragazzo con la cicatrice,
con voce tremante e un leggero sorriso.

-Spiritoso Potter.

-Severus dimmi per favore come ti senti.
Disse irritata la medimaga.

-Ahh...mi fa male la testa e ho caldo. Va bene?
Rispose lui sbuffando irritato.

- Va bene, è normale hai avuto la febbre alta per una settimana quindi...

-Ero in coma per una settimana?
Chiese lui stupito.

-Si caro, ma l'importante è che ora stai bene.
Prese parola Minerva.

-Tieni bevi questo.

La medimaga gli porgeva una boccetta con un liquido arancione. L'uomo la guardò male e con malavoglia bevve il contenuto.

-Sono felice di vedere che sta bene professore. Io devo scendere ad aiutare gli altri. Arrivederci.

-Arrivederci Signor Potter.
Lo salutò la professoressa di trasfigurazione.

Felice?
Perchè Potter era felice del fatto che lui stesse bene?
Severus pensava che nonostante abbia scoperto la verità il ragazzo avrebbe continuato ad odiarlo. Ma no si vedeva che era veramente sollevato dal fatto che lui stesse meglio.

-Posso parlarti?
La strega si sedette su una sedia accanto al suo letto.
Lui fece "si" con la testa senza dire nulla.

-Severus, non sai quanto mi dispiace, ti chiedo scusa, non ti credevo. Albus si fidava di te anche io avrei dovuto.

-Minerva...non scusarti...non hai colpa.
Ho fatto il mio dovere. Va tutto bene.
Disse cercando di non continuare il discorso.
La strega gli sorrise con le lacrime agli occhi. Era un sorriso materno il suo, pieno di dolcezza.

-Sappi che se avrai bisogno io ci sono.
-Se sei sopravvissuto ci sarà un motivo Severus. E non pensare neanche che non sei degno di vivere. Entrambi sappiamo che c'è qualcuno su questo pianeta che può cambiare la tua vita. Non mentire a te stesso almeno. Quel qualcuno sarà infinitamente felice di vederti vivo.
Disse lei seria.
Lui la guardò in silenzio penetrandole l'anima con lo sguardo. Capiva perfettamente di chi stava parlando, ma non voleva pensarci.
-Davvero? E chi?
Alzò un sopracciglio e fece finta di non capire.
Minerva scosse la testa e si alzò.
-Piton non ripetere gli stessi errori.
E con queste parole, uscì dall'infermeria lasciando Severus Piton da solo, perso nei suoi pensieri.

Sarcasmo e Pazienza.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora