Nervosamente tuffai il naso fra il mazzo di rose che avevo preparato apposta per lei, l'odore inebriante calmò per un istante la mia tensione che tornò dopo pochi minuti.
A breve avrei avuto un appuntamento con una - a parer mio - delle donne più belle e splendide della terra, il suo nome era Isabella ed avevamo incominciato a frequentarci da diversi mesi, finchè non ci fidanzammo.
Quella sarebbe stata la nostra prima vacanza da coppia.
In quel momento la stavo aspettando seduta ad un tavolo dell'agriturismo in cui avevo prenotato, con in mano un mazzo di rose mentre sgranocchiavo un pezzo di pane per far passare il tempo. Una cameriera si e no sulla diciottina mi si avvicinò con un taccuino ed una penna. « vuole ordinare? » domandò gentilmente, al che mi affrettai a rispondere « oh no! Sto aspettando una persona » lei annuii e si recò ad un'altro tavolo.
Sospirai e distesi la schiena sulla sedia. "Ma quanto ci mette?" mi chiesi, ma proprio quando stavo per prendere il telefono per sentire a che punto stava la vidi apparire davanti all'ingresso pieno di fiori: si era fatta un incantevole treccia tra cui aveva incastrato diverse margherite, indossava un vestito bianco e legero e portava un paio di ballerine in tinta con l'abito.
Avvampai; era semplicemente bellissima: quel vestito le fasciava perfettamente il corpo formoso lasciando un'apparente eleganza con un tocco sexy.
Con un passo lento si diresse verso di me e ma mano che si avvicinava il suo profumo di lavande e miele si faceva sempre più forte, inebriandomi piacevolmente il naso.
« ciao... » mi salutò con voce smielata, facendomi avvampare ancora di più. « c-ciao Isa...sei bellissima stasera- cioè lo sei sempre- » e le spinsi il mazzo di fiori sotto al naso. Emise una risatina cristallina ed accettò volentieri i fiori. Senza dire altro ci studiammo i menù ed in fine - sempre tramite la ragazza di prima - ordinammo i nostri piatti. Isabella ripose con cura le rose nella borsa, poi per rompere il ghiaccio formatosi iniziò a parlare « (T/n) sai, sono una appasionata del linguaggio dei fiori... » lentamente, con movimenti civettuoli poggiò la mano sopra alla mia, mi irrigidì. « sai...la rosa è simbolo di amore, bellezza, eccellenza...passione » l'ultima parola la scandì con un improvviso tono sensuale e pian piano uno stano calore si stava propagando nel mio basso ventre. Isabella sembrava incline a ad aggiungere qualcos'altro con quello sguardo languido ma prima che potesse la cameriera ci consegnò le nostre pietanze.
Da lì proseguimmo la cena tranquillamente, non ci furono più movenze o discorsi provocanti da parte di Isabella...il che mi dispiacque un po'...
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Non appena finimmo di mangiare pagai il conto e con la macchina ci dirigemmo verso il nostro appartamento che coinsisteva in una sottospecie di torre formata da diverse pietre scure, a torno ad essa era posizionata una scala a chiocciola che portava sulla terrazza, sparse in giro c'erano diverse finestrelle con ad ogni davanzale un vaso di fiori sempre diversi.
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