Dovrebbe essere qui.

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"Allora che ne pensi?" Mio padre teneva fra le mani un progetto, ed io lo studiai attentamente.

"Qui andranno le sedie?" Indicai i laterali della passerella e lui annuì.

"Secondo l'architetto, le puoi mettere anche come panche..."

"Pensavo più ad un aspetto fiabesco."

"Alice... Piacere." Un uomo sui trent'anni entrò nella stanza illuminando tutto col suo sorriso.

"Piacere, tu sei?" Domandai tendendo la mano.

"L'architetto, ma puoi chiamarmi Claudio."

"Immagino che tu ti chiami così." Scherzai liberando la presa della mia mano.

"In teoria sì. Allora... ti sposerai." Sembrava deluso, ma ciò non importava.

"Mia figlia pensava ad un aspetto più fiabesco, giusto Alice?" Mio padre interruppe gli sguardi ed io annuii tornando al progetto.

"Dov'è lo sposo?" Non voleva mollare.

"Non è potuto venire, idee?" Tagliai corto, sedendomi sulla sedia enorme dell'ufficio di mio padre.

"Dovrebbe essere qui." Rimarcò l'uomo.

"Idee per il progetto." Risposi puntando il dito sul foglio.

"Fiabesco... Ecco a vederti mi viene un'idea di romanticismo, misto a candida purezza e un accenno di favola... quindi io potrei azzardare nel dire che potremmo progettare un qualcosa di sensazionale. Badget?"

"Non ne ho, mi sposo una volta nella vita e dovrà essere perfetto." Risposi incrociando le braccia.

"Ok... allora possiamo pensare a delle sedute in legno... monterei anziché delle luci a terra, dei lampioncini a mezza altezza e dei pali fissi in legno per mantenere luci..."

"Ok le sedute, per quanto riguarda le luci sarà al tramonto e le luci non dovranno intaccare l'aura del momento..."

"Non troppo luminoso ho afferrato."

"Per quanto riguarda il parapetto... non voglio che sia pericoloso ma neanche che perda l'effetto."

"In legno come il fodero della pedana?"

"Io devo correre via, ma tutto questo me lo puoi mandare per mail o per messaggio." Mi alzai guardando l'orologio.

"Alice, ci penso io a dargli il numero e fare tutto... Corri." Mio padre capì dal mio viso, che non potevo dare di nuovo buca a mia cugina.

"È stato un piacere." Strinsi la mano dell'uomo che inchiodò lo sguardo nel mio.

"Tutto mio." Rispose con un sorrisetto.

Guardai il cellulare pieno di notifiche. Il gruppo con i nostri amici era in piena attività.

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