CAPITOLO 13

874 38 8
                                    

"Amico"

<<Hai fatto?>> sbuffai, dato che ero disteso su quella panca da piu di un'ora mentre aspettavo Ares che sembrava essersi addormentato in quella dannata doccia

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.


<<Hai fatto?>> sbuffai, dato che ero disteso su quella panca da piu di un'ora mentre aspettavo Ares che sembrava essersi addormentato in quella dannata doccia.

<<Harvey mi sto annoiando!>> mi lamentai nuovamente << Sono le sei del mattino, dovremmo rientrare!>> mi alzai e mi avvicinai alle doccie, in modo che mi sentisse meglio, sentisse meglio i miei lamenti.
<<Ares! andiamo oppure ci uccideranno.>> continuai, lui inaspettatamente uscì dalla doccia.
Dannazione.
Mi coprì immediatamente gli occhi, ero imbarazzato e nervoso.
Lui mi passò accanto interamente nudo e non curandosi di questo, afferrò l'asciugamano e se la avvolse in vita.
<<Ho lasciato un bigliettino dove dicevo che eravamo andati insieme a prendere la colazione per tutti quindi non preoccuparti.>> mi tranquillizzò, io intanto ero ancora di spalle con la mano posizionata sugli occhi.
<<Ho indosso i pantaloni, puoi voltarti, andiamo ci hai dormito sulle mie "tette".>> aveva usato uno pseudonimo scherzoso, mi voltai lentamente e pian piano calai la mano e riaprì gli occhi.
<<Perché le chiami tette?>> chiesi giocosamente <<Perché cosi le hai chiamate tu mentre dormivi.>>.
<<C-cosa cavolo stai dicendo?!>> la vergogna mi persuase completamente << Cito testualmente: "le tue tette sono davvero comode">> sorrise beffardo.
<<Non ci credo è impossibile.>> Mi voltai nuovamente poggiando una mano sul capo e sbattendo ripetutamente il piede destro sul pavimento.
<<Non preoccuparti, l'ho preso come un complimento.>> si prese gioco di me.
<<Ora andiamo a casa, per favore , prima che sprofondi in questo stesso pavimento. Aspetta! avevi detto di avere un regalo per me!>>
<<Non è ancora il momento, ti avviserò quando avrò intenzione di dartelo.>>
<< Posso sapere almeno cos'e?>>
<<Ovvio...che no.>> ghignò <<E andiamo! non si fa così.>>
<<Comunque quella felpa ti sta davvero bene, si abbina ai tuoi bei occhi.>> sorrisi alle sue parole.

Era la prima volta che qualcuno mi faceva un complimento.

<<Grazie...>>
<<Perché sei arrossito? strano che nessuno ti abbia mai detto come i tuoi occhi azzurri possano incantare così tante perosone.>>
<<Perché dici queste cose?>>
<<Non saprei.>> Fece spallucce.
<<Quando fai così sembri meno...tu.>> mi grattai il capo.
<<Parli come se mi conoscessi, Biondino.>>
<<Perché non provi a farti conoscere?>> lo sentì respirare rumorosamente <<Tu che interesse hai nel farlo Ragazzino ?>> mi fissò ancor più intensamente negli occhi <<Non saprei, voglio solo...farlo.>>
<<Sai, ho sempre creduto tu fossi solo troppo ingenuo per distinguere il bene dal male, invece no, sei proprio uno stupido.>>
<<Sono stupido solo perché vorrei ruscire ad esserti amico?>>
<<Amico? io non ho bisogno di un cazzo di amico.>> Indossò la maglia.
<<Io credo di si, tutti ne abbiamo bisogno.>>
<<Uno come te non dovrebbe essere "amico" ad uno come me.>>
<<Perché no? per quanto ne so anche i cattivi nei film hanno solo bisogno di essere compresi, amati e eloggiati talvolta.>>
<<È questo il ragionamento che ti poni ogni volta che alexis ti colpisce? è perché ha bisogno di "affetto" ?>> rimasi per qualche secondo senza parole, poi realizzai, cavolo, quando la situazione iniziava ad andare a suo svantaggio prendeva a "graffiare" e "mordere" le persone con le sue parole alquanto velenose.

One nightWhere stories live. Discover now