CAPITOLO 6

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La mia uscita di scena dal salone di casa Rossi-Harris è accompagnata da un assordante silenzio spezzato solo dai miei tacchi che macinano terreno. Non sono mai stata nel garage della villa, ma cerco di seguire l'istinto per arrivarci oltre alla scia di Chanel n5 lasciata da Kristal al suo passaggio. E infatti non sbaglio. Mi reco sul retro dell'immensa proprietà, attraverso una porta di ferro già spalancata, scendo altre scale e mi ritrovo nel grandissimo garage sotterraneo. Ci sono decine di macchine. Gabriele ed Emanuele sono già saliti su una Range Rover nera e stanno parlottando tra di loro mentre aspettano Aiden. Alex e Kristal, invece, mi attendono vicino alla Mercedes rosa di proprietà della mia migliore amica. Il marito gliela regalò per il suo ventiduesimo compleanno e da allora la tratta come un gioiello. Infatti, nonostante siano passati ben otto anni, la vettura è così lucente e pulita da sembrare nuova. Del resto, Kristal non ha mai fatto incidenti o altro. È molto prudente quando è al volante e c'è anche da dire che non guida così spesso perché solitamente ha l'autista o a guidare è Gabriele. Mi avvicino a lei sorridendo alla vista di quest'auto che mi porta alla mente tempi migliori anche se io quell'anno stavo davvero malissimo. Il suo compleanno era a settembre e solo quaranta giorni prima io ed Aiden ci eravamo lasciati perché lui aveva scoperto il mio tradimento. Anche lei stava uno schifo perché aveva deciso di rompere la sua relazione definendola tossica sia per lei che per Gabriele. Per ben quaranta giorni ci siamo fatte forza a vicenda. Né io né lei parlavamo molto della cosa, ma semplicemente c'eravamo. È stato un periodo dove la nostra amicizia ci ha salvato perché quando stavamo insieme eravamo forti e riuscivamo a nascondere il dolore che ci spezzava. Poi la differenza è stata che lei ha trovato un modo per andare avanti al fianco dell'amore della sua vita e io no. Io sono ancora qui a chiedermi se posso fare a meno dell'amore o se prima o poi vi cederò per forza. Quando anche Aiden ci raggiunge, siamo finalmente pronti a partire. Kristal sale al volante e accanto a lei si sistema Alessandra. Io mi metto dietro insieme a mia nipote Euridice che ha già preso posto nel suo seggiolino rosa confetto. "Ciao, amore" la saluto sorridendo e le accarezzo una ciocca di capelli biondi. "Ziaaaaaaaaaa" risponde lei allungando le manine per toccarmi le guanciotte. Continuo a riempirla di attenzioni finchè non giungiamo al suo nido. Kristal scende dall'auto, la prende tra le sue braccia e la accompagna nella struttura. Ne esce dieci minuti dopo e riprende il suo posto al volante. "Adesso andiamo alla DLR. Accompagno entrambe e oggi credo di fermarmi lì anche io. Alex tu già conosci il tutto, ma Desy tu ci manchi da anni e voglio farti vedere tutti i miglioramenti fatti. Voglio illustrarti il lavoro, il modo in cui l'ho organizzato e presentarti i miei dipendenti più cari sperando che tu possa continuare a dargli un lavoro. Naturalmente se qualsiasi cosa non dovesse piacerti poi sei libera di cambiare a tuo piacimento." "Grazie di quello che fai Kristal e di tutto quello che hai fatto in questi anni. Il tuo lavoro è stato sempre impeccabile e non ho mai osteggiato le tue scelte perché le condividevo. Quindi sono sicura che non avrò problemi a riprendere il tuo lavoro da dove lo hai lasciato. L'unica cosa che mi dispiace è che per farmi da cicerone questa mattina, dovrai perderti una giornata intera di lavoro alla Harris Fashion House." "Non ti preoccupare. C'è chi farà le mie veci e poi mi sono già preoccupata di dire a tutti ciò che devono fare. Il lavoro procede bene e non hanno bisogno continuamente della loro mamma chioccia. Mi fido dei miei dipendenti e so che non farebbero mai qualcosa che possa danneggiare me, l'azienda e di conseguenza il lavoro con cui campano. Comunque anche tu dovresti trovarti un'assistente, no? Potrebbe servirti!" "Lo so e infatti volevo proporlo a te Alessandra. Cosa ne dici?" "Desy, io non vorrei dirti di no. Anzi se ci tieni lo farò senza problemi, ma ho fatto molta fatica ad ambientarmi in azienda perché tutti pensavano che fossi un'incapace raccomandata dalla proprietaria e ora che ho imparato a farmi rispettare, temo che un'ulteriore promozione possa solo peggiorare le cose." "Capisco, Alex e sappi che mai ti costringerei a fare qualcosa contro la tua volontà. Troverò qualcun altro, tranquilla!" Annuisce e poi finalmente entriamo nel parcheggio privato della mia azienda. Questa è solo una delle tante succursali che ho nel mondo. La sede centrale si trova a Londra e adesso è nella mani della mia assistente Josie. Questa che per anni è stata gestita dalla mia migliore amica, ora, è allo sbaraglio senza una guida e ho deciso di occuparmene personalmente per almeno due mesi. Mi serve il tempo per capire chi è il migliore qui dentro. Devo trovare la persona più adatta a fare il capo. Scendiamo dall'auto rosa shocking e ci avviamo alle porte di vetro che si spalancano al nostro passaggio. Alla reception ci sono un paio di ragazze non molto più grandi di me che ci guardano sorridendo. Ci hanno già riconosciute. Per accedere agli ascensori serve il badge e Kristal mi porge il suo. Ormai non le serve più. Saliamo al quarantesimo piano e davanti a noi si apre un ambiente molto diverso. Lo spazio è arioso e inondato di luce naturale. Le pareti e il pavimento sono bianchi e sulle pareti ci sono quadri, copertine di riviste autografate, foto mie e di Kristal agli eventi pubblici, alcune sfilate a cui la mia migliore amica ha partecipato e tanti premi e riconoscimenti che la mia azienda ha ricevuto nel corso di tutti questi anni. Tutto il piano è occupato dagli uffici della DLR. Ci sono bagni, un bar, due sale riunioni, l'ufficio della mia migliore amica che ora tornerà ad essere mio e poi le stanze dove lavorano gli stilisti, i sarti e tante altre persone che fanno parte della mia invincibile e infallibile squadra. Poi c'è un'altra stanza di cui solo io avrò le chiavi che è quella dove vengono portati i vestiti della collezione che nessuno può guardare prima della sfilata. Sono i capi di punta dei servizi fotografici e assolutamente nessuno ha il diritto di vederli. Alex scompare immediatamente dalla mia vista recandosi nella stanza degli stilisti mentre Kristal avanza e arriva fino al bar. Da questa posizione centrale all'interno della casa di moda, richiama l'attenzione generale. "Signore e signori venite tutti qui. Voglio che facciate conoscenza con il nuovo capo." Tutti si dispongono di fronte a noi attenti come bravi soldatini. "Come sapete io non lavorerò più qui, ma per voi ci sarò sempre. Abbiamo creato una famiglia prima che una squadra e di questo sono tanto orgogliosa. Voglio bene ad ognuno di voi!" "Signora Rossi, lavorare per lei è stato un piacere. Ci ha sempre trattato con rispetto ed è stata un capo severo quanto giusto con ognuno di noi. Lei sarà sempre parte della DLR." "Grazie a tutti" risponde commossa la mia amica. "Ricordo perfettamente quanto è stato difficile integrarmi qui. Ero un'estranea venuta a comandare ai vostri occhi, ma insieme ci siamo fatti le ossa. Ora, però, il nostro viaggio insieme termina qui, ma vi lascio nelle mani di colei che ha realizzato tutto questo. A fine mese è lei che paga sappiatelo. Come me è altruista, generosa, dedita solo al lavoro e sa premiare coloro che lo meritano. È meno gentile di me, però. Quindi rispettatela da subito e non fatela incazzare se ci tenete a questo posto di lavoro. La sua permanenza sarà provvisoria, ma non per questo meno importante." "Vabbene, benvenuta signorina La Rocca" dicono i miei dipendenti in coro. "Grazie a tutti. Sono curiosa di conoscervi meglio e di valutare le capacità di ognuno di voi. Io metto il lavoro al primo posto nella mia vita e ora non mi aspetto che voi facciate lo stesso, ma comunque voglio dedizione, attenzione e rispetto nei confronti di ciò che facciamo ogni giorno qui. Tra due ore voglio parlare con due rappresentati degli stiliti e due dei sarti. Voglio capire a cosa vi ha abituato la mia migliore amica fin ora e voglio poi discutere con voi del nuovo metodo da usare. Io non sono la signora Rossi e voglio che vi sia chiaro sin da subito. È possibile che con me qualcosa cambierà." "D'accordo. Allora ci vediamo tra due ore nel suo ufficio" risponde una delle dipendenti più anziane. Forse una sarta penso tra me e me. Annuisco e poi tutti tornano a lavoro. Nel frattempo, io seguo la mia migliore amica nel nostro bunker di cristallo. Ci accomodiamo su un divanetto all'angolo e Kris inizia subito  a snocciolare informazioni. "Tra due settimane, c'è una collezione intera da presentare. I vestiti sono già stati disegnati e la maggior parte anche realizzati. Ora si parla solo di perfezionarli, ma stacci particolarmente attenta a questo lavoro. Il cliente è uno che conta e poi paga bene. Ci sono anche da organizzare tre servizi fotografici con la Chanel, la Gucci e la Versace. Le prime due sono nuovi acquisti e quindi è doveroso fare una bella figura. La modella non sarò io naturalmente, ma una nuova ragazza che io ho scelto. Si tratta di Melissa, la fidanzata di Aiden. Ha delle difficoltà a livello economico e quindi ho pensato di aiutarla in questo modo." "Kristal, ma quella ragazza non ha un fisico da modella." "Lo so, ma non avevo alternative. Comunque se tu conosci qualcuno migliore di lei...." "Si, tu! Voglio che lo faccia tu. Sono anni che sei la mia testimonial. Non puoi lasciarmi così su due piedi." "Desy, guardiamo in faccia la realtà. Io non ho più vent'anni, ma trenta e il mio fisico non è più quello di una volta. Il mio ventre seppur piatto è pieno di cicatrici dovute ai parti. Sono una mamma e non posso rischiare che in giro per la city vengano esposti cartelloni pubblicitari dove si vedono il culo e le tette." "Non stiamo parlando di servizi di intimo perché so che non sarebbe nemmeno giusto chiedertelo. Parliamo di portare abiti da sera e accessori e tu sei perfetta. Pensaci! Comunque io non darò questo incarico a Melissa, sappilo. Quindi se stai rifiutando per far lavorare lei sprechi il tuo tempo." "Perché non vuoi aiutarla?" "Perché non può fare la modella. È molto bella, devo ammetterlo, ma troppo bassa e muscolosa. Le modelle sono alte e magre. So che non è bello dirlo, ma questa è la dura verità. Guardiamola negli occhi come abbiamo sempre fatto. Nasconderci ora non ha senso." "Vabbene, hai ragione su questo anche se penso che in realtà la odi solo perché sta con Aiden." "Non è vero!" "Invece sì, ma capisco che ammetterlo costi fatica. Quindi non insisterò tranquilla." "Da quando sapevi il significato del suo tatuaggio?" "Dal primo giorno in cui è venuto a vivere qui. Lo vidi a petto nudo che trasportava insieme a Gabriele i mobili nella sua nuova casa e..." "Alt, alt. Aiden vive qui?" "Sì amo. Sta nella villetta accanto alla mia. L'unica libera in questa strada. Non lo sapevi?" "Certo che no." "Pensavo di sì, ma ad ogni modo lo vidi quel giorno e poiché avevo seguito un breve corso di giapponese per via di un possibile affare con un'azienda di Tokyo, capii. Non l'ho mai detto a nessuno, nemmeno a Gab, ma in cuor mio ho sempre saputo che lui non ti aveva dimenticato e quindi ho sperato. Ho sperato che un giorno avreste appianato le vostre divergente per tornare a vivere insieme." "Non credo sia possibile, ma comunque mi spieghi perché cazzo vive qui in pianta stabile? C'è si è pure comprato una casa enorme." "Per lavoro. A differenza di te, lui si è deciso a trovare un posto definitivo in cui stare e poi qui ha gli amici, il lavoro e la ragazza. È  tutto perfetto, no?" Alzo gli occhi al cielo e poi mi avvicino alle vetrate dell'ufficio che affacciano sul centro di Sydney. In lontananza riesco persino a scorgere la Sydney Opera House con il suo tetto avveniristico. Chissà se vuole davvero stabilirsi qui in maniera permanente. Alla festa mi aveva lasciato intendere il contrario penso tra me e me. "Continua a parlarmi di lavoro per favore." "Okey, stavo dicendo che oltre ai servizi abbiamo anche dei modelli da disegnare per inviarli alla Fashion Week di Milano e Parigi. Non so se te ne vuoi occupare qui o nelle altre case di moda." "Qui. Ne approfitto visto che mi trovo per seguire personalmente i lavori." "D'accordo. Anche la mia azienda manderà alcuni capi alle sfilate." "D'accordo. Magari progettiamo anche un'intervista doppia. Rivali nel lavoro, amiche nella vita, come si è evoluto il rapporto tra Kristal Harris Rossi e Desirè La Rocca." "Wow. Un titolo straordinario. Comunque io sto anche preparando un incontro con le fan australiane del mio blog. Ci vedremo di persona e tratterò vari argomenti oltre ad invitare vari ospiti. Se vieni anche tu parliamo loro del tuo sogno, di come lo hai realizzato e di ciò che significa per te, per noi la moda." "Mi piacerebbe molto. Quando hai deciso la data mi fai sapere." "Certo! Comunque a questo punto mi sa che ci siamo dette tutto. Io vado a lavoro e ti affido il comando della nave. Non abbandonare nessuno e non fare la tiranna. Sforzati di conoscere le persone che lavorano qui perché ne vale la pena." "Ho capito Kristal, ma comunque volevo chiederti un'ultima cosa. Come funziona la storia del consiglio di amministrazione?" "La tua società è entrata in borsa. Hai tra le mani una potenza assoluta e il consiglio di amministrazione non è nient'altro che una riunione fatta da diversi soci. Le persone che ne fanno parte sono altrettanto potenti nel mondo della moda, ma sei tu quella che li tiene per le palle. Sei tu il CEO di quest'azienda e sei sempre tu quella che comanda. La cosa bella è che però nel tuo consiglio di amministrazione ci sono quasi solo donne." "E tu ci sei?" "No, Desy. Io ho preferito non farne parte. Questo mondo degli affari è spietato e mi spaventa. Non voglio finire in qualche casino perché ho troppo da perdere." "Lo so, ma sarebbe interessante farne parte insieme. Pensa che succederebbe se dividessimo a metà le quote di tutte le nostre aziende. Insieme terremo per le palle quel cazzo di consiglio perché saremmo le più forti in quel caso." "Non so, Desy e poi non mi sembra giusto. La DLR è tua e l'hai costruita con fatica, sudore, lacrime e sacrifici. Non posso prendermi la metà delle quote. E poi un giorno potresti pentirtene perché queste spetterebbero per intero ai tuoi figli e tu le vuoi dare a me." Scoppio a ridere di cuore e lei mi guarda irritata perché non capisce cosa ci sia di divertente in ciò che ha detto. "Amo, tu credi davvero che io avrò dei figli?" "Ma stai scherzando? Ovvio che avrai dei figli. Sei giovane. Hai appena trent'anni e ancora una vita per innamorarti, sposarti e sfornare due o tre marmocchi." "Io non credo, ma chissà. Comunque tu sei la mia migliore amica nonché braccio destro ed è normale che nel momento in cui i nostri figli raggiungeranno la maggior età le cose potrebbero cambiare per me come per te. Nel caso io non avessi figli lascerei molto volentieri il mio impero nelle mani dei miei nipoti." "Ti ringrazio, ma ti invito a pensarci bene. Ora ragioni così, ma un domani potresti cambiare idea." "Ci penso, ma tu pensa al fatto di farmi da modella al servizio della Gucci e della Chanel. Inoltre quest'ultima è la tua marca preferita." "Si, okey. Ci penso. Comunque ora devo davvero scappare. Mi dispiace. Noi di solito pranziamo tutti nello studio legale dei ragazzi. Se vuoi vieni anche tu." "Amo, non ho la macchina e ci metterei un casino di tempo ad andare e tornare con il taxi. Alex viene?" "Di solito sì perché quando chiedeva il permesso a me che ero il capo glielo accordavo sempre molto volentieri. Anzi talvolta andavamo insieme con la mia auto però naturalmente adesso decidi tu." "Io non verrò oggi perché non faccio in tempo e non ricordo nemmeno bene la strada per lo studio, ma se Alex vuole avrà il mio consenso naturalmente. Noi ci vediamo stasera a questo punto." "Vabbene!" Si avvia verso l'uscita e quando ormai è del tutto fuori dall'ufficio la richiamo per dirle: "Comunque voglio comprare un auto e un nuovo cellulare perché quello vecchio l'ho frantumato contro la parete della mia camera da letto." "Tu sei matta, ma per  il cellulare non ti preoccupare. Te lo compro io che ho un rivenditore accanto all'azienda. La macchina ti devi far accompagnare dai ragazzi. Che auto vuoi?" "Una Ferrari!" "Non dire stronzate." "Sono seria." "Non esiste. La Ferrari la tiene Gabriele parcheggiata nel garage di casa nostra. Quando sei in vena di pazzie, chiedi a lui di fartela guidare, ma per tutti i giorni devi comprarti un'auto più tranquilla." "Si signora. Ai suoi ordini!" dico per irritarla. Lei sbuffa ma ignora la provocazione come sempre e chiede: "Comunque come cellulare vabbene l'ultimo modello di Iphone? O vuoi cambiare marca?" "Assolutamente no! Iphone tutta la vita, lo sai. Adesso vai altrimenti ci mettiamo a parlare e non combiniamo più nulla." "D'accordo. A dopo!" Scompare dalla mia vista e finalmente il lavoro comincia. Dopo una mezz'oretta convoco la riunione con i rappresentanti degli stilisti e dei sarti e ci accordiamo sui procedimenti di lavoro e creazione di nuovi indumenti. Poi scegliamo anche gli orari aziendali. La mattina tutti qui alle nove in punto e si stacca la sera alle sei salvo imprevisti. Gli straordinari verranno naturalmente pagati. Voglio che qualsiasi modello prima di essere realizzato venga da me approvato e voglio mettere in mostra le mie doti creative perciò anche io voglio prendere parte ai disegni delle bozze. La riunione tutto sommato procede con tranquillità. La responsabilità che trasuda da i pori dei miei dipendenti mi colpisce molto positivamente. Kristal li ha selezionati con molto rigore. È stata bravissima. "Un'altra cosa signorina. Volevamo sapere se intende continuare anche con la linea baby o vuole abolirla." "Ne parlerò con Kristal e vi farò sapere nei prossimi giorni." "Perfetto. Allora andiamo a pranzare se per lei va bene." "Certo e comunica a tutti che come regalo di insediamento concedo a tutti di tornare a casa un'ora prima oggi, ma non si ripeterà." "Ma certo!" Escono dal mio bunker sorridendo soddisfatti. Io rispetto a Kristal non ho umanità, sensibilità ed empatia. Sarò un vero e proprio despota in ufficio e non mi fermerò a chieder loro come stanno, quanti figli hanno o dove vivono. Pretenderò il massimo, ma pagherò bene e sarò leale nei loro confronti. A ora di pranzo penso di scendere dal mio grattacielo e trovare un ristorante poco affollato in città non molto distante da qui naturalmente perché sono a piedi. Il piano è praticamente deserto a parte una donna che mi da le spalle mentre parla a telefono con tono dolce. I capelli lunghi, ricci e biondi le cadono sulle spalle esili. Mi avvicino a lei facendo rumore con i tacchi sul pavimento in modo da non spaventarla. Lei si volta verso di me e mi fissa con gli occhi azzurro ghiaccio. "Ho ordinato il pranzo. Arriverà tra venti minuti. Vuoi rimanere con me o vai da qualche parte?" "In realtà stavo pensando di andare in un ristorante anche perché in questo modo avrei la possibilità di girarmi un po' la città, ma a questo punto rimando a domani e oggi ti tengo compagnia." Alex annuisce e poi le chiedo: "Come mai oggi non sei andata allo studio dai ragazzi?" "Perché odio andarci in taxi. Non faccio in tempo a mangiare che già devo tornare. È un incubo. Ad ogni modo ci vado stasera dopo che ho staccato." "Capito!" "Come stai Desirè? E non mi dire bene perché non ci credo. Hai uno sguardo spento e sempre triste. Della ragazza che ho conosciuto tempo fa non ne è rimasta neppure l'ombra." "Alex non preoccuparti io sto bene. Soltanto sono un po' stanca e invidiosa. Voi qui avete delle vite perfette insieme ai vostri uomini e ai vostri figli. Un tempo anche io volevo ciò che avete ora voi, ma adesso....." "Adesso ti sforzi di non volerlo perché pensi di non meritarlo, ma sotto sotto lo desideri ancora." "Forse hai ragione tu, ma nella vita ho fatto troppi errori. Se oggi sono qui e sto così la colpa è mia." "Su questo non posso darti torto, ma non è mai troppo tardi per rimediare, lo sai vero?" "Sì lo so, ma è troppo tardi per me. Non ce la faccio a tornare indietro. Sono troppo, ma troppo orgogliosa." "Maledetto orgoglio. È questo che rovina le coppie!" Ridiamo di cuore e poi spostiamo la nostra conversazione sul lavoro. Lei mi spiega un po' quanto sono stati complicati i primi mesi qui. Lei era demotivata e al tempo stesso si sentiva raccomandata e il fatto che tutti lo pensassero la faceva stare malissimo. Aveva paura di tutto, ma poi ha dimostrato il suo immenso valore. Alessandra Rossi è una grande. Il cibo arriva e lo consumiamo abbastanza in fretta perché entrambe stavamo morendo di fame. Quando il resto dei dipendenti rientra in sede, il lavoro riprende e non ci fermiamo un attimo fino alle cinque quando tutti tranne me lasciano quest'enorme gabbia di vetro. Io continuo ad esaminare i contratti, le schede dei dipendenti e i bozzetti appena realizzati. Quando sento la testa che mi scoppia, lascio il mio bunker e mi reco agli ascensori. Non posso nemmeno chiamare un taxi perché sono senza cellulare quindi dovrò fermarlo per strada alla vecchia maniera. Arrivata nella hall, una delle due ragazze che ci lavorano mi chiama e mi dice che c'è una telefonata urgente per me. "Pronto" rispondo preoccupata. "Amo" dice dall'altra parte la mia migliore amica. "Che è successo?" "Senti, è successo un casino al lavoro e ora sto andando allo studio legale per cercare di trovare una soluzione. Saremo tutti qui. Puoi occuparti dei miei figli e di quelli di Alex e Manu per stasera. Tessa e la sua famiglia non ci sono e la babysitter è solo una. Non può pensare a tutti e sei." "Sisi, vabbene. Tanto stavo tornando a casa. Mezz'ora e sono lì. Sto io con loro, ma per favore dimmi che non è successo niente di grave." "Le solite grane amo. Clienti che prima ordinano vestiti da milioni di euro e poi non vogliono comprarli perché non possono permetterselo e allora minacciano di fare causa all'agenzia. Solo che questo cliente è un uomo piuttosto in vista e mi ha minacciata." "Che stronzo di merda. Vabbene amo, fagli vedere chi cazzo è davvero Kristal Harris e non ti preoccupare di nulla. Ai cuccioli ci penso io e la babysitter." "Grazie. Ti devo un favore." "Mi basta che mi fai ancora da modella." "Questo è un ricatto. Ora vado. Ci vediamo dopo stronza." "Anche io ti voglio bene Kris!" Detto questo attacco e mi catapulto fuori dal grattacielo fino al ciglio della strada dove per fortuna trovo un taxi senza difficoltà.

FUOCO&BENZINADove le storie prendono vita. Scoprilo ora