Saved - Technoblade x reader

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storia suggerita dasa_sashimi 

spero che vi piaccia!

Hanako🍄

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Una fitta coltre di nubi avvolgeva tutto ciò che le era attorno. Provava a girarsi, ma tutto era ancora uguale. Odore di pioggia era fortissimo, lo scroscio dell'acqua che cadeva nel nulla rimbombava nella sua testa. Il respiro le si era fatto pesante, come se costantemente non potesse respirare; una piccola luce colorata era l'unica cosa a cui si poteva appendere moralmente. Così colorata, così scintillante. La prese tra le mani, questa si fuse in lei. 

La nebbia scomparve, rivelando una piccola fonte di acqua. Si specchiò in questa, ma non capiva chi fosse. L'unica cosa che sapeva, era che non era viva.

Tutti conoscevano la leggenda del Glitch. La raccontavano le mamme i bambini per farli andare a letto, la sussurravano i ragazzi abbastanza audaci o incoscienti attorno al fuoco, nel bel mezzo del nulla. La signora della Morte, colei che poteva tagliare i fili della tua vita in un soffio. Si diceva fosse una ragazza dalla pelle di ghiaccio e dai capelli di pece. I suoi occhi ingoiavano qualunque anima fosse così audace da immergersi.  I bambini la chiamavano Esse, come il sibilo dei serpenti che l'accompagnava.

Dal suo punto di vista, T/N era legata alla morte come una cara amica. Vedeva i fili delle vite delle persone attorcigliarsi tra loro, cambiando colore ogni volta che commettevano una buona o una cattiva azione. Era una mente fredda e calcolatrice, uno scherzo della natura ideato per porre fine alle persone che abitavano la terra. La Morte, conosciuta anche come Dea Nera, l'aveva salvata quel giorno, nella corte di nubi, proteggendola dai demoni del Limbo.

Nascosta da un grande mantello, T/N camminava in mezzo alle persone che la circondavano praticamente invisibile. Il Dio Verde l'aveva richiamata all'appello mentre si divertiva a spaventare qualche idiota che diceva di averla vista dato che la conosceva. Tch, stupidi adolescenti.

Dream non chiedeva l'aiuto di uno spirito errante con tanta facilità: T/N sapeva come succhiare via l'anima da qualunque essere vivente. Inoltre, non si fidava facilmente di qualcuno. 

Il ragazzo l'aspettava su una delle alture vicino al centro di Manburg. Salì sulle scalette laterali di una casa, per poi saltare di tetto in tetto, galleggiando a mezz'aria. 

Dream dava le spalle a me, guardando verso l'arena di Manburg. Indossava il solito cappotto a collo alto verde dalle rifiniture dorate, tenendo la spade appoggiata sulle spalle. I capelli biondo sporco ondeggiavano a ritmo con il vento che si stava formando intorno.

 I capelli biondo sporco ondeggiavano a ritmo con il vento che si stava formando intorno

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D: Technoblade.

Un battito. Sento il mondo cadermi addosso al solo pronunciare di quel nome.  Il nome di colui che aveva riscaldato quel buco profondo che avevo al posto del cuore. Il nome di colui che mi aveva avvolto nel suo mantello per il freddo, che aveva condiviso con me le sue nozioni e la sua vita. Se Dream pronunciava il suo nome per intero e senza aggiungere altro, vuol dire che era in pericolo. 

Un rumore di Enderpearl mi distrae dal perdermi nel pensare al ragazzo dai capelli rosei. Dietro di me appare il terzo Dio di mia conoscenza dell'SMP: Karl Jacobs. Un immortale costretto a viaggi nel tempo, che corre il rischio di perdersi nel Mezzo di Tutto. Spolverandosi i pantaloni dalla polvere grigiastra che vi si era accumulata, Karl si gira verso di me.

K: Stanno per portarlo nella Gabbia. Lo ammazzeranno, è un esecuzione.

Una piccola lacrima punge il bordo del mio occhio. Non è possibile, non di nuovo. Lui NON morirà. Lui è Technoblade, lui non morirà. Prendo le rincorsa e salto nel vuoto, balzando dalla collnetta di avvistamento. Prendo il volo, andando alla ricerca di chi era stato il bastardo che aveva osato fare un cosa del genere. Lo vedo.

I capelli rosa scompigliati in una coda bassa dietro la nuca. La maschera a forma di Piglin dalle zanne d'avorio graffiata in vari punti, ma che continuava a coprire lo sguardo del grande combattente. Indossava una semplice camicia, tenunda salta in vita da una fasciatura rossa e pantaloni neri. Era pieno di lividi e graffi, intravedibili dalle parti del corpo scoperte. Le mani tenute vicine da delle manette di freddo metallo tenute, attraverso una catena, nelle mani di Quackity. 

La folla si accatastava di fronte al grande evento dell'esecuzione; un ragazzino vestito sontuosamente inizia a parlare, parlare di quanto Techno fosse un pessimo individuo, del fatto che tutto ciò di brutto che stava succedendo era colpa sua. Ed il popolo lo ascoltava, incitarlo ad ucciderlo.

Lo chiusero in una gabbia di ferro, ma non si aspettavano ben due conosciuti visi piombargli di fronte. Sparavano e combattevano, proteggendosi le spalle a vicenda. Corsi da Techno, scorgendo un debole sorriso da parte sua

T: LA LEVA! TIRA LA LEVA BIG Q!

Uno scatto sordo: quel coglione dal berretto blu aveva appena attivato un meccanismo di redstone: la polverina rossa si accendeva velocemente, come benzina accesa da un accendino, fino ad arrivare a dispenser. Un'incudine precipitò in testa a Techno, sollevando il più grande polverone che io abbia mai visto.

Sentivo Tubbo ridere e battere il cinque a Quackity, mentre Philza era in ginocchio, tenendosi il cappello saldo in testa.

T. NON CI SIETE NEMMENO ANDATI VICINI!

La mano di Techno strinse la mia dalle ultime sbarre rimaste in piedi dall'attrito. Non avevo tagliato il filo. Il totem dorato stava brillando in aria: Technoblade non morirà mai.

Combattei contro Tubbo, non ferendolo. Gli misi una paura terribile, quando con un bastone lo spinsi al muro, spingendoglielo contro la carotide. L'aria si congelò attorno a noi due, mentre era obbligato a guardare nei miei occhi, mentre gli laceravo l'anima in piccoli pezzettini. Un sibilio lo richiamò alla realtà, ed io sparii di nuovo.

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T: Mi hai salvato la vita T/N

T/N: La mia non sarebbe stata semi-vita senza di te Techno.

Sono queste le parole che i due si rivolsero prima di baciarsi, congiungendo due cuori di ghiaccio in uno solo, unico ed inimitabile, racchiuso dal sigillo del matrimonio che Phil era stato ben felice di ufficiare. Gli anelli dorati svettavano sulla pelle candida di lei e quella abbronzata di lui, mentre le loro mani scoprivano le carni proibite e peccaminose. 

Sinceramente, a loro non interessava del demonio. Loro erano il peccato. Vivevano per esso e nessuno li avrebbe mai fermati.

Dream SMP Oneshots!Where stories live. Discover now