Capitolo 23

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"Non starò molto qui"  mi dice Charles mentre girovaghiamo per la città.
"Perché?"
"Vorrei starmene un po' a casa mia prima della fine di questa pausa estiva. Sono venuto qui solo perché speravo di vederti, anche se non è sembrato prima"
"Avrei fatto anch'io così probabilmente"
Il fatto che non ci sia nemmeno un po' di contatto tra me e lui mi rende nervosa.
Vorrei stringergli la mano, camminare con lui così e vaffanculo i giornalisti io così mi sento sicura, mi sento capita, mi sento come se potessi vincere qualsiasi guerra perché accanto a me ho Charles.
Anche se non siamo praticamente nulla, io sento che è così, anche se non ci sarà nulla tra di noi è una persona che voglio nella mia vita, perché è una persona meravigliosa per quel che ho conosciuto.

"E quando ci rivedremo allora?" Gli chiedo.
Charles sorride, le sue fossette, mi sono mancate.
"Ma non so, ormai hai tanti amici piloti e.." si ferma e mi mette le mani sui fianchi così da farsi guardare e i miei occhi si incastrano con i suoi.
"E?" Faccio io curiosa e sorridendo.
"Magari potresti, sai, venire a vedere il Gp del Belgio" si porta una mano sotto il mento per far finta di pensare, mi fa ridere e mi piace questo modo di scherzare.
"Si, verrò"
"Ti farò stare nel mio garage a vedere la gara"
"Ma guarda che potrei anche stare nel garage di Daniel" faccio io prendendolo in giro.
"Scelta tua mon bijou, un posto lo riservo per te comunque okay? Ora ti accompagno che tra poco devo andare"
Faccio si con la testa.

Camminiamo fino a casa di Daniel in silenzio, ma non è un silenzio spiacevole, pesante o imbarazzante.
È un silenzio del tipo 'mi piace stare con te anche senza parlare', e va benissimo così.
Non sono molte le persone con cui ci si sente così, e sono felice che la prima persona con ho questa sensazione è Charles.
Siamo fuori la porta, mi passo le mani sui jeans.
Lo rivedrò nel weekend, oggi è mercoledì.
"Allora ci vediamo a Spa" dico.
"Si mon bijou, ti aspetto nel mio garage"
"Va bene Carletto" gli sorrido.
"Hai appena tradotto in italiano il mio nome?" Sorride anche lui, faccio si con la testa.
"Sai so parlare in italiano" dice lui con fare orgoglioso.
"Ah si? Bene sono curiosa"
"Sei bellissima Grace, e non vedo l'ora di vederti a Spa" mi dice in italiano.
Lo abbraccio, sentirlo parlare in italiano mi ha scatenato qualcosa nel basso ventre e sono abbastanza sorpresa.

Molte ragazze che vengono violentate poi non hanno più voglia per un po' di fare sesso, ma ho sentito anche di ragazze a cui è successo l'opposto dopo essere state violate.
"Ciao Carletto, mi mancherai"
"Anche tu, ciao mon bijou" ci stacchiamo e lui si incammina per andare a prendere la macchina lasciata davanti alla caffetteria.

Rientro in casa, e quasi mi prende un infarto vedendo Daniel lì in piedi con le braccia incrociate ad aspettarmi.
"Adesso voglio sapere com'è andata" fa lui.
"Okay ma non farmi più prendere questi colpi per favore" sorrido.
Andiamo a sederci sul divano.
"È andata bene, abbiamo chiarito, e sai Dan credo che mi piaccia"
Daniel salta dal divano e mi guarda con occhi spalancati, poi inizia a saltellare qua e là per la stanza.
"Lo sapevo!" Urla.
"Anche se non mi aspettavo che me lo dicessi così" si calma e si risiede.
"Dovevo forse organizzare una festa in onore?"
Lui fa una finta risata.
"No certo che no, sono molto contento però. Siete così carini insieme"
"Charles non deve saperlo, non ancora almeno. Ho timore che lui non ricambi"
"Ma sei scema? Mi hai detto che ha provato a baciarti a Montecarlo!"
"Si ma, se fosse stato solamente preso dal momento?"
"Grace, allora non sarebbe dovuto venire nemmeno qui per far pace con te, nonostante come ti sei comportata con lui"
Forse ha ragione, ma non abbiamo tempo di approfondire la conversazione che sentiamo il campanello.

Mi alzo io e vado ad aprire.
"Pierre?"
"Ciao Grace, posso entrare? Vorrei parlare con Daniel" faccio si con la testa e lascio che entri.
Richiudo la porta e per non infastidire la loro conversazione vado in cucina a sgranocchiare qualcosa.
"Si, abbiamo litigato perché io non sono d'accordo con quello che ha fatto"  sento dire a Pierre.
"Mi dispiace che abbiate litigato, ma lei non ha fatto una cosa giusta Pierre, e forse è meglio così perché puoi ben capire che tipo di persona è"  gli dice Daniel.
"Già"
Mi dispiace immensamente per Pierre, mi sento anche un po' in colpa.
Decido di andarmene in camera mia, e così faccio.
Il mio telefono prende a squillare appena chiudo la porta.
Mi sorprende vedere che è Charles.

"Pronto?" Rispondo.
"Hey, facciamo che me ne vado domani e che tu ti prepari per uscire con me sta sera?"
Mi scappa un gran sorriso e sento le guance calde.
"Ai tuoi ordini principino"
"A più tardi allora"

Mi stringo il telefono al petto e sorrido ancora, nessuno mai mi ha trattata come mi tratta Charles.
All'inizio di tutto questo dolore, credevo che prima o poi un barlume di speranza ci sarebbe stato.
Che prima o poi avrei toccato il fondo e sarei risalita e sarei riuscita a vivere meglio la mia vita, pensavo che dopo un periodo di merda ti meriti qualcuno che ti aiuti a passarlo, a passarci sopra.
Ad un certo punto c'avevo perso le speranze, pensando che tutte queste cose fossero solo delle grandi stronzate.
Poi è arrivato Charles.
È lui il mio barlume di speranza, la luce infondo al tunnel, il periodo felice.
Sono sicura che è così.
Anche se in cuor mio, ho sempre un po' paura.
Ma ho avuto paura per anni e non mi è servito a nulla, quindi è arrivato il momento di prendere la vita di petto, di essere più coraggiosa e determinata.
E sono pronta a tutto questo.
Sono pronta a rinascere.

Sotto la stessa luna ~Charles Leclerc~Where stories live. Discover now