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Sento il suono della sveglia, ma mi importa ben poco, mi rigiro nel letto mignando qualcosa di incomprensibile richiedendo gli occhi provando a riaddormentarmi, peccato che il vociare delle due mie compagne mi intralcia.

"Chiamiamo Marco per svegliarla, a lui sicuramente darà ascolto" dice Ludovica trattenendo una risata, mi porto la coperta sopra il viso, in tal modo posso ascoltare la conversazione, dove io ne sono la protagonista insieme al cantante, senza essere scoperta. "Perchè?" Chiede Rita confusa, "ma come non li hai visti ieri, erano così carini. Ah l'amore" dice Ludo con aria sognante, se sapessero che fossi sveglia ad origliare, cosa che principalmente odio ma capitemi.., sarei scoppiata a ridere.

"No, che mi sono persa" la ballerina della Celentano sembra essere veramente curiosa su i gossip altrui, "tutto" risponde Ludovica, dopo una breve pausa riprende "e niente", faccio uno strano verso per far capire che mi stia svegliando, "ma che parlate, state zitte di prima mattina" dico tra uno sbadiglio e l'altro.

"Alzati che abbiamo classico tra poco più di mezz'ora" mi dice Ludovica, nel mentre la ragazza dice ciò, una donna della produzione ci comunica che la lezione è saltata e dovremo andare in sala 10 alle 10, "detto questo vado a dormire" le rispondo portandomi il copriletto in faccia, "Andrea dai, alzati" mi dice sempre la ballerina, "sembri mia madre" le dico alzandomi.

Vado in cucina dove trovo quasi tutti e li saluto con un minimale buongiorno poco sentito, faccio colazione senza reperire parola a nessuno, sono un po' giù oggi, mi manca la mia famiglia, i miei amici e il fuori, anche se qua dentro è un sogno stare sempre chiusa senza poter sapere il mondo esterno mi sta dando alla testa, la pazienza la ho ma posso anche diventare esaurita.

Torno in camera e mi perdo a guardare le foto, soprattutto una, raffigira me e una bimba, quella bimba è la mia ragione di vita, entra qualcuno ma non ci faccio caso, anzi stacco la foto dalla parete e la tengo stretta nelle mie mani avvicinandola al cuore, "Andrea tutto bene?" Sento dire da una voce dolce e femminile, mi giro ed è Rita, plausibile, accento padovano "si è solo..." dico prendendo una pausa incerta se ammettere questa mia fragilità, si perché questa bambina di cui nessuno in casetta sa nulla è la mia più grande fragilità, ma così anche la mia più grande gioia, "mi manca casa, ma soprattutto una persona" dico mostrandole la foto

"Che belle" esordisce con un sorrisone che contagia anche me, "chi è? Tua sorella?" Domanda poi, nego con la testa, "è mia nipote, Sole" rispondo, la vedo corrugarsi la fronte, sicuramente per cercare di capire di chi sia figlia essendo entrambi i...

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"Che belle" esordisce con un sorrisone che contagia anche me, "chi è? Tua sorella?" Domanda poi, nego con la testa, "è mia nipote, Sole" rispondo, la vedo corrugarsi la fronte, sicuramente per cercare di capire di chi sia figlia essendo entrambi i miei fratelli molto giovani, anzi parlando di Daniele ancora un bambino. "Ti precedo io, è la figlia di mia sorella, se vuoi ti racconto la storia della, tra virgolette, mia, famiglia" dico facendo il segno delle virgolette su mia, "se vuoi confidarti per me va bene, sono disposta ad ascoltarti, sempre" aggiunge, quel sempre è riferito a una cosa successa in hotel, forse un giorno racconterò.

"È una storia lunga, iniziamo dal dire che mia madre conobbe un uomo, un presunto papà, so solo che si chiamava Roberto, allo sbocciare di un anno di relazione mia madre scopre di essere incinta di Ale, Alessia, questo uomo accetto la cosa, due anni dopo si scopre che è incinta di me, a questa notizia Roberto non la prende bene, anzi tutt'altro, disse che non voleva un altra persona a cui badare, perché già Ale per lui era un intralcio così come mia madre e le abbandonò così, da un giorno all'altro. Nasco, mia madre ci ha cresciute da sola, quindici anni fa incontra un altro uomo, Leonardo, si amano realmente, si devono sposare a Giugno, hanno scelto questa data almeno ci sono anche io se tutto va bene. Io ancora non riesco a chiamarlo papà, ma Dani si, perché è suo papà, infatti tredici anni fa viene alla luce Daniele. Quattro anni fa, mia sorella si fidanza con uno, a me questo non è mai piaciuto, anche lei resta incinta e anche lui le abbandona, mia madre avendo già vissuto questa cosa ha deciso di aiutare Ale, facendola continuare la gravidanza, ed ora sono tre anni e ad Aprile quattro, che la piccola Sole illumina le mie giornate. Lei è tutto per me, penso che la tratto da figlia più io che Alessia, siamo tanto legate". Spiego, la vedo con un'espressione intenerita, "mi dispiace" dice solo, "riri no, tutto apposto, anzi meglio, non sarebbe bello vivere con persone che ti considerano un intralcio" le dico, mi si fionda tra le braccia e mi circonda in un caloroso abbraccio.

Sentiamo la porta aprirsi e Rita si allontana asciugandosi delle lacrime solitarie, questa ragazza è troppo tenera, vediamo che è Ludo, entra con un sorrisone ma appena vede Rita in quelle condizioni si allarma immediatamente, "tranquilla, nulla di grave le ho solo raccontato la mia storia ed si è emozionata" rispondo, "no, perché mi metto nei tuoi panni, non so io come farei in questa condizione, tu non sembri averne peso come fai" dice, Ludovica guarda entrambe confuse, "ti spiego..." le racconto la storia, "mi dispiace Andre" mi dice abbracciandomi, "tranquilla, non è scelta mia" rispondo, "oh, progressi non ti ha corretto l'Andre" dice Rita facendoci ridacchiare, "ero presa dal momento mo torno in me" rispondo.

"Io inizio a prepararmi" dico alle due andando in bagno, alle 11 e 15 avrei una lezione di classico quindi mi preparo già per la lezione, indosso un body bianco, faccio uno chigon tirato, "come mai sei vestita come se dovessi fare una variazione?" Mi chiede Maddalena, perché sia qua non ne ho la minima idea ma le rispondo comunque, "dopo ho lezione si classico almeno vado già pronta" mentre metto nel borsone un gonnellino, una gonna più lunga nera, punte e mezze, nel caso a questo incontro misterioso mi serva metto una tuta e un paio di calzini in spugna in più.

"Vamos" dico prendendo Ludo sottobraccio andando verso l'uscita della casetta, andiamo in sala dieci, entra la maestra e dice di cambiarci, tutti stando con le tute senza essersi portati niente corrono in casetta, o almeno tutti tranne me, "come mai sei già pronta?" Chiede, "ho lezione di classico tra un oretta o poco più" rispondo, sedendomi in spaccata alla seconda facendo stretching.

Qualche minuti dopo tutti tornano vestiti in modo adeguato per affrontare una lezione di classico, o quello che pensavamo visto che la maestra ci comunica che faremo una verifica sul classico. Fortunatamente me la cavo, anni ed anni di classico dovrebbero dare i suoi frutti, infatti quando la maestra da i voti esco con un 8, "mi ricordi quanti anni di classico hai fatto?" Chiede anche a me la maestra, lo sta chiedendo a tutti, faccio un veloce conto sulle dita, "diciassette" rispondo, tutti mi guardano stupiti, "perche quelle facce?" Chiedo successivamente, "beh, come fai a reggere" risponde Gianmarco indicando la lavagna dove si vede sul mio nome e quello degli altri, alzo le spalle e tutti borbottano qualcosa, "voglio arrivare a sei, anche se Rita ha preso sette, la vedo dura" dice samusecret, ormai suo soprannome, "secondo me se ti ci metti ce la fai" rispondo, perché si vede che se la cavicchia, penso che un quattro se lo meritava, "pensa a me che ha fatto uno zero e intorno un altro, per dire hai capito bene?" Dice Gianmarco con tutta la sua ironia, vado in sala 6 dove inizio la mia faticosa lezione di classico.

Torno in casetta e sono tutti indaffarati nel decorare la casa per il diciottesimo di Aaron, li ha compiuti settimana scorsa ma non gli abbiamo fatto nulla quindi recuperiamo. Vedo Rita avventurarsi, letteralmente, nel mettere i festoni, "Riri ti aiuto io" dico abbassandomi prendendola da poco sotto le cosce, "no peso per te" risponde, "Rita no! Dobbiamo ritornare al discorso dell'altra volta?" Dico muovendomi normalmente non faticando per nulla, "si così la fai cascà" risponde Samuel col suo, anche mio, accento romano, "meno una" rispondo.

Ci posizioniamo a mo di statue e quando entra il cantante lo abbracciamo tutti insieme.

Festeggiamo un bel po' fino quando ci dicono che è l'ora per i cellulari, tutti chiamano i loro famigliari.

"Ale, Ale, Alè ce stai?" Dico guardando lo schermo dinanzi a me totalmente nero, poco dopo vedo una luce e i pixel del cellulare formano la figura di mia sorella, "ciao Dea" dice, "quando la smettete di chiamarmi dea?" Chiedo, lei risponde con un mai, in sottofondo sento, un "mi passi zia" da una vocina dolce e inconfondibile, "Sole, ciao, ciao amore mio" dico, quando vedo quella bambina cambio radicalmente, "nanetta" continuamo a parlare, anzi a cercare di capire, parla tanto ma certe lettere se le mangia, ha ancora solo tre anni e mezzo è normale.

Finisco di parlare al telefono e mi rimane ancora più di un quarto d'ora, sento che arrivano messaggi ma non mi interessa, "ma sei diventata sorda, guarda chi è ti sta tormentando" dice Ludovica, "si, guarda te" le dico, "tuo cognato" risponde, poi spalanca gli occhi e mi guarda, "ma non avevi detto che Alessia è single?" Chiede confusa, "forse dovrei dirvi un'altra cosa"

Angolo autrice
Vi lascio la suspense, detto questo penso che se non oggi domani pubblico il continuo, solo che domani non penso uscirà il capitolo sulla puntata visto che ho un matrimonio non potrò vederla, quindi dipende se quando torno recupero la puntata e poi scrivo sennò non so, ciao

Per ogni passo / Niveo Amici22Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora