COSTELLAZIONE

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Il sole, in quella mattinata di Settembre, era più caldo e luminoso del solito. Speravo che non desse alla luce certe verità.

«Sei così silenziosa oggi...»

Noora non stava attenta ai miei interessi, è vero, ma riusciva a capirmi da un solo sguardo.

«Non ho dormito benissimo questa notte.»
I suoi occhi si puntarono di scatto sui miei e io scossi la testa per incitarla a dirmi cosa le passava per la testa.
«Helena...» si guardò attorno «Devo chiedertelo.» avvicinò il suo viso al mio per bisbigliare, nonostante in quella parte del cortile ci fossimo solo noi «Eri con Regulus ieri notte?»

Perché me lo sta chiedendo? Perché è la sua prima opzione alla causa dell'insonnia?

«Regulus? Sei ubriaca già di prima mattina per caso?» non stava piovendo, potevo mentire.

Lei allontanò un po' il viso per guardare bene la mia espressione, ma quando volevo, sapevo fingere bene «Scusami se te l'ho chiesto ma ieri Alexa era fuori di sé.»
Mi si bloccò il respiro «Si?» diedi un boccone alla torta al cioccolato che avevo preso dalla sala grande cercando di comportarmi in modo più naturale possibile. Io e Noora avevamo scelto di fare colazione in cortile, ed effettivamente avevo bisogno di aria, di evitare di mangiare nello stesso tavolo con Regulus e Alexa. «E perché?» continuai.
«Dice che è andata nella stanza di Regulus ma Barty le ha detto che era impegnato. Non è voluto neanche uscire dalla stanza per parlare con lei.»

Certo, perché non era nella sua camera...

«Lei crede che non fosse dentro la stanza. E a dirti la verità...» odiavo le verità «Guardava spesso il tuo letto mentre si sfogava su di lui.» sospirò «Me lo diresti se eri con Regulus giusto?» ridacchiò.
«Certo Noora!» ricambiai le risate evitando di sprofondare nella pozzanghera rimasta dalla pioggia della notte scorsa. Di affondare in verità che dovevano rimanere nascoste.

Sapevo che d'ora in avanti mi toccava mentire, continuamente. Ma come potevo far finta di nulla quando Regulus era dappertutto?
In classe. Al Lumaclub. Al dormitorio. Alle partite di Quidditch alla quale Noora doveva prendere parte. Ovunque sentivo il suo profumo. Le sue labbra sulle mie.
La mia testa non aiutava.
Piena zeppa di pioggia. Di lui.

Quando Noora puntò le pupille dietro le mie spalle speravo con tutto il cuore che stesse guardando una foglia, una farfalla, qualsiasi cosa che non fosse Regulus. Perché si, lui era capace di presentarsi lì. Conoscendolo un po' di più, stavo capendo che ne potesse essere capace.

«Posso unirmi a voi?»
E invece no, era Evan Rosier.

Non capivo perché aveva iniziato a dialogare con noi, o meglio, con me, dalla festa in sala comune. Era abbastanza insistente, come chi sa che è più grande di te, come chi sa che ha la scuola ai suoi piedi. Con i suoi capelli biondi sempre in disordine, e gli occhi azzurri, poteva permettersi la presunzione di sapere di essere un bel ragazzo, ma io e l'insistenza non andavamo d'accordo.
Non volevo essere scortese, però. Pensai che magari quella sera era solo ubriaco.

«Si, certo.» rispose Noora per me. A lei non importava avere amici popolari a scuola, ma conoscenti si. Diceva che in questo modo eravamo rispettate e non le sfigate che non vengono mai calcolate. Mentre Alexa faceva di tutto per essere parte integrante "dei popolari" - come fidanzarsi con Regulus - a Noora importavano solo le apparenze. E poi c'ero io, che preferivo passare del tempo con i malandrini e Lily Evans, anch'essi popolari ma visti un po' come strambi.

Evan mise un piede sulla panchina, poi l'altro, e si arrampicò sul muretto per sedersi al di sopra di noi. Vedendo la scena così come era, aveva scelto di inserirsi tra noi, ma se dovevo pensare al suo modo di essere, voleva stare a un piano superiore rispetto al nostro. Le ragazzine più piccole di due anni che chiacchierano con quello più grande e popolare. Una vera fortuna, secondo il suo ego.

Deatheater ~ Regulus BlackМесто, где живут истории. Откройте их для себя