17.

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Ti piace ancora la neve?

Immagino di chiederlo a quel viso ricoperto da lentiggini più evidenti.

Giochi ancora a fare gli angeli di neve?

E immagino che lei mi risponda di sì. Che non è cambiata. Che tutte le cose che faceva prima le fa anche adesso, che è rimasta quella di prima.

E quando glielo domando la sua risposta è diversa, diversa da quella che attendevo.

« Ethan, ormai ho ventuno anni » mi dice calma mentre mi guarda. « È normale che le persone cambino, si diventa grandi » e così mi rendo conto che dentro sono ancora piccolo, che mi sono comportato come una persona grande, rimanendo però piccolo ancora.

« Però, faccio ancora a palle di neve a volte » conclude senza staccare lo sguardo dal mio.

É bellissima, non posso non pensarlo, soprattutto quando posa i suoi occhi cristallini su di me. O quando mi rivolge un sorriso a trentadue denti... mi piace proprio tanto.

« Usciamo. Usciamo da qui » dice alla fine lasciandomi scioccato.

« Non possiamo uscire »

« Ma perché no? L'altra volta l'abbiamo fatto » cerca di convincermi e lo farei, uscirei, ma non in questa vita.

Magari in un'altra.

In una vita in cui posso fare quello che voglio senza rischiare di essere preso, una vita in cui non sono un criminale ricercato da ormai anni.

« L'altra volta era il tuo compleanno » spiego allora.

« Eddai... »

« Ti ho detto di no, fine del discorso » alzo il tono della voce per poi sentire il contatto dei nostri corpi svanire nel nulla.

Sparire.

Cenerentola si gira dall'altra parte, dandomi la schiena e posando i suoi magnifici occhi sulla parete, non più su di me.

Le circondo i fianchi con le braccia e sono sicuro al cento per cento che le sue guance stanno andando a fuoco.

Un bacio sulla spalla e mi avvicino al suo orecchio:

« Sai che rischiamo di essere trovati se usciamo, Margot » le dico senza ricevere risposta.

Le solletico un fianco.

« Che fai, dormi? » la canzono per poi sentirla scoppiare in una grossa risata mentre mi prega di smetterla di farle il solletico.

Il tempo si ferma.

Noi ci fermiamo.

I suoi occhi sono fissi nei miei, neri come il buio.

Avvicino il mio viso al suo fino a quando sono solo dei centimetri a separarli, ad evitare che si uniscano.

Mi lascia un bacio sulla punta del naso per poi sorridermi e io mi sciolgo. Quel sorriso abbozzato mi mangia dentro, fino a lacerarmi.

Distruggo quei centimetri.

la bacio

La bacio fino a farci mancare l'aria,

come se esistessimo solo noi,

come se fossimo la nostra via di fuga.

« Sei bellissima » mormoro quando ci stacchiamo.

« Lo pensi per davvero? »

« Te lo giuro su qualsiasi cosa tu voglia » affermo mentre la fisso.

Alza gli occhi al cielo, imbarazzata e con le guance rosse, e poi mi rivolge un'occhiata che potrebbe sembrare un cesto pieno di caramelle e cioccolatini.

Dolce.

Si accoccola posando la testa sul mio petto, e potrei sentire il suo cuore battere freneticamente. Lei ascolta il mio, che è nella stessa situazione del suo.

« Perché uccidi? » a interrompere quello che sta succedendo è la sua voce, che assume un tono dolce ma serio.

Colin

Il signor Seller

Ben

L'ho fatto perché loro l'hanno fatto con me prima.

Le prese in giro e mia sorella.

Fine. Non ho altra spiegazione e, quando lo spiego a quel visetto incantevole, la vedo stranirsi. Non ha capito ciò che intendo.

« Ho ucciso solo persone che hanno fatto del male a me o qualcuno di me caro. L'ho fatto a chi se lo meritava » concludo sussurrando l'ultima frase come se sperassi che nessuno la potesse sentire, oltre a me e forse anche oltre a Margot. Ma non ne sono certo, non so cosa penso riguardo al dire ciò che mi passa per la testa alle altre persone. Nemmeno se riguarda Margot.

« E perché mi hai salvata quella notte? »

.anni da amo ti perché

« Non volevo che l'unica persona gentile con me in passato se ne andasse. Non volevo perderla » le dico, in altre parole, che anche lei mi conosceva, che ci parlavamo, prima di tutto quanto.

E lei me lo chiede.

Ci conoscevamo in passato?

Certo che ci conoscevamo e, anche se continuavo a rifiutare le tue numerose richieste di uscire con te e con i tuoi amici qualche volta, morivo dalla voglia di andare con voi ovunque, da qualunque parte.

morivo

dalla

voglia

di

avere

degli

amici.

« Se ti dicessi che ti fissavo ogni giorno e che, in preda all'imbarazzo, ti ho chiesto il nome del gatto di tua nonna? Ti ricordi chi sono, tesoro? ».

Vedo i suoi occhi allargarsi e la bocca spalancarsi in segno di stupore.

« Ethan, tu sei il ragazzino che avevo accompagnato in biblioteca! »

Mi sorprende.

Se lo ricorda.

« Te lo ricordi? »

« Certo! Mi hai offerto un gelato e quando ti ho conosciuto stavo giocando a palle di neve con i miei amici » è sorpresa, non sa cosa dire. Boccheggia e basta.

« Mi sei mancata » mentre lo dico infilo la testa nell'incavo del suo collo.

Abbiamo quasi completato il puzzle.

Io il suo.

Lei il mio.

Noi il nostro.


Nota dell'autrice:

Ciao! Come state? Questo capitolo è arrivato prima di quanto pensassi, infatti pensavo di scriverlo tra qualche giorno ma eccolo qui! Spero ovviamente che vi sia piaciuto e lasciate qualche commento o stellina. Ci vediamo! 🌲

                                                                                                                                                                           - Sara

Come Una PervincaWhere stories live. Discover now