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Pov's Charles

Vedo l'incidente e mi blocco. La macchina della Chawick va a schiantarsi contro quella di Elena e l'italiana si cappotta, finendo contro le barriere. Sento le voci dei meccanici che sussurrano tutti spaventati, ma non li ascolto. I miei occhi sono puntati allo schermo per capire cosa sta succedendo. Non fanno vedere nulla se non le macchine delle altre che tornano ai box dopo la bandiera rossa. Vado verso il muretto, ma le mia mente è completamente da un'altra parte. Mi rivedo l'incidente di Jules nella mente e so che anche lui aveva paura di iniziare la gara quel giorno. E adesso ne ho anche io. Mi metto delle cuffie di riserva e provo a sentire la sua voce. Però l'unica cosa che sento è il silenzio dopo la domanda di Jacob ripetuta più volte. Tendo l'orecchio per captare qualcosa, anche solo un piccolo respiro, ma nulla. Butto a terra le cuffie, ricevendo delle occhiatacce, ma a me non importa più nulla. Sapendo la procedura, corro per il paddock e vado verso l'infermeria, dove mi metto ad aspettare impazientemente. Dopo pochi minuti che sembrano essere durati ore, vedo arrivare le due ragazze, ma le trasportano così velocemente che non riesco a capire se stanno bene oppure no. A un certo punto vedo un ragazzo davanti a me che prova a parlarmi così metto tutta la mia attenzione su di lui.

"Jamie Chadwick sta bene dobbiamo fare solo qualche accertamento qui in infermeria, ma sembra che non abbia subito nessun trauma" mi dice, ma io penso solo ad Elena.

"Elena, come sta? Non rispondeva alla radio e..." non riesco a finire di parlare che il ragazzo mi blocca.

"Ha perso i sensi per la botta e un marshall l'ha dovuta tirare da fuori dalla macchina, ma adesso è sveglia e sta meglio" tiro un sospiro di sollievo "però adesso la devono portare in ospedale per vedere di preciso cosa dicono i medici. Mi hanno mandato a chiamarti"

"Va bene grazie" dico e torno nei box per chiedere a Mattia di lasciarmi andare. Arrivo li e vedo che ho tutti gli occhi puntati addosso. La mia reazione è stata troppo esagerata per essere un amica.

Mi viene incontro Mattia e mi porta nel suo ufficio.

"Hai dato spettacolo oggi eh? Bravo, sei finito su tutte le televisioni del mondo" mi dice a mo' di rimprovero.

"Mi sono preoccupato. Elena non rispondeva alla radio e non volevo fosse successo qualcosa di brutto. È una mia amica, ci tengo a lei. E proprio per questo che ti chiedo se posso andare in ospedale. Nessuno ci va e mi sembra giusto che abbia un viso familiare accanto" lo prego, ma lui non mi sembra convinto.

"Charles, noi abbiamo cose da fare, fra un po' c'è la sprint e tu devi correre. Lo sai che se non avessi avuto impegni ti avrei lasciato andare" dice sospirando.

"Torno in tempo per la sprint te lo prometto, ma fammi andare" stavolta sembra più convinto e fa un gesto di consenso con la testa.

"Grazie, grazie, grazie" gli dico mentre mi alzo ed esco dalla stanza.

Esco dal paddock e vengo affiancato da Lewis.

"Vengo con te" mi dice e io lo guardo confuso "Toto la conosce e mi ha detto di andare a controllare se non flirta con il medico" dice per allentare la pressione e un po' ci riesce.

"Ne sarebbe capace" dico. Poco dopo però a noi si aggiungono anche Isa e la ragazza di Lando, che non conosco benissimo.

Arrivati alla macchina siamo diventati in cinque con l'aggiunta anche di Yuki.

"Lascia guidare me" mi dice Lewis "tu guideresti come un pazzo" e gli altri confermano. Allora mi siedo sul sedile del passeggero e aspetto con ansia l'arrivo all'ospedale. Più volte provo ad incitare Lewis ad andare più veloce, ma lui neanche mi sente.

Finalmente parcheggiamo e ci buttiamo dentro tutti insieme. Lewis chiede subito informazioni a un infermiera che però ci dice che possono entrare solo gli affetti. Loro si guardano spaesati, ma io so che cosa devo fare.

"Sono Charles Leclerc, sono il fidanzato della ragazza, posso entrare?" gli chiedo e lei mi fa si con la testa. Mi giro e vedo le due ragazze sghignazzare e Yuki che mi guarda sbalordito, non sapendo nulla della situazione. Io però non dico nulla e mi dirigo verso la stanza che mi ha indicato.

Dentro vedo Ele stesa sul letto circondata da fili. Mi avvicino e lei si gira. Quando mi vede le si illuminano gli occhi e le spunta un sorriso sulle labbra. Sono felice di averglielo procurato io.

"Doudou, come stai? Come ti stenti? Cosa ti fa male?" gli chiedo a raffica e lei sorride.

"Charlie non ti preoccupare sto bene, solo un po' abbattuta. Ma tranquillo, non ti libererai facilmente di me" mi dice e io non so da dove trova la forza di scherzare.

"Oh amore mio non mi vorrei mai liberarmi di te" dico sospirando e le bacio la fronte.

"Uh, ma sai che ho visto un medico proprio figo, cioè devo dire che era proprio un bel manzo" dice, facendomi ridere. Lo so che lo sta facendo per me, per farmi rassicurare.

"Allora io me ne posso andare. Addio, è stato bello" sto al gioco, ma mi sento prendere per il braccio.

"Charlie, vieni qui" mi dice e io mi stendo accanto a lei "grazie di esserci".

"Amore io ci sarò sempre, ma tu non lo fare mai più. Ci hai fatto prendere un colpo a tutti. Sono tutti qui fuori a vedere come stai. Tranne Lewis. Lewis è venuto perché Toto ha paura che tu flirti con il medico e alla fine non aveva torto" dico e sento lei ridacchiare.

"Toto mi conosce bene, purtroppo" dice "ma chi è venuto oltre a te e Lew?" chiede e io la guardo. Mi incanto a guardarla e potrei rimanere così per giorno e notte.

"Che c'è?" mi chiede. Deve aver notato che la stavo fissando un po' troppo.

Scuoto la testa, ma non le rispondo e lei si rifugia tra le mie braccia. Sembra un cucciolo di koala che non si vuole staccare.

Rimaniamo così per parecchio tempo finché non mi accorgo dell'orario e capisco che devo andare via subito se non voglio essere licenziato. Elena nel mentre si è addormentata così cerco di non svegliarla e scendo dal letto. Le do un bacio sulla fronte e poi esco dalla stanza.

Trovo tutti seduti all'entrata e quando mi vedono scattano tutti in piedi, ma quando gli dico che sta bene si calmano. Le ragazze decidono di restare, mentre noi piloti ci dirigiamo in fretta e furia in pista.

Il coraggio di vincere || Charles LeclercWhere stories live. Discover now