12.

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Mike rimase fuori per un bel po' osservava la luna e le stelle mentre il vento gli accarezzava il viso.
Lo rilassava, la notte aveva su di lui un effetto benefico, in molti hanno paura di essa perché al contrario del giorno che espone la sua bellezza come un trofeo, la notte cela la sua magnificenza nel buio. Solo chi non ha paura di esplorare il nero, che essa porta sulla nostra terra, può essere consapevole della bellezza della notte.

Solo chi non ha paura dell'ignoto
può sopravvivere anche alle ore più buie e uscirne più saggio.

Mike aveva imparato a farlo, tuffarsi nell'ignoto abbracciare la casualità più totale. L'aveva fatto con sé stesso, certo, aveva avuto paura e anche molta ma ora aveva consapevolezza di se stesso. Si era buttato e aveva finalmente compreso la bellezza del suo io interiore, quello che teneva nascosto.
Tutto era venuto a galla e cominciava a capire molte cose.
Alcune cose non le sapeva spiegare, molte cose non le comprendeva, non sapeva se fosse omosessuale o se gli piacessero anche le ragazze e non era importante, l'unica cosa che sapeva e che finalmente aveva accettato era che era innamorato di Will.

E questo lo terrorizzava, da quando aveva cominciato a capirlo, il mondo per lui sembrava avere un aspetto diverso. Percepì molte sensazioni in molteplici modi e ne interpretò altre che erano sempre state ignorate.
Si accorse di quanto tempo passasse a pensare al ragazzo. E si, forse era davvero innamorato di lui, ma dopo quel suo discorso Mike era entrato nel panico.
Non poteva rientrare dentro perché si sarebbero accorti dei demoni che gli si abitavano dentro. Si sarebbero forse accorti delle urla che lui sentiva quotidianamente, costantemente, e non poteva succedere, lui doveva essere il punto di riferimento. Lui era il cuore. E lui sapeva che per un corpo in salute serve un cuore sano.

Non poteva permettere che qualcuno lo vedesse così.
Sentiva gli occhi come se stessero per esplodergli, come quando la pressione all'interno di una pompa è talmente tanta che non si riesce a controllarla.
Eppure non riusciva a piangere, dagli occhi sbarrati scendeva solamente qualche lacrima che rendeva sfuocata la  vista, si guardava le mani tremanti e si rimproverava per essere così debole.

Sentii la porta aprirsi dietro di lui e nonostante non volesse farsi vedere in quelle condizioni da nessuno, sperò che fosse uno dei due Byers.
Will per avere la certezza che non fosse nella sua stessa situazione.
Undici perché la sua presenza lo confortava.

Ma non era nessuno dei due, era Luke.

<<Porca puttana riccio, ero sicuro che fossi molto più del paladino della giustizia da cui ti travesti>>
Se c'era un vantaggio, nell'essere vissuti per anni in un laboratorio e poi praticamente soli era quello di poter essere se stessi, Luke non aveva bisogno di indossare maschere, lui era come era, riteneva che l'unico parere importato fosse quello delle persone amate. Lui non aveva nessuno perciò non gli importava di nessun parere.
Era proprio quello che lo terrorizzava, nonostante non volesse ammetterlo si stava affezionando a quella banda di ragazzini. Aveva paura perché ogni ora che ci passava insieme arrivavano sempre più vicini al termine "amici".
Avrebbe ritenuto importante la loro opinione? E in tal caso, sarebbe cambiato per loro?
Luke non voleva farlo eppure il terrore che le persone lo volessero diverso era tornato a farsi insistente dopo quasi cinque anni.

<<E quindi ora indosserai tu la mia armatura?>>
<<Magari Will mi scambierebbe per te, non sarebbe una cattiva idea, potrei...>>
Mike arrossì e disse:
<<Smettila>>
<<D'accordo però a parte gli scherzi, liberartene per un po' non ti farebbe male. Anche gli eroi riposano.>>
<<Possiamo abbattere le metafore e arrivare al punto? Dimmi quello che smani dalla voglia di dirmi o vattene>>
<<Scelgo la prima. Vedi riccio, intendo solo che dovresti smettere di essere quello che pensi che gli altri vogliono che tu sia ed essere più come sei veramente.>> Luke sapeva che in molti non riuscivano a farlo.
<<Sai, Will mi ha appena detto il contrario, forse in fondo nemmeno lui mi amerebbe se fossi davvero me stesso>>
<<Non lo conosco molto bene, ma so una cosa Mike. Mai e poi mai Will Byers smetterebbe di amarti ne tanto meno di direbbe di non essere te stesso. Quindi dimmi, cosa è successo veramente?>>
<<Dice che è meglio così, che è meglio che io incarni il perfetto ragazzo che tutti si aspettano che io sia. Che sposi Undici e che abbia una finta famiglia perfetta eccetera eccetera>>
Lascio andare la testa sulle mani.
<<Will ha solo paura per te. Non vuole che nessuno viva quello che vive ed è convinto che vivrà in futuro. Ma non sono d'accordo, Mike, tra cento anni nessuno si ricorderà di noi, e a nessuno fregherà un cazzo di quello che hai fatto o non hai fatto nella tua fottuta vita, perciò Mike, vivi cazzo, fottitene di quello che pensano gli altri. Will ha solo paura, si la sua forza Mike.
Vivi, ma soprattutto lascia vivere gli altri. Undici non ha nessuna colpa se non quella di essersi innamorata di...>>
<<Un invertito?>> chiese Mike tra le lacrime.
<<intendevo di qualcuno che ha avuto la fortuna di incontrare la propria anima gemella, ma a questo punto mi sa che di invertito hai il cervello.>>
Risero entrambi.
<<Non voglio che lei soffra.>> Mike era tornato serio pensando all'espressione che avrebbe avuto la ragazza alla luce della sua confessione.
<< Will ti ha detto di aspettare vero? A quando si risolverà la situazione?>>
Mike annuì, era geloso del fatto che nonostante lo conoscesse da pochissimo Luke conoscesse così bene il suo Will.
<<Sai perché? Perché ha smesso di crederci. Perché nonostante abbia guidato una spedizione per salvare la situazione, non crede che riusciremo a vincere. So leggere la sconfitta nello sguardo delle persone. Eppure nella remota possibilità che almeno voi due soppraviveste non può far a meno di sperare che lo facciate insieme.>>
<<Will avrà anche smesso di crederci, ma vedo ancora nei suoi occhi quel luccichio, seppur flebile, di speranza. Il sottosopra se lo è mangiato vivo ed è come se lo stesse digerendo piano piano. Non so come faccia ad avere ancora quel poco di speranza. È il più forte tra di noi. Lo è sempre stato.>>

Furono proprio Will e Undici a chiamare i due ragazzi, ormai era molto tardi e sicuramente tutti si stavano accampando da qualche parte per dormire.
<<È tardi che ci fate ancora quà fuori?>>
Chiese Undici con un filo di voce.
I due alzarono le spalle.
<<Prenderete l'influenza!>> disse invece Will lanciando una felpa a Mike.
Mike arrossì.
<<Luke, entra pure. Mike tu invece rimani, dobbiamo parlare.>> Will lanciò un'occhiata alla sorella che invece con lo sguardo in basso faceva segno a Mike di raggiungerla.
Luke e Will entrarono dentro, il riccio raggiunse la ragazza.

<<Mike. È da quando ci conosciamo che sono innamorata di te. Tu mi hai sempre fatto sentire capita, eppure avvolte credo davvero che tu mi ritenga stupida. So che non provi quello che provo io. È inutile continuare a fingere, non credi? Ci ho pensato Mike e preferisco non averti che avere l'illusione che tu sia solo mio. Per...perché non lo sei, lo sappiamo entrambi.>> Undici ormai piangeva e anche Mike aveva gli occhi lucidi.
<<Voglio che tu sappia che non è stata una bugia Undici. Gli amici non mentono e io ti ho amata Undi.>>
Undici singhiozzò. Ma poi si asciugò gli occhi.
<<Io...bhe immagino che a uno dei due dovessi spezzare il cuore. Il suo cuore è spezzato da troppo tempo. Ci ho messo un po' a scoprirlo ma è così.>>
<<Mi dispiace>>
La strinse a sé. Mike piangeva, Undici ormai le aveva finito le lacrime. Aveva pianto tutto quello che poteva piangere per Mike, ora era solo vuota.

N.A.
Che ne pensate?

Ci Sei Sempre Stato Solo Tu ~ BylerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora