16.

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Poco dopo li cacciarono tutti quanti fuori dalla sala d'aspetto. Non servirono a niente le proteste e le lamentele, se non a sottolineare il loro titolo di ragazzini. Max dormiva, aveva detto Lucas e quindi si erano convinti a tornare la mattina dopo.

<<Dai su alzati, sei stanchissimo, non hai dormito nenache stanotte?>> Disse dolcemente Mike e Will gli sorrise.
<<Come potevo? È come se la mia vita fosse cominciata solo ora e invece forse sta per finire>> Il riccio lo aiutò ad alzarsi.
<<Siamo qui proprio per impedire che accada>>
<<Lo so, lo so. Ma sono così stanco>>
<<Lo so Will, vorrei poter fare qualcosa>>
<<Sei il cuore>> gli disse.
<<Bastardo, Undici non ti ha mai commissionato niente vero?>>
Will rise.
<<No, non l'ha fatto>>

Tornati a casa, gli altri li tartassarono di domande. Come stava Max? Erano riusciti  a svegliarla? Avevano fame?
Steve rispose per tutti, disse che il piano era riuscito anche se con qualche intoppo e che la ragazza si era svegliata e stava bene. Disse anche che morivano di fame.
Joice aveva cucinato per tutti, carne patate e verdure. Sarebbe stato un pasto di consolazione o di festeggiamento aveva pensato e così aveva mandato Hopper a comprare Eggos per tutti.

Mike guardò Will che rendendosi conto dello sguardo del ragazzo su di lui si mise nel piatto un po' di broccoli. Poi si avvicinò e si sedette accanto a lui.
<<Non mangerò un animale morto se è quello che cerchi di dirmi!>> Mike rise. Guardando la sua bistecca fumante. Will distolse lo sguardo quando l'odore raggiunse anche il suo naso.
<<Nancy, ti ho fatto un piatto.>> La ragazza lo guardò stupita, ma prese ugualmente il piatto con carne e patate. Poi Mike prese un altro piatto e ci mise patate e broccoli, dopo tornò da Will.
<<Non c'era bisogno>> disse il più piccolo un po' scocciato.
<<Che posso farci, mi piace fare il gentleman>>
<<Coglione>> gli diede una gomitata.

Finito di cenare aiutarono tutti a mettere a posto e poi si coricarono. Era tutti molto stanchi. L'indomani sarebbero andati a trovare Max e poi avrebbero pensato al passo successivo. Will si era coricato lontano da Mike, non avevano ancora chiarito quale fosse il loro rapporto e non era il problema principale che dovevano affrontare. Will decise di seguire il consiglio della madre e così cercò di dormirci su.

<<Will, Will>> non era Mike, non era sua madre o Luke e non era nemmeno Undici, era una voce molto più lontana, ma che allo stesso tempo sembrava così vicina.
<<Will, ritorna quì, ritorna da me. Lo sai che è questo il tuo posto, qua c'è la tua anima>> così ricordò, ricordò di un pezzetto di lui che si era staccato quando era uscito. Chiuse gli occhi e divenne lui.

Era di nuovo la sua versione da undicenne, i capelli più lunghetti e la faccia da bambino. Era di nuovo lì, nel sottosopra, non se n'era mai andato.
<<Era ora Will, ti aspettavo. Ero sanco di questa tua versione incompleta. Mi mancava vedere la paura dipinta nei tuoi occhi>> era Vecna, la voce apparteneva a lui eppure non lo vedeva.
<<Non sono veramente quì>>
<<Ah sì? Non lo sei? Eppure sembra così reale non è vero? Non capisci? Che delusione! Pensavo fossi il più sveglio di tutti, il più manipolabile certo ma sempre il più sveglio! È per questo che ti ho scelto! Che delusione!>> Vedendo che Will non rispondeva, lui si spazientì ancora di più. Apparve davanti agli occhi del ragazzo. Aveva le mani sui fianchi e lo guardava come una madre che rimprovera un figlio.
<<Suppongo che ci sia bisogno che ti spieghi. Sei cambiato vero? Da quando sei uscito da quì. Senti che manca qualcosa in te, come se un pezzo fosse rimasto qui, come se cercassi in continuazione di trovarlo ma non ci riesci. Non sono sensazioni Will, è la pura e semplice verità. Tu sei quì! Haha, sei quì. Potete anche essere riusciti a portarmi via il tuo schifoso corpo da adolescente, anche quei disgustosi sentimenti, ma un pezzo di te è qui. Un pezzo di te è me. Un pezzo di te è questo posto. Un pezzo di te sono loro>> disse e da dietro le sue spalle si sentirono i passi di centinaia di individui. Un esercito. Un esercito di Will.
Erano tutti lui. Tutti avevano la sua buffa forma da adolescente. Ma nessuno era uguale. Alcuni riuscivano a farsi spuntare le ali, altri gli aculei o le squame, altri ancora erano armati.
<<Io ho loro, loro sono te. In sostanza, tu sei mio>>
<<Perché mai mi riveleresti il tuo piano?>>
<<Perché sei stato tu a idearlo. Quella tua parte, non potevo decidere che parte tenermi, diciamo che sono stato solo molto fortunato. Ricordi i pensieri crudeli che avevi da bambino? Tutta quella rabbia e quell'odio che nascondevi. Il desiderio di uccidere tuo padre, di ferire tua madre e picchiare Mike? Ricordi quando prendesti quel coltello e poi lo mollasti subito perché ti rendesti conto cosa avresti fatto? Ricordi di quante volte hai sognato di far provare a Mike lo stesso dolore che ti faceva provare? Che fine hanno fatto? Ora piangi, non mangi, ti disperi. Perché quella parte ora è mia, solo mia, non c'è nessuno che ti trattiene Will. Non sono io il cattivo. Non sono io. Tu distruggerai il mondo. Tu con le tue stupide emozioni. Loro rispondono a te. Sono te. Non li sai controllare e quindi sono io il loro capo ora. Se fossi in Mike starei ben attento a come ti tratta hahaha>>
Will pensò, pensò talmente freneticamente e intensamente che sembrava che la testa gli andasse in fumo, Vecna adorava l'odore del fumo.
<<È inutile, hai perso. Non puoi distinguerli e non potranno farlo nemmeno i tuoi amici quando finalmente avrò anche il tuo corpo. Non manca molto, lo senti vero? È da settimane che lo senti. Spero che tu non ti sia divertito troppo col vestito da principessa. Ci vediamo, presto>>

N.A.
È passato tantissimo tempo, lo so.
Il capitolo è cortissimo, lo so.
Non odiatemi, prometto che non passerà tanto per il prossimo.

Bhe, diciamo che la situazione si fa complicata. Ho paura io stessa di come si evolverà il tutto.

Ci Sei Sempre Stato Solo Tu ~ BylerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora