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Karen Wheeler era davvero stanca degli uomini, erano grossi e stupidi e pensavano di avere sempre ragione solo perché appartenevano alla parte privilegiata della società e odiava ancora di più che le donne si sentissero in dovere di rispettarli e onorarli come fossero delle sottospecie di divinità, porta rispetto a tuo padre, porta rispetto a tuo marito, porta rispetto al tuo capo. Non importa se il rispetto non è reciproco. Odiava essere cresciuta con quelle idee, odiava l'idea di poter averle tramesse a Nancy. Odiava rimuginare su tutto quello che avrebbe potuto dire, odiava non riuscire a parlare, odiava stare zitta.
Non lo sarebbe più stata, non avrebbe più taciuto non a suo marito, non a degli stolti che alzavano la voce contro suo figlio.

<<Karen>>
<<Joice>>
<<Andate, ci penso io qua>> fece Hopper
Karen allungò la mano verso Joice e le due corsero fuori dai loro figli

<<Mike, Will!>> urlò Karen quando li vide, entrambi avevano uno strano sguardo, Will sembrava stralunato e un'espressione di puro terrore si allargava sul viso di suo figlio.
<<Tutto bene ragazzi?>> chiese Karen, Joice passò con lo sguardo da Will a Mike
<<Tutto bene signora Wheeler, grazie per prima>>
<<Chiamami Karen tesoro>> poi guardò Mike che ancora non aveva parlato, stava due passi dietro Will con la testa bassa <<Mike? Non finirai nei guai per quello che hai fatto, parlerò con tuo padre sono sicura che non...>>
<<Non mi importa>> ribatté lui, alzò lo sguardo solo per rivolgerlo verso Joice <<Possiamo tornare a casa?>> Karen percepì il momento in cui il suo cuore si spezzò, aveva perso suo figlio, aveva perso anche sua figlia ed era stata tutta colpa sua, aveva cercato di essere la madre perfetta agli occhi degli altri e aveva dimenticato di esserlo per i suoi figli, aveva fallito e non sapeva come rimediare, specie alla fine del mondo
<<Fatemi aiutare, ditemi cosa posso fare, voglio aiutarvi>>  implorò suo figlio
<<Torna a casa mamma, stai tranquilla, ci pensiamo noi, non capiresti>> Will gli mise una mano sulla spalla e lui si scansò come scottato, le si avvicinò schioccandole un finto bacio sulla guancia e poi uscì da quel vicolo. Karen era pietrificata dalla sua freddezza, congelata meglio, e Will  sembrava provare la stessa cosa.

<<Mi dispiace così tanto Karen, non so cosa dire. Will tesoro andiamo>>
<<Arrivo>> fece lui e lei andò via <<Non ce l'ha con lei, sono successe così tante cose in questi anni, eravamo dei ragazzini e abbiamo salvato questa maledetta città così tante volte, abbiamo affrontato così tante cose, Mike ha affrontato così tante cose e l'ha fatto da solo, e adesso è convinto di non aver bisogno di nessuno ma ha bisogno di lei, ha bisogno di sua madre.>>
<<È un uomo adesso, non gli importa quello che penso io, non vuole il mio aiuto e non posso dargli torto.>>
<<No, non lo vuole il suo aiuto, ha ragione, non vuole l'aiuto di nessuno, è fatto così, ma essere presente ad ogni sbaglio e supportarlo è questo ciò di cui ha bisogno e ha bisogno che lo faccia lei, perché è sua madre, perciò ci parli, è la maledetta fine del mondo, non è il momento adatto per avere rimpianti>> lei rimase ferma a guardarlo, Will le sorrideva, era un bravo ragazzo, era contenta che fosse nella vita di suo figlio.
<<Grazie Will>>
<<Non mi ringrazi signora Wheeler ma vada a parlare con lui>>
<<Chiamami Karen tesoro>> Will sorrise ancora, insieme uscirono dal vicolo poi Will si fermò davanti alla jeep di Hopper con sua madre mentre la donna raggiungeva Mike che trasportava alcune cose avanti e indietro dal municipio insieme a Nancy.
<<Fammi capire>> gli disse <<Hai detto che non capirei, fatemi capire, lo so che ho fatto schifo come madre, me ne rendo conto solo ora, non vi conosco. Ma vi prego, permettetemi di farlo, permettetemi di conoscervi>> Nancy e Mike si scambiarono un'occhiata, "non c'è tempo per i rimpianti" sembravano dirsi.
<<Facciamo un giro in macchina?>> propose Nancy, Karen annuì.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 03 ⏰

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