22º 𝚍𝚒 𝚗𝚞𝚘𝚟𝚘 𝚕ì

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(T/n) pov:


Sono riuscita a trascinarlo nel divano e l'ho subito coperto con un leggerlo piumone bianco.

Sono seduta su una sedia davanti al tavolo che si trova in cucina, ho le mani appoggiate nel visto e dietro di  ma si sente il rumore dell'acqua del thé che bolle.
Non sono abituata a berlo, ma in questo momento mi calmerebbe.

Alzo la testa dai palmi quando sento una presenza davanti a me.
Si è già sveglio e sta sul cornicione della porta a guardarmi con uno sguardo vuoto e un viso inespressivo.

Dabi: Scusa.- 

(T/n): Ti sei scusato abbastanza, siediti, che il thè è pronto.-
Dico indicandogli la sedia.

(T/n): Assomigli a tua sorella sai? Anche se...no niente.-
Lo vedo guardarmi con una leggera scintilla di divertimento negli occhi.

Dabi: Ah si? Continua la frase.-
Non voglio, ci potrebbe rimanere male e smettere di parlarmi del tutto e non voglio, solo ora ci stiamo lentamente togliendo il peso dell'avvenimento successo poco fa.

Dabi: (T/n) continua la frase, se pensi che mi potrebbe far sentire peggio... ti sbagli. Vedere mia madre in te è la cosa più brutta  in questo momento.-
Lo guardai con la gola secca, non sapevo che dire o fare.

(T/n): Anche se vorrei conoscere vostra madre, perché tu e i tuoi fratelli oltre ad avere i tratti estetici simili a quelli di vostro padre, ne avete anche altri al dir poco stupendi. -
La voce è bassa ma mi ha potuto sentire perfettamente.
Sorride guardandomi dolcemente, facendomi poi un'occhiolino e bere in un sorso il contenuto della tazza rossa.
Sono spaventosamente impressionata, dev'essere veramente bello avere un quirk che ti permetta di non soffrire il caldo.

Lo vedo alzarsi e tendermi la mano.
Dabi: Andiamo.-

(T/n): Dove?-



[...]


La domanda di prima non è stata minimamente calcolata, mi ha preso la mano e messo addosso un capello rosso e un cappotto, per poi uscire dal mio appartamento mano per mano.

Si possono vedere tutte le stelle perfettamente, era da tanto che per colpa dei nuvoloni non si riuscivano ad osservare.

Grazie alla strada riesco a fare delle ipotesi sul posto in cui mi sta trascinando.
E queste diventano realtà quando davanti a noi si piazza la grande struttura bianca, ma che ora per colpa del buio è diventata più scura.

Lo guardo con un sopracciglio alzato.
Dabi: Entra e vedi se ci sono persone, se ci sono: continua a camminare, arriva al terzo piano e fermati nella 85º stanza.
Se invece non c'è nessuno: mandami un qualsiasi segnale e da li entrerò anche io.-

Lo guardo storto.
Che cavolo di problemi ha?
Se ci beccano a quest'ora rischiamo di andare nei guai,  lui poi! Non deve farsi vedere in questo momento così delicato per la sua figura.
(T/n): Sono le undici passate, perché ci dev'essere qualcuno? Le persone normali a quest'ora dormono e non stanno qui fuori a congelare e a provare di ritrovarsi in una cella di qualche carcere.-

Volta la testa verso di me e il suo sguarda mi inizia a penetrante, come sempre ha fatto.
Non vuole obiezioni.
(T/n): Ha capito...ma non ti scaldare!-
Sospiro esasperata e mi avvio verso l'entrata mormorando un "ti odio".

Io e il rischio viaggiamo per vie del tutto diverse, non sono mai stata brava a farmelo collega e a lavorarci insieme, preferisco la calma, quella calma che mi è stata sottratta via da Dabi.


Le porte si aprono e il calore mi prevede tutto il corpo, facendomi quasi dimenticare il piano.

Mi guardo attorno e le uniche persone che noto sono dei medici troppo impegnati a discutere in una stanza chiusa.
Guardo fuori e gli faccio segno di venire con un movimento della mano.

Entra e notando i medici vicino a noi mi guarda male, mi prende il polso velocemente e inizia a correre tra le scale e i corridoi dell'ospedale.

|| dabi x reader ||   E⃜N⃜L⃜I⃜G⃜H⃜T⃜E⃜N⃜ M⃜E⃜Where stories live. Discover now