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Cammino avanti e indietro nella mia camera "Cosa sta succedendo alla mia testa?".
Mi avvicino allo specchio e mi osservo: sono sempre la stessa identica ragazza, i miei occhi chiari, i capelli castani, il mio viso, tutto come al solito.
Allora perché mi sento strana, agitata? Quel lupo nero ha invaso i miei sogni di questa notte e ieri sera, dopo essere tornate dalla passeggiata in montagna, non ho fatto altro che fissare la zampa candida di Ghiaccio.
Mia madre mi ha parlato, come sempre, dei pettegolezzi che sente al lavoro, e mentre di solito sono sempre interessata, quella volta ero persa nel vuoto. Come se il mio cervello fosse diventato un palloncino pieno di elio.

«Roxy! Scendi!» grida mia madre.

Finisco di sistemare i miei vestiti ed esco raggiungendola in salotto, sta guardando la televisione e ai suoi piedi c'è Ghiaccio che dorme.

«Si?»

«Guarda, c'è una nuova serie tv, la guardiamo?»

«Pensavo in realtà di uscire per un po', magari vado al pub.»

«Oh certo va bene, la guarderò io intanto.»

Mi metto la giacca pesante e gli scarponi poi mi avvicino alla porta d'entrata. Ghiaccio alza subito le orecchie guardandomi.

«Controlla Ghiaccio mamma, non lo porto con me.»

«Hai sentito orso? Oggi resti con me, non ti vuole.»

In risposta pigola ed io scuoto la testa guardandolo, poi esco lasciando che l'aria fresca mi sferzi il volto.

Il "pub ottocento", così si chiama, non è lontano da casa mia, cinque minuti di camminata e aveva sempre un grande via vai di gente, dovuto più al fatto che fosse l'unico bar nella zona non tanto per la qualità del posto.
Quando arrivo ammiro l'insegna cadente ormai quasi del tutto consumata e nascosta da un grosso rampicante che il proprietario non aveva nemmeno la decenza di eliminare.
Non è il massimo dell'igiene ma è l'unica vera attrazione del mio paese, e per fortuna che mia madre ha trovato lavoro nel pub del paese accanto, non sarei stata felice di saperla qui a servire cocktail ai vecchi pervertiti che si aggirano. Perché quella è la fascia d'età che più frequenta il luogo, a parte i ragazzi della mia età di tanto in tanto.
Proprio quando il mio piede sorpassa l'entrata mi colpisce come un dardo una voce, stridula sopra ogni misura e fastidiosa come quando la radio va fuori frequenza.

«Guarda chi si vede... cosa ci fai qui se sei ancora minorenne e non puoi bere, guarda qui invece cos'ho io... una birra!» inizia a dirmi Anna sorridendomi fintamente. Destino vuole che siano nel tavolo più vicino all'entrata.

Siena mi deride «Oh poverina! La piccolina della classe!»

Accanto a loro due ragazzi fanno loro compagnia e ridono della battuta lanciandomi un'occhiata di sfuggita.

Sospiro e le mie gambe mi guidano, con il coraggio che il mio cuore non ha, nella loro direzione. Senza rispondere mi siedo, prendo il suo boccale di birra e ne bevo un lungo sorso, poi mi pulisco le labbra con il dorso della mano e la guardo per nulla preoccupata «Non fingerò sia un piacere rivederti Anna anche di domenica.»

Lei socchiude le labbra stringendo gli occhi «Mi hai bevuto la birra!» protestò.

Guardai il boccale «Credo se ne siano accorti anche i tuoi amici non serve evidenziarlo.» sorrisi ironica.

«La tua ironia è insopportabile» risponde secca «Così come la tua sciocca sincerità.» sorride.

«Io le trovo divertenti in egual misura invece.» una voce profonda e roca si intromette nel discorso.

Alzo gli occhi e nel corridoio accanto a me un ragazzo davvero alto, muscoloso e... incredibilmente stupendo ci osserva spaziando lo sguardo dall'uno all'altro.
I suoi capelli disordinati castano chiaro pregavano per essere toccati, le sue labbra rosee e perfette mi facevano venire voglia di sfiorarle come i petali di una rosa, la sua mascella messa completamente in mostra dato che si era rasato ti convinceva ad allungare una mano per accarezzarla, il suo naso perfetto, cosparso da timide e sexy lentiggini leggermente più scure del suo incarnato, ti faceva venire voglia di morderti il labbro, cosa che Siena e Anna fanno, e i suoi occhi... sono i colori di un'orizzonte dove cielo e mare si confondono tra di loro, sono il colore dell'inverno, dell'acqua gelata e delle nuvole cariche di pioggia.
Siena e Anna sono quasi in trance, i due ragazzi, Marco e Pietro, le scossero guardandole male e loro con un sospiro si schiarirono la voce.
Io dal canto mio persi la salivazione, e la lingua mi si attaccò al palato.

Il cuore del guardianoWhere stories live. Discover now