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Quando entro nel tendone sento le mie guance ancora un po' arrossate ma spero la mia faccia non comunichi: "mi sono appena strusciata sul Beta del branco!".
Tutti si alzano in piedi, Jacobs mi raggiunge e mi bacia la mano con una riverenza. Si sta per staccare ma si blocca, ho i sudorini. Mi osserva e non riesco a decifrare la sua occhiata.

Infine con un grosso sorriso si gira verso la lunghissima tavolata «Ecco a voi Roxana Rodersol, colei che il mio lupo quattro anni fa ha riconosciuto come mia compagna! E molto presto diverrà la nostra luna, apprezzatela con la dovuta riconoscenza!».

Rilascio l'aria.

Il resto del branco, una sessantina di persone, alzano lo sguardo al soffitto ululando in un tonante coro, il canto primitivo rimbalza con ardore sulle pareti in tela bianca e mi tremano i padiglioni uditivi.
Il loro eco riverbera nella mia cassa toracica e colpita abbozzo un sorriso.

Jacobs mi bacia il collo e sussurra senza farsi vedere «Dì qualcosa.»

Mi schiarisco la voce prendendo un respiro profondo «V-vi Ringrazio...» la mia voce inizialmente tentenna non sapendo controllare così tanta tensione che mi scorre dentro.

«Sei una figa assurda Roxy! Non farti vedere debole, sei magnifica e non devi dubitarne!» mi grida la mia lupa nella testa.

Mi fa spuntare un sorriso.

L'Alpha mi prende per mano dicendomi con gli occhi di non avere paura e allora, con la fiducia della mia lupa e la protezione di Jacobs, mi faccio coraggio portando il petto in fuori «Ringrazio per il caldo benvenuto, l'ululato è stato molto apprezzato ve lo assicuro... qualunque cosa succeda proverò ad essere chi voi vi aspettiate che io sia e spero di non deludere nessuno...»

Il mio breve discorso viene interrotto dalla porta che viene socchiusa alle mie spalle, gli occhi di tutti, compresi i miei, finiscono sul Beta del branco.

«Scusate per il ritardo...» sussurra correndo ad un posto libero.

Mi lancia un'occhiata sfuggente sistemandosi i pantaloni.
Mi schiarisco la voce arrossendo, non lo avevo fatto notare ma sapevo il motivo del suo ritardo, e la cosa mi faceva sentire tanto potente quanto in imbarazzo.

Continuo «Mi scuso per avervi fatto attendere...» sposto lo sguardo sulla tavola imbandita e straripante cibo «Ma ora ditemi che non solo l'unica che si vorrebbe avventare su quel pollo ripieno...»

Nessuno risponde per alcuni secondi, che a me paiono ore, finché un boato di risa illumina il silenzio, una risata sincera e scrosciante come il suono di una cascata.

«Alla nostra luna!» gridano in coro «Che è affamata!» la frase si trasforma quasi in una melodia ripetuta più e più volte di continuo nel corso del pranzo.
Sorrido un po' più leggera.

Iniziano a sedersi così anch'io cerco un posto libero, Jacobs si siede a centro tavola e mi indica il posto subito alla sua destra, mi accomodo e quando alzo lo sguardo davanti a me deglutisco: degli occhi azzurri color ghiaccio mi sorridono lascivi.
Deglutisco e sposto lo sguardo all'Alpha che ci sta guardando con espressione insondabile, come sempre.
Facendo finta di nulla prendo un bicchiere di vino e lo alzo brindando «Jacobs...» gli sorrido, poi sposto le pupille al Beta «Noah... salute.»

Loro ricambiano il brindisi fissandomi con un'intensità che mi fa venire voglia di strapparmi i vestiti di dosso... ma non mi sembra proprio il caso dunque mi limito a deglutire e a tracannare il calice in un sol respiro.
Jacobs e Noah si scambiano uno sguardo in un muto discorso silenzioso e misterioso nel quale solo loro conoscono le parole in codice.
La ragazza seduta accanto a me mi distrae dai due soggetti iniziando a chiedermi della mia vita nel "villaggio degli umani", così chiamavano il paese in cui vivevo. Appellativo che mi fece sorridere.

Il cuore del guardianoWhere stories live. Discover now