Capitolo 3

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"Finito!", spengo il computer e mi sdraio sul mio letto.

Mi tolgo gli occhiali per qualche secondo ed inizio a strofinarmi gli occhi.
Sbadiglio per poi afferrare il mio Olaf ed abbracciarlo forte forte.
Mi rimetto gli occhiali e mi metto a sedere con le gambe incrociate.

"Secondo te riuscirò a trovare un lavoro?", metto Olaf davanti a me.

Guardo per qualche secondo il mio pupazzo per poi continuare a parlare, in italiano ovviamente.

"Hai ragione, qualcosa troverò", afferro il mio computer e mi alzo dal letto.
"Almeno credo", poso il tutto sul comodino.
"Bene e ora andiamo a fare una doccia bollente", poso Olaf sul comodino, sopra al computer, ed inizio a fare il letto.

Dopo aver sistemato le coperte e i cuscini, inizio a mettere al proprio posto i miei pupazzi.

Nonostante i miei ventitré anni, sono ancora amante dei pupazzi, anzi sono la fan numero uno.
Ne ho un sacco, non riesco a lasciarli andare, rappresentano la mia infanzia.

Poso anche Olaf accanto al mio cuscino e sorrido contenta nel guardare il mio ordine.
Dopodiché mi dirigo verso l'armadio, afferro l'intimo e il mio accappatoio per poi uscire dalla mia stanza e andare verso il bagno.

Sono le sette del mattino, non sono riuscita a dormire tutta la notte.
Dopo l'accaduto con l'antipatico non sono riuscita a chiudere occhio.

Sentivo ancora il suo sguardo su di me, il mio cuore non ha smesso di battere a causa del suo tocco, avevo ancora il suo profumo nelle mie narici, percepivo ancora il suo calore sulla mia pelle, insomma non sono riuscita a dormire per colpa del suo stupido fascino!

Sbuffo sonoramente per poi afferrare l'indelebile e scrivere il mio nome e l'ora sulla lavagnetta.
Sistemo il tutto per poi entrare dentro il bagno e chiudermi a chiave.

...

Dopo aver finito di fare la doccia, mi dirigo verso il lavandino per pettinare i miei capelli ma non appena noto il mio riflesso, inizio a fare una smorfia.

Le notte passate a non dormire si fanno vedere sempre di più, ormai le mie occhiaie sono grandi quanto un palazzo.

Sospiro per poi iniziare a pettinare i miei capelli, in camera mi metterò un bel po' di correttore!

Devo coprire questo orrore...

Finisco la mia solita routine e decido di uscire dal bagno per andare in camera mia e cambiarmi.
Mi sistemo il viso con un po' di correttore e mascara, afferro un paio di jeans neri ed attillati, una maglia sopra la vita a maniche corte bordeaux e la felpa nera di Edward.

Esco dalla stanza e decido di andare in cucina a mangiare qualcosa, sto morendo di fame.
Mi dirigo verso il frigo ed inizio a sbagliare per poi ritrovarmi con gli occhi lucidi.

"Ho esagerato! Dovevo dormire", borbotto tra me e me.
"Vuoi un po' di caffè?", una voce maschile attira la mia attenzione.

Mi giro verso questa persona per poi notare Cole accanto al lavandino intento a prepare del caffè con la macchinetta.

"No, grazie", afferro il latte.
"Guarda che non é un problema! Posso fare del caffè anche per te, tanto non sono io a farlo, fa tutto la macchinetta", insiste.
"Grazie Cole ma sono apposto così", decido di andare a prendere i cereali.
"Va bene, ho capito", sorride.
"Che cosa?", sbuffo.
"Non devo rivolgerti la parola la prima mezz'ora", ridacchia.
"Esatto", mi siedo sulla sedia ed inizio a prepare il mio latte e cereali.

Lui si gira ed inizia ad osservarmi in un modo strano, quasi dolce direi ma decido di non farci caso, non ho proprio voglia di invadere la mia testa anche con il suo viso impresso nei miei pensieri.

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