🦋41🦋 Fontana dei desideri💫

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La fontana dei desideri, circondata da splendide bolle di sapone, era il fulcro della sesta notte della Settimana delle Stelle

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La fontana dei desideri, circondata da splendide bolle di sapone, era il fulcro della sesta notte della Settimana delle Stelle.

Mirabelle non poteva non rimanere incantata dalla moltitudine di figli e figlie della Corte che danzava al suono dell'orchestra invisibile, composta da un quartetto d' archi e violini, che suonava una melodia struggente e malinconica, che avrebbe smosso anche il più duro dei cuori.

Guardò lo strano duo che l'accompagnava, evitando di sorridere ogniqualvolta qualcuno provasse anche solo ad accarezzare il morbido pelo dell'infastidito Eòwaldor e cercando di non mostrarsi infastidita dall'approccio patetico e scontato di un certo generale piacione e spocchioso.

Quest'ultimo ballava, indifferente e incurante della loro missione, dietro ad una dama alta e bionda, prendendola per i fianchi e avvicinandosi a sussurrare quelle che le parvero, a tutti gli effetti, oscenità all'orecchio.

《Che sfigato.》Commentò schifata, a nessuno in generale, cercando di riportare l'attenzione sulla serata.

Ma per quanto le piacessero la musica e le incredibili sfere dalla superficie iridescente, la superficialità di quell'elemento la distraeva, urtando una sensibilità che non era certa le appartenesse.

《Poverino e sfigato.》Si ritrovò nuovamente a sussurrare, scuotendo la testa e decidendo di allontanarsi da lì, per la seconda volta dall'inizio della serata.

Erano arrivati insieme, subito dopo essersi legata con Eòwaldor. Avevano anche ballato assieme per un certo tempo, seguendo i consigli dello spirito che perlustrava l'area della festa, in cerca di possibili minacce, finché Mirabelle non era stata trascinata da Ash al centro di un vortice di danze e saluti.

Aveva ballato con numerosi soldati e cortigiani, sorridendo e fingendosi contenta delle numerose attenzioni che riscuoteva, mentre lui l'osservava fuori dalla pista, totalmente impassibile.

Nell'esatto momento in cui era riuscita a riavvicinarsi, allontanandosi dai numerosi pretendenti che cercavano di catturare la sua mano per un altro ballo, aveva trovato quegli occhi neri catturati da una gonna lunga e da un volto che, anche in una situazione differente, tutto avrebbe definito tranne che bello.

Decise di farglielo presente prima di allontanarsi, non si dicesse che lei non l'avesse avvertito.

《Dovresti evitare, cucciolo di neve.》La voce antica di Eòwaldor la riscosse quasi dall'impulso.

《Di fare?》Chiese piccata, portando le mani al cielo, a giustificare un'azione che ancora non aveva commesso.

Il micio strinse gli occhietti in quello che doveva essere uno sguardo compassionevole. 《Quello che stai per fare. 》

La compassione era l'ultimo sentimento che pensava di vedere e suscitare in quei profondi occhi color fondo di bottiglia.

Scoppiò indispettita una bolla di sapone con un dito, prima di ignorarlo e avvicinarsi a quella coppia insulsa e mal assortita.

D'altronde lei i consigli non li aveva mai seguiti. Sapeva però di avere altre priorità, priorità ben più importanti e urgenti. La voce del demone Diarmaid risuonava ancora nella sua testa. Unico monito sulle conseguenze del suo non agire e unico consiglio che mai avrebbe seguito.

Si portò alle spalle del generale, prima di strattonare all'indietro, con forza, la giacca di fattura pregiata che indossava.

Lui si girò a guardarla, cercando forse l'artefice di quell'intromissione e allontanandosi, così, dalla dama.

Un sorrisino di rivincita, illuminò quel bel volto compiaciuto. 《Questa giacca costa più del vostro bel gatto, amore mio.》

Al solo sentirne il tono di beffa e di scherno, Mira rimpianse, in cuor suo e per la prima volta, di non aver ascoltato il consiglio dello spirito. 《Poverino, siete caduto tanto in basso cuore.》Lo apostrofò, per poi iniziare ad allontanarsi.

Eòwaldor la seguì silenzioso, col passo felpato che solo un gatto poteva possedere.

《Non sono molto bravo con i sentimenti, cucciolo di neve.》 Le disse mentre sorpassavano una coppia presa da effusioni e scambi poco consoni, per quella che doveva essere una cerimonia sacra. 《Ma nel caso tu volessi esternarli, in qualche modo, so ascoltare.》

Mira sorrise sovrappensiero, grata di quel commento così semplice e così giusto, allo stesso tempo.

Non era da lei esternare ciò che sentiva e, anche se non fosse stato così, non avrebbe saputo cosa.
Cosa provava, cosa pensava, cosa credeva.
Sapeva solo una cosa e, di questa, ne era certa. Quell'inconfondibile morsa alla bocca dello stomaco, quelle farfalle svolazzanti, che sentiva e sapeva agitarsi dentro di sé, e tutte quelle cose, che ne comportavano, sarebbero state soffocate.

Lei le avrebbe soffocate.

Lei le avrebbe soffocate

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A winter's tale Where stories live. Discover now