Capitolo 6

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LUI
Per la seconda volta in due giorni mi ritrovo a camminare senza pensare a dove sto andando. Le mie gambe si muovono automaticamente mentre la mia mente viaggia a mille all'ora. Quasi tutte le mie domande, adesso hanno una risposta ma mi ritrovo ad essere ancora più confuso di prima. Quando le ho fatto quella telefonata stamattina, pensavo che le avrei parlato al telefono, mai mi sarei immaginato che mi avrebbe chiesto di incontrarci di persona.
Appena l'ho intravista dalla vetrata del bar mi si è bloccato il respiro e ho cominciato a sentire quella strana sensazione di nausea che mi viene solo quando sono estremamente nervoso.
Mi sono fatto coraggio e sono entrato dentro il locale. Era così assorta nei suoi pensieri e io ne ho approfittato, prendendomi un attimo di tempo per guardarla meglio.
Era semplicemente bellissima.
I capelli lisci che le ricadevano sulle spalle, il corpo snello avvolto in quel tubino nero che la rendeva incredibilmente sexy ma allo stesso tempo professionale.
Tutto era perfetto in lei.
Mentre sono sulla strada di casa mi vengono in mente le parole che mi ha detto pochi minuti fa:
<<mi hai ispirato subito fiducia, non ho avuto un solo dubbio su di te>>
Parole semplici con un significato importantissimo per me, che mai nessuno mi aveva mai detto prima d'ora. Mai nessuno. Nemmeno Sarah.
Beh, lei tanto meno,dato che abbiamo capito tutti che l'ultima cosa che lei ha nei miei confronti, e' la fiducia.
Mi sembra così strano che l'unica persona che si sia fidata di me,tanto da mettere la sua vita nelle mie mani, sia questa ragazza che ho conosciuto solo ieri. E' esaltante ma triste allo stesso tempo.
Camminare per fortuna mi schiarisce le idee, mi fa vedere le cose sotto una prospettiva migliore. Mi fa avere un po di speranza.
Lo voglio fare, voglio accettare la proposta che Chloe mi ha fatto.
Devi accettarla o me ne pentirò per il resto della mia vita, di questo ne sono sicuro.
- Devo dirglielo. Devo dirglielo ora prima che ci ripensi -
Se c'è una cosa che ho imparato in questi giorni è che non devo rimuginare troppo sulle cose, dovrei ragionare un po meno e prende le cose un po' più di pancia.
Faccio dietrofront e ritorno sui miei passi nella direzione opposta. La mia meta adesso non è più casa mia, ma quella di Chloe. Mentre cammino scorro velocemente tutti i palazzi fino a quando lo intravedo in lontananza. La luce alle finestre è accesa.
Bene, per fortuna è ancora a casa. Cerco il citofono ma non lo trovo, noto però che la porta e semiaperta così decido di entrare. Scorro velocemente i nomi sulle cassette delle lettere e trovo il suo. Secondo piano. Faccio gli scalini a due a due ma quando arrivo davanti alla sua porta ho un momento di ripensamento che viene subito spazzato via.
Busso energicamente alla porta.
Dall'altra parte non sento nessun rumore. Ribusso una seconda volta e dopo un paio di minuti sento dei rumori attutiti all'interno dell'appartamento e poco dopo le chiavi girare nella toppa.
Me la ritrovo davanti, avvolta in un asciugamano verde mela, a piedi nudi e con i capelli completamente fradici.
Nessuno dovrebbe essere così bello.
Lei mi guarda interdetta, con la fronte corrugata ma subito si rende conto di essere mezza nuda e un lieve rossore le colora le guance.
"Vieni, entra. Non stare là fuori." dice, andandosi a rintanare dentro l'appartamento.
Appena metto piede in casa, mi accorgo che è completamente diversa da come me l'ero immaginata. Pensavo vivesse in uno squallido monolocale tutto in disordine, con una piccola lampadina penzolante dal soffitto, invece, l'appartamento è bello, luminoso e arredato anche piuttosto bene. E' molto..accogliente direi.
"Gran bel appartamento." le dico complimentandomi.
Lei sembra essere ancora di più a disagio e si tiene l'asciugamano con entrambe le mani, come se tenerlo sia una questione di vita o di morte.
"Perché sei qui?" chiede, spostando il peso da un piede all'altro.
"Dovevo parlarti. Subito." rispondo secco.
Lei piega la testa, incuriosita. Allora si sposta e si mette sul divano, facendomi cenno di raggiungerla.
- Non ti distrarre proprio ora Marc. Non ora, non ora -
Comincio ad avere un fottuto caldo qui dentro.
"Cosa ti prende Marc? Dopo aver sentito quello che ti ho detto hai deciso che non fa per te?" sembra un po allarmata ma forse me lo sto solo immaginando.
"NO, non è affatto così, anzi..." non riesco a trovare le parole "ci ho pensato adesso, mentre tornavo a casa. Non voglio passare il resto della mia vita con il rimpianto di non aver accettato e di non sapere come sarebbe potuta andare. E' una di quelle cose che se ti capitano devi coglierla al volo no?" dico con enfasi, guardandola in volto.
Lei annuisce impercettibilmente.
"Quindi, ho deciso di accettare, per vedere come va. Se poi andrà male, vorrà dire che non faceva per me ma almeno non vivrò nel rimorso di non averci provato." concludo eccitato.
- Ecco fatto. L'ho detto. Ora non si torna più indietro -
"Non voglio tornare indietro." dico risoluto.
Il suo sguardo si fa improvvisamente intenso. Gli occhi diventano due grandi pozze grigie che mi fissano, scavandomi dentro. Senza nessun preavviso, si getta su di me e mi abbraccia. E' ancora completamente bagnata e sento che mi sta inzuppando la camicia ,ma non mi interessa, mi godo questo momento così come è.
Nell'abbracciarmi, l'asciugamano si è aperto, rivelando la sua schiena nuda. Quello che ci separa e' solo un piccolo pezzo di stoffa verde mela che scompare ,una volta che si scosta da me.
È' davanti ai miei occhi, completamente nuda e l'idea sembra non disturbarla. I nostri visi sono vicinissimi, tanto che sento l'odore del suo bagnoschiuma sulla pelle. Sa di buono, di vaniglia e di cocco.
Nessuno dei due si sposta, rimaniamo immobili, l'uno che osserva le mosse dell'altro.
La voglio baciare, ho davvero l'irrefrenabile voglia di baciarla.
Poi, alza gli occhi su di me e io sono finito.
Con entrambe le mani le circondo il viso e con un'unica mossa avvicino il suo viso al mio. Prima che le nostre labbra si tocchino,percepisco una piccolissima e leggerissima scossa, ormai diventata così comune tra noi due. Poso le miei labbra sulle sue e il bacio si fa delicato, come se tutti e due avessimo paura di spingerci oltre. Lei si avvicina ancora di più a me e mi passa un braccio attorno al collo. Appena mi tocca le metto le mani sulla schiena e la faccio aderire perfettamente al mio corpo.
Il bacio si fa più intenso, la mia lingua si insinua tra le sue labbra fino ad incontrare la sua. Appena si toccano, cominciano a muoversi in una perfetta danza sincronizzata. Il bacio si fa sempre più appassionato tanto che tra un respiro e l'altro mi fuoriesce un gemito roco.
Lei sente la mia eccitazione e si mette a cavalcioni sopra di me. Il bacio per un attimo si interrompe e io mi concedo un momento per guardarla meglio. E' identica a come me l'ero immaginata, uguale a come compariva nel mio sogno a occhi aperti di ieri sera. La pelle luccica, ancora bagnata dalla doccia e i capelli sono una massa informe umida che le ricadono sulle spalle e davanti a metà viso.
Non ho parole per descrivere l'effetto che mi fa. E' sensuale in ogni centimetro del corpo, sono talmente eccitato che la mia erezione fatica a stare dentro i pantaloni. Dopo questa breve interruzione,lei ricade su di me, i seni che aderiscono al mio petto.
Mi bacia di nuovo, questa volta è lei a comandare e mi bacia sfiorandomi la bocca con la lingua. Fa scorrere le sue mani sulle mie spalle fino ad arrivare ai miei capelli, che tira leggermente, facendomi alzare ancora di più la testa verso di lei. Un gemito roco mi fuoriesce dalla bocca. Le nostre labbra si rincontrano più e più volte,mai sazie le une dalle altre.
All'improvviso, non la sento più. Una sensazione di abbandono mi colpisce nello stomaco come una mazzata.
"Non posso" mi sussurra con voce affamata. Si alza e riprende l'asciugamano caduto a terra, avvolgendoselo attorno al corpo. Mi alzo di scatto, andandole incontro ma lei istintivamente indietreggia con le mani a mezz'aria.
Mi blocco, confuso e irritato da questo suo repentino cambio d'umore.
"Non possiamo. Finita la questione." ripete, anche se sembra lo stia dicendo più a se stessa che a me.
"Perché?" la mia voce e' a malapena un sussurro. Non volevo che si fermasse, avrei passato anche tutta la notte solo a baciarla.
"Perché?" ride incredula, alzando le mani verso il soffitto "perché primo hai una ragazza, secondo, hai accettato, quindi tecnicamente lavoriamo assieme. Non possiamo." grida, mettendosi una mano sulla fronte.
Rimango interdetto per un paio di secondi mentre lei continua a guardarmi con aria colpevole ma con ancora una scintilla di desiderio negli occhi.
Dalla mia bocca esce un lungo e pesante sospiro e dall'esasperazione mi passo velocemente una mano tra i capelli e poi mi metto le mani sui fianchi.
"Si, hai ragione". E' tutto quello che riesco a dire. Non me ne frega un cazzo se lavoreremo insieme e non me ne importa un cazzo nemmeno di Sarah. Non mi è neanche passata per la testa e stranamente non provo un minimo senza di colpa nei suoi confronti.
Rimango in piedi, davanti a lei, non sapendo che altro fare, mentre lei è tutta concentrata a guardarsi le unghie dei piedi.
"Senti...mi dispiace" dico, non sopportando più il silenzio che si è creato tra noi "pensavo...non lo so cosa pensavo ma lo volevo fare davvero" dico stropicciandomi gli occhi.
Lei alza lo sguardo da terra e a piccoli passi mi si avvicina. Il cuore comincia a martellarmi nel petto, rischiando di esplodere. Mi guarda ancora una volta dritto negli occhi con quel suo sguardo che solo lei sa fare.
"Ci troviamo qui, lunedì mattina alle 9. Cominciamo l'addestramento." ordina.
- ok, questo si che è un cazzo di altro argomento -
"Ok lunedì. Non è un po presto?"
"Prima cominci, prima finisci, prima potremo fare la missione" dice in tono sbrigativo.
Lunedì...lunedi la mia vita cambierà radicalmente.

L'azzurro che si innamorò del grigioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora