Capitolo 17

6 0 0
                                    

LUI
Non sento Chloe da quasi una settimana e la cosa comincia a farmi incazzare non poco, anche perché l'unica cosa che vorrei fare è poterla vedere e stringerla tra le braccia.
In questi giorni passati senza di lei, ho continuato ad allenarmi duramente, così da essere pronto per la missione che avrà inizio fra solo 48 ore. I risultati del mio duro lavoro di questi mesi si stanno facendo vedere dato che ho messo su un sacco di muscoli che prima non avevo. I bicipiti mi si sono gonfiati così come i muscoli delle gambe. Gli addominali, che erano già allenati, adesso sono finemente scolpiti e la V rovesciata del bacino ora si vede molto di più. Torno a casa correndo, dopo aver passato tutta la giornata in palestra, e corri subito in camera a controllare il telefono per vedere se Chloe si è fatta sentire.
Ancora niente.
Incazzato, mi faccio una doccia veloce e scendo giù in cucina a prepararmi la cena, dato che non tocco cibo da stamattina.
Con mio grande stupore, trovo mia mamma ai fornelli, tutta intenta a usare padelle e a regolare il timer del forno. La guardo sbigottito, dato che saranno anni che non usa la cucina perché ormai convertita al cibo d'asporto, che a sua opinione corrispondevano al detto 'minor sforzo, grande resa'.
Non si è ancora accorta che sono dietro di lei tanto è concentrata e mentre sta per aprire un pacchetto di spaghetti , le poso una mano sulla spalla, facendola sussultare di paura.
"Dio, Marc, mi hai quasi fatto venire un infarto" esclama, portandosi una mano al petto.
"Ehi, scusa. Che stai facendo?" le chiedo, guardingo, come se stesse tramando qualcosa. Lei mi risponde, guardandomi offesa.
"Una madre non può cucinare per il proprio figlio?" chiede, alzando la voce di un'ottava.
"Si ma...non tu" le dico sorridendo "pensavo che stasera ordinassi cinese" come ogni venerdì, vorrei aggiungere.
La aiutò ad aprire una confezione di passata di pomodoro con l'apriscatole che lei maneggia come se fosse una bomba a mano.
"Volevo fare qualcosa di carino stasera...per te. Mi sei sembrato un po giù ultimamente sai, la faccenda di Sarah e tutto il resto. Volevo tirarti un po su il morale con i miei famigerati spaghetti al pomodoro." dice raggiante.
Anche se in questo momento provo un moto d'affetto enorme per mia madre, non posso fare a meno di pensare alla sua brodaglia di pasta e sugo che mi dovrò mandare giù a forza stasera. Le do le spalle, aprendo il frigo e prendendo una bottiglia di birra. La apro e mi rigiro di nuovo verso di lei, sorseggiandola piano. Lei mi guarda con le braccia incrociate sul petto e ha la tipica espressione di quando la sto alterando.
"Lo so cosa stai pensando sai?" dice, picchiettandosi il petto con un mestolo di legno "sono migliorata molto in cucina. I miei spaghetti sono buonissimi." dice, altezzosa mentre mescola il sugo nella padella.
Alzo gli occhi al cielo, finendo la mia birra in un paio di sorsi.
"Non ne ho mai dubitato" le dico, passandole a fianco per buttare via la bottiglia ormai vuota. Così, ne approfitto per darle un veloce bacio sulla guancia. Lei si addolcisce subito.
"Allora. Hai qualche novità?" chiede distrattamente, mentre poso la tovaglietta sul tavolo per preparare la tavola. Alla domanda mi blocco per un istante, ma poi continuo a mettere le posate sopra un tovagliolo di carta.
Mia madre, ovviamente, non sa nulla riguardo alla faccenda della spia e tutto quello che ne deriva, ma nei mesi di addestramento io e Chloe ne abbiamo parlato e siamo arrivati alla conclusione che dirò a mia madre che ho lasciato l'università perché mi è stato offerto un lavoro irrinunciabile, con una paga molto alta e che mi farà stare via di casa anche per lunghi periodi. A detta di Chloe, non avendo altri parenti oltre a mia madre, la storia del lavoro non sarebbe stata un problema e io sono pienamente d'accordo, dato che sono sicuro che mia madre non farà più di tante domande.
Le basterà sapere che sono sistemato e che guadagnerò bene e per lei andrà bene.
Finisco di mettere i bicchieri a tavola e mi giro verso di lei, preparandomi ad affrontare l'argomento.
"A dire la verità, avrei delle novità" comincio, incrociando le braccia al petto e appoggiandomi di peso al tavolo. Mia madre si gira, leccandosi un dito per sapere se il sugo e buono.
"Una ragazza?" chiede, speranzosa.
Io alzo gli occhi al cielo ma poi le sorrido. Mia madre e un'inguaribile romanica ed è fissata con i problemi di cuore, tanto che cerca sempre una scusa plausibile per accasarmi con una delle figlie ancora single delle sue amiche.
"No, mamma" dico sbuffando "si tratta di un lavoro."
Ecco, l'ho detto. Adesso non posso più tornare indietro. Lei si gira verso di me, asciugandosi le mani sul grembiule. Si appoggia con i gomiti al bancone e mi fissa con i suoi occhi che precedono uno dei suoi 'discorsetti'.
"So cosa stai per fare. Avevi lo stesso sguardo, quando a 14 anni mi hai 'spiegato da dove arrivano i bambini'" dico ancora disgustato al ricordo mettendomi le mani nelle tasche della tuta "senti: è un buon lavoro, pagato profumatamente tanto che potrò darti qualcosa ogni mese e viaggerò anche un sacco. Non potevo rifiutare. E poi, diciamocelo, l'università non faceva per me." dico, scrollando le spalle. Rimane per qualche istante in silenzio e poi si rigira, continuando a mescolare il sugo, come se quella fosse la priorità assoluta .
"Hai sentito quello che ho detto?" le chiedo, leggermente irritato da questa reazione inaspettata.
"Certo che ho sentito caro." risponde tranquillamente.
"E?" la incalzo
"E...." dice girandosi e venendo verso di me, prendendo le mie mani nelle sue "Marc, tesoro, sei grande e vaccinato. Non devi chiedermi il permesso per decidere dove vuoi far andare la tua vita" mi accarezza i capelli "sei un ragazzo intelligente, buono e bellissimo. Tutto il contrario di tuo padre. Scommetto che farai le scelte giuste caro" e dicendo questo, il timer del forno comincia a trillare, avvisandoci che la pasta è pronta.
Mia madre non tocca più l'argomento per tutto il resto della cena, e io decido di fare lo stesso, dato che sembra averla presa piuttosto bene.
Finito di cenare lascio mia madre in cucina, che sta finendo di lavare i piatti e prima di andare in camera mia la abbraccio goffamente da dietro dandole un bacio sulla nuca per ringraziarla per essere stata tanto comprensiva sulla faccenda del nuovo lavoro, ma soprattutto, per non aver fatto tante domande.
Alla fine Chloe aveva ragione.
Guardo un'ultima volta il telefono per controllare i messaggi e finalmente vedo l'icona lampeggiare.
Potrebbe essere Chloe. Finalmente. Ce ne ha messo di tempo.
Apro il messaggio con il cuore a mille ma rimando immediatamente deluso, dato che il messaggio arriva da Josh, il mio migliore amico.
'Da Ronnie's, alle nove. Porta quel tuo culo fuori di casa o ti vengo a prendere a calci'
Tipico messaggio di Josh, dritto al punto e ornato da qualche insulto.
L'ultima cosa che voglio in questo momento è uscire coi ragazzi, ma so già che se mi rinchiudo in camera i miei pensieri voleranno subito su Chloe o sulla missione e ho bisogno di staccare un po' la spina. Mi cambio velocemente, mettendomi un paio di jeans scuri, una maglietta a maniche corte bianca è una camicia a quadretti aperta. Mi metto le scarpe e prendo il giubbotto di pelle, pronto per uscire.
Prendo le chiavi dell'auto che sono nel portaoggetti all'ingresso e in quello, arriva mia madre, avvolta in un accappatoio  e con la sigaretta d'ordinanza tra le labbra.
"Esci?" chiede tranquilla, versandosi un bicchiere di succo d'arancia.
"Si, vado fuori coi ragazzi." dico, mentre mi tasto le tasche posteriori dei jeans, controllando che non manchi il portafogli.
"Oh,non con una ragazza?" chiede, delusa.
"Mamma.." la ammonisco. Lei alza le mani sopra la testa come se le stessi puntando contro una pistola "ok, ok, non mi immischio. Divertiti caro e salutami il piccolo Josh." e se ne va a sedersi sul divano in salotto, per guardare l'ennesima telenovela.
Alzo gli occhi al cielo ed esco di casa.
Il 'piccolo' Josh è ormai diventato un cazzo di gigante di quasi due metri tutto muscoli, ma mia mamma continua a immaginarselo come il principino che era da bambino, col caschetto dai capelli biondi e gli occhi azzurri. Azzurri non come i miei che sono colore del ghiaccio, ma gli davano comunque un aspetto dolce e innocente quando invece era il re indiscusso dei cazzoni.
Questo aspetto di lui non è mai cambiato dato che era ed è un grandissimo rompipalle ma lo conosco da quando avevamo 3 anni e non riesco proprio a mandarlo al diavolo.
Mia madre mi racconto che ci conoscemmo al parco. Tutto e due volevamo salire sull'unica altalena libera e vedendo che nessuno dei due mollava la presa, abbiamo cominciato a prenderci a cazzotti. Da quel fatidico pomeriggio siamo diventati inseparabili, abbiamo fatto tutte le scuole assieme fino al liceo, dove abbiamo conosciuto Tyler e Phil, due ragazzi che giocavano nella squadra di football della scuola. Il periodo del liceo è stato il più bello della mia vita anche se l'ombra di mio padre non mi ha mai del tutto abbandonato. Essendo tutti e quattro di bell'aspetto e con dei caratteri un po prepotenti, tutte le ragazze cadevano ai nostri piedi, mentre i ragazzi si tenevano alla larga, soprattutto per la paura di venir pestati. In questo Josh era il migliore. Senza un motivo apparente cominciava a tirare calci e pugni a un povero malcapitato che secondo lui "l'aveva guardato storto".
Dei quattro, io ero quello più tranquillo. Non mi interessava immischiarmi nelle risse e per tutto il liceo ho avuto sempre la stessa ragazza, Claire, che non ho la minima idea di che fine abbia fatto. Non posso dire lo stesso di Josh, Phil e Tyler che hanno distrutto centinaia di cuori e distrutto le facce di quasi tutti i componenti maschili del liceo.
Arrivo al bar con dieci minuti di anticipo, parcheggio la macchina in un angolino buio nella piazzola del bar e mi avvio con estrema calma all'entrata.
Ronnie's è proprio come ve lo immaginate. È il bar in cui io e i ragazzi ci incontriamo da sempre e negli anni non è cambiato di una virgola. Si trova molto lontano dal centro e non essendoci anima viva per parecchi chilometri la musica viene caricata a palla ventiquattro ore su ventiquattro. Da fuori sembra uno di quei banalissimi locali che servono birra scadente e hanno attaccate al muro quelle orribili insegne al neon con le scritte più volgari e oscene di questo mondo. Ma non è così. Entrare dentro al Ronnie's è uno shock perché ti aspetti di tutto tranne quello che realmente ti si para davanti agli occhi. L'interno è tutto di pelle e legno e la luce è resa calda e offuscata grazie alle lampade che si trovano sopra il bancone e sopra ogni tavolo. Potrebbe persino passare per uno di quei locali dove portare la propria ragazza, ma da quando ci vengo avrò visto entrare si e no tre ragazze, per il resto la clientela è generalmente tutta al maschile.
Entro e mi siedo al solito tavolo, accorgendomi che stasera c'è molto più movimento del solito. I tavoli da biliardo posizionati in fondo alla sala sono già tutti occupati e con mio grande stupore vedo anche un gruppetto di ragazze che scelgono la musica da una consolle improvvisata affianco al bancone. Adesso nell'aria aleggia "If i lay here" degli Snow Patrol.
Dopo pochi minuti vedo arrivare Josh, seguito a ruota da Phil e Tyler.
Hanno tutti e tre una camicia aderente stirata perfettamente e l'immancabile giubbotto di pelle. Josh mi batte una pacca sulla spalla facendomi formicolare dal dolore il punto in cui mi ha colpito, mentre Ty e Phil mi fanno un rapido saluto con la mano.
- era ora che ti facessi rivedere tu. Non vediamo il tuo brutto muso da mesi.- esclama Josh, assalendo la ciotola stracolma di noccioline.
Lo ignoro. Faccio un cenno alla cameriera per prendere l'ordinazione. Lei mi sorride, raggiante.
- cosa posso portarvi ragazzi? - squittisce.
- quattro birre, tesoro, e anche una bottiglia di tequila con quattro bicchierini - dice Josh, facendole anche l'occhiolino. La cameriera annota l'ordinazione e se ne va raggiante, mentre io alzo gli occhi al cielo.
"È sempre il solito".
- allora?- mi chiede Josh, alzando le sopracciglia - com'è che sei sparito?-
- mi fa piacere vedere che ti sono mancato così tanto fratello- dico sarcastico. Lui emette un grugnito e rotea gli occhi.
- Ehi stronzo, ci hai fatto preoccupare. Io e i ragazzi stavamo per venire a vedere se eri ancora vivo o se Sarah ti aveva rapito e recluso in casa- esclama Josh, e vedo Phil e Ty che annuiscono convinti.
- ho avuto da fare. E comunque Sarah non mi avrebbe potuto rinchiudere da nessuna parte. Ci siamo lasciati...da un po- dico frettolosamente, prendendo anche io una manciata di noccioline.
Alzo lo sguardo su di loro e vedo che hanno tutti e tre la bocca spalancata e gli occhi sgranati.
-da quando?- chiede Phil, quasi disgustato
- maddai- dice Josh accompagnando l'esclamazione con una scrollata di spalle.
-non ci credo- sussurra Ty, con lo sguardo perso nel vuoto.
- Beh, da un paio di mesi. Più o meno. Ma cosa vi prende ragazzi, voi odiate Sarah-
La cameriera ci interrompe, mettendo le nostre ordinazioni sopra al tavolo cercando di attirare l'attenzione di Josh, che invece sembra quasi non vederla. Se ne va via sconsolata mentre Josh tracanna in suo boccale di birra in tre sorsi, quasi come se fosse sul punto di morire di sete.
- cioè, fammi capire. Tu sei single da un paio di mesi e non ci hai chiamato per festeggiare la dipartita di "Miss perfettina Sarah?- mi chiede quasi urlando - dovevamo farci la nostra bevuta - piagnucola.
- Oh mi Dio te lo ricordi ancora? Avremmo fatto quel patto una decina di anni fa, Josh - esclamò esasperato.
Il patto venne stipulato una decina di anni fa, promettendoci che dopo ogni rottura ci saremmo trovati a bere fino a svenire tutti insieme. Me ne ero completamente dimenticato.
- non si dimentica mai un patto tra amici - mi dice scioccato, mentre Ty e Phil si portano la mano simbolicamente sul cuore.
Finisco anche io la birra e faccio cenno alla cameriera di portarmene subito un'altra.
- senti cosa facciamo - mi dice, complice, Josh - dato che hai fatto lo stronzo e non ci hai avvertiti, e la nostra serata all'insegna dell'alcool è andata in malora, la facciamo stasera, anche se con un po di ritardo- dice, con gli occhi che quasi brillano dalla gioia. Ty e Phil invece si guardano, sconsolati.
- io ho Brittany che mi aspetta - dice Phil.
- e io devo andare a prendere Tara a lavoro - piagnucola Ty.
- e che problema c'è? Inventatevi una scusa che vi hanno trattenuto a lavoro, cazzo. Cosa siete i loro cagnolini?- ringhia.
- Josh, io non ho detto di si a questa cosa. Neanche io mi posso fermare.- dico.
- tu stai zitto. È già tanto se non ti picchio perché non ci hai detto niente e poi a casa cosa dovrai mai fare? Farti una sega in bagno? - mi dice, sbraitando.
- è ovvio che la tua finezza non accenna ad andarsene vedo - dico sarcastico.
- no, per niente. Ma ricordati che è colpa tua se è peggiorata negli ultimi dieci minuti. - dice, indicandomi minacciosamente con il dito.
Alzo a mezz'aria le mani in segno di resa e vedo che anche Ty e Phil hanno ceduto dato che stanno svitando la bottiglia di tequila  e riempiendo fino all'orlo i bicchierini. Ne prendiamo tutti uno e lo solleviamo a mezz'aria.
- alla dipartita della rompi palle - esclama Josh, felice come un bambino. Ridiamo, facciamo tintinnare i bicchieri uno contro l'altro e lo mandiamo giù tutto d'un fiato.
Una bottiglia di tequila dopo siamo tutti e quattro già mezzi ubriachi. Ho detto ai ragazzi che ho trovato un nuovo lavoro e che lunedì dovrò partire per un viaggio. Sono stato piuttosto sul vago ma loro non hanno fatto domande. Si sono limitati a farmi le congratulazioni, incitandomi a bere ancora di più.
Josh decide di ordinare un'altra bottiglia di tequila perché a detta sua non abbiamo bevuto ancora a sufficienza. Stiamo per buttare giù un altro bicchierino quando vedo Josh strabuzzare gli occhi in direzione della porta d'entrata del bar.
- oh merda. Scusate ragazzi ma io devo andare all'attacco. Questa non me la faccio scappare. - dice, sistemandosi la camicia ormai stropicciata e lisciandosi con le mani i capelli. È ufficialmente entrato in modalità rimorchio. Provo già un po di pena per la poveretta che Josh ha messo nel suo mirino. Butto giù l'ennesimo bicchierino e mi volto a guardare chi ha attirato così tanto l'attenzione del mio migliore amico.
Josh è appoggiato al bancone con un gomito mentre con l'altra mano regge una birra che deve aver recuperato da qualche parte. Sta sfoggiando uno dei suoi sorrisi migliori, uno di quelli che fanno sospirare con aria sognante le ragazze. Non riesco a vedere in viso la ragazza, dato che Josh la sovrasta, ma ha delle belle gambe, lunghe e sode. Almeno il mio amico ha buon occhio. Mi rigiro verso Phil e Ty che sono completamente sbronzi. Mi alzo, barcollando, è quasi faccio cadere il vassoio a una cameriera che mi rivolge uno sguardo truce, mentre si dirige a passo spedito verso un tavolo. Attraverso il locale, traballante, e individuo, strizzando gli occhi, la porta del bagno alla fine della sala. A un tratto sento una mano che mi stritola un braccio e la faccia di Josh mi si para davanti agli occhi. Vedo le sue labbra muoversi ma non capisco un accidente di quello che mi sta dicendo.
- uhm...eh?- biascico
- amico, mi devi dare una mano con la Tipa laggiù - dice, indicando con il dito la folla alle sue spalle - è tosta. Non sono riuscita a farla ridere neanche una volta. Ho usato uno dei miei sorrisi migliori capisci? Mi devi aiutare - dice con aria preoccupata.
- e come dovrei aiutarti io scusa?- chiedo puntandomi un dito sul petto.
"Io voglio solo andare in bagno" penso.
Nel frattempo, mi prende per un braccio e mi trascina in direzione del bancone.
- reggimi il gioco e basta- mi ringhia all'orecchio, prima di avvicinarsi alla ragazza tutto sorridente. Sbuffo sonoramente così che lui possa sentirmi.
Josh mi precede e sento che blatera qualche tipo di scusa alla ragazza.
- comunque, ti volevo presentare una persona. Lui è il mio migliore amico, Marc.- dice, raggiante.
Io spunto fuori da dietro le sue enormi spalle, stampandomi un sorriso ubriaco sulla faccia.
- cazzo - dico sbigottito, con gli occhi che mi escono quasi dalle orbite, appena il mio sguardo si posa su di lei. Josh mi assesta una sonora gomitata tra le costole e mi incenerisce con lo il suo tipico sguardo da "adesso ti spacco di botte".
Sento una risata familiare solleticarmi le orecchie.
La ragazza e Chloe.
Chloe e qui, da Ronnie's e Josh ci sta provando con lei. 




Lo so, sono sparita per un po. Ma vi prego ditemi cosa ne pensate!!!!!!
Un bacino xxxx

You've reached the end of published parts.

⏰ Last updated: Nov 09, 2015 ⏰

Add this story to your Library to get notified about new parts!

L'azzurro che si innamorò del grigioWhere stories live. Discover now