Cap. 38 Certezze -.

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«Posso baciarti? »

Avevo bisogno di conferme e se quello era il modo più efficace, tanto valeva rischiare, alla fine non avrei tanto da perderci, l'abitudine di rimanere da solo non se ne sarebbe mai andata.
Non lo vidi fare qualche mossa particolare che mi avesse potuto confermare che fosse meravigliato dalla mia richiesta, ma il suono del suo cuore, stava diventando più forte del ticchettio delle lancette dell'orologio; come il mio in fin dei conti.

Si avvicinò a me, i nostri sguardi persi l'uno l'altro e i nostri respiri mescolati tra loro. Ormai la distanza tra i nostri visi era minima, non potevo tirarmi indietro adesso.
Trattenni il fiato appena sentì un leggero contatto sulle mie labbra.
Restammo così per qualche secondo, fino a che non si alzò dal letto e si mise in posizione eretta, sempre chino su di me.
Non era un bacio lussurioso, non stava neanche provando ad approfondirlo, e non ne avevo bisogno, avevo capito tutto: il miscuglio di sensazioni, di emozioni e colmo di sentimenti contrastanti, aveva un senso, tutto.

Mi staccai, avevo bisogno di pensare qualche minuto, e avere lui davanti a me non sarebbe bastato, volevo solo tornare in camera mia nel silenzio della mia piccola solitudine.

«Hyunjin- aspettai qualche secondo- Voglio tornare a casa. » 

Era un lieve sussurro, non c'era fretta di tornare a casa, ne di allontanare i nostri corpi. Lo vidi pensare qualche secondo, vedevo speranza nei suoi occhi, come se sperasse che d'improvviso cambiassi idea, ma rassegnato all'idea che di lì a poco sarei dovuto uscire da quella casa, si allontanò da me. Io, invece, lo guardavo, non avevo coraggio di dire altro, avevo paura di sbagliare e dire cose del quale avrei potuto pentirmi, non riuscivo neanche muovermi o semplicemente ad alzarmi da quella sedia da scrivania.

«Vieni? » 

Si accorse che non avevo la minima intenzione di alzarmi e un piccolo sorriso dolce spuntò sul suo volto perfetto. A piccoli e lenti passi si riavvicinò al letto e con delicatezza prese la mia mano nella sua, tirando leggermente il braccio facendomi alzare, sembravo stregato. Mi guardava negli occhi mentre camminava all'indietro e si avvicinava nuovamente all'uscita della stanza, trascinandomi con lui. Eravamo ormai a metà casa, camminavamo lentamente, entrambi rivolti verso il salotto ampio, dove quella mattina avevamo trovato sua madre: speravo solo di non incontrare il padre che fin da subito era stata la paura principale, ma Hyunjin sembrava tranquillo, pensai di potermi fidare. Errore.

«Hyunjin, figlio mio, vuoi presentare a me e a tua madre il giovanotto che, per qualche motivo a me sconosciuto, si sta aggirando nella mia proprietà da questa mattina? » 

Una voce severa e autoritaria fece risvegliare dai propri pensieri, sia me, sia Hyunjin che sbiancò in meno di qualche secondo.

Strinse di poco la stretta sulla mia mano e, a capo chino e con occhi vuoti si girò verso colui che intuì essere suo padre, anche dalla completa somiglianza tra i due.

«Lui è Yongbok, se ne stava andando, lo stavo aiutando a finire un progetto. Dobbiamo andare i suoi genitori si staranno chiedendo dove sia. » 

Attese qualche momento, probabilmente per osservarlo negli occhi; occhi freddi e distaccati, vuoti, spenti, era uno sguardo che mai avrei ricollegato a lui, sempre abbastanza gentile nei miei confronti.

«Anche io esco oggi, non torno per cena e forse neanche per dormire, probabilmente mi fermo da Chan, non aspettatemi. »

Non li lasciò dire altro e a passo svelto si avviò verso l'uscita, in parte pensai che il suo comportamento fosse necessario anche per "proteggere" me e non dilungarsi in dettagli che magari ai genitori di Hyunjin non piacessero molto -scoprire di avere un figlio probabilmente bisessuale, o cose simili, da un estraneo che ti è piombato in casa, non penso sia la cosa più facile da digerire per un genitore; forse sono anche omofobi, e anche se non bisognerebbe affermare cose solo osservando l'aspetto, ammetto che non resterei meravigliato nel caso in cui il signor Hwang non voglia più che io veda suo figlio per paura che possa farlo diventar gay... che strane le persone, prima ci dicono che bisogna amare indipendentemente da tutto, poi se due uomini si amano è considerato contro natura...

Io e TeDonde viven las historias. Descúbrelo ahora