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Estasi.
Paradiso.
Felicità.
È come mi sento in questo momento. Mi sembra di aver raggiunto il Nirvana, di aver scalato un'alta montagna per mesi e mesi, aver sognato e desiderato la vetta per tanto tempo, e dopo averla raggiunta, di sentire quella soddisfazione insidiarsi nelle vene; un respiro profondo che simboleggia la vittoria e la fine della fatica. Libertà. Mi svuoto da tutto il peso che ha riempito il mio stomaco durante questa serata, appena sento le sue morbide mani farsi spazio sul mio corpo. Sento i suoi polpastrelli infilarsi nella carne. Potrebbe bucarmi da un momento all'altro. Avrò sicuramente dei lividi. Ma non m'importa perché è un dolore misto piacere. Quello che volevo sentire da molto tempo.
Sento una melodia uscire dalle sue labbra.
Le stesse che mi hanno avvolto calorosamente facendomi sentire ancora nel grembo materno.
Le sue curve si muovono a ritmo come una danza. Balliamo e nessuno può fermarci. I nostri occhi che si fondo gli uni agli altri, ipnotizzati, incantati.
Istintivamente faccio scivolare la mia mano sulla sua facendo intrecciare le nostre dita. Lei le stringe ma io sono più forte, e proprio all'apice mi lascio andare affianco a lei e la tiro più vicino per paura di lasciarla andare.

Faccio il possibile per prepararmi al meglio. Doccia veloce e uno spruzzo di profumo. Camicia bianca e jeans stretti neri. Cravatta del medesimo colore.
Ho un appuntamento. È da tanto che non ne ho uno e dato che i miei amici sono stufi del mio via vai con le ragazze, soprattutto perché devono presentarsi ogni volta ed è sempre lo stesso copione, hanno deciso di organizzare questa cena a lume di candela con una ragazza che a detta loro "è perfetta per te".
Sinceramente non so cosa aspettarmi: ho portato a casa ragazze molto diverse tra loro; brune, bionde, alte, basse. Di carattere ancora peggio: da quella timida che non parlava mai a quella esuberante che parlava troppo. Chissà cosa avranno appreso dalle mie esperienze. Io sicuramente ad una conclusione ci sono arrivato: evito quelle troppo magre che sembrano delle assi di legno.
Ho bisogno di toccare qualcosa di morbido mentre faccio sesso. Voglio dare vita alle fantasie più sporche del mio cervello.
Cerco di allacciare la cravatta. Una volta, due volte e magari alla terza ci riesco.
Giro la testa - non so il motivo ma qualcosa mi dice di farlo - e dalla finestra della mia camera vedo che qualcuno all'appartamento affianco si è appena trasferito.
Le nostre finestre si affacciano perfettamente l'una all'altra, e mi chiedo se la persona dalla parte opposta mi abbia visto nudo mentre mi stavo cambiando. Sarebbe imbarazzante incontrarci sulle scale. Magari è solo una vecchietta che si è rifatta gli occhi.
Continuo a guardare sperando che qualcuno si affacci anche solo per sbaglio.
Cerco insistentemente di allacciarmi questa stupida cravatta e proprio quando sto per farcela, una ragazza sbuca davanti alla mia visuale.
È giovane. Avrà la mia età ma la vedo solo di spalle. Quindi non sono sicuro. Il fisico è perfetto. È come nelle mia fantasie: un culo che sembra una pesca appena colta, e i jeans stretti migliorano il tutto; le cosce non sono secche ma abbondanti, mi piacerebbe afferrarle e sprofondarci le mani.
Il telefono che squilla è l'unica cosa a distrarmi. Leggo il nome sul display: Renjun.
Rispondo e la voce scocciata del mio amico riempie subito il mio orecchio.
"Hyuck, sei vivo o dobbiamo organizzare il funerale?"
"C-cosa scusa?"
"Ti muovi? Il tuo appuntamento è già qui. Chiudi PornHub e sali in auto"
"Chi lo dice che non stia guardando i porno in auto?"
"Dio... Non mi stupirebbe"
Chiudo la chiamata e mi infilo le scarpe.
Guardo un ultima volta fuori dalla finestra scoprendo che la ragazza non c'è più.
Diamine, desideravo guardarla in viso.
Esco di corsa dall'appartamento, chiudo e mi dirigo in macchina.

Quando arrivo al ristorante trovo subito la ragazza ad aspettarmi al tavolo. Il cameriere mi accompagna al mio appuntamento e solo ora noto che siamo vestiti praticamente uguali. Chissà se qualcuno mi scambierà come cameriere nel caso voglia alzarmi ed andare in bagno.
Appena mi fermo al tavolo, la ragazza si alza e fa un'inchino per presentarsi. Faccio lo stesso.
Ha un sorriso bellissimo. Il viso lo è ancora di più.
"Donghyuck- che bel nome"
Sorrido di rimando e la ringrazio.
"Anche il tuo non è male" le dico, peccato che non ricordi quale sia. Per tutto il viaggio di andata la mia testa era offuscata da quella ragazza dell'appartamento. Spero che non continui per tutta la serata se no mi ritroverò in situazioni imbarazzanti.
Ascoltala Donghyuck!!!
"Tu cosa prendi?" mi chiede con il menù in mano.
C'è così tanta roba che non so minimamente da dove iniziare.
"Un salmone alla griglia, credo..."
"Ottima scelta! Lo prendo anch'io"
E dopo aver dato le ordinazioni al cameriere, la ragazza davanti a me comincia a parlare, a farmi domande ed io continuo a pensare alla mia - probabile - vicina di casa. Dovrei scoprire a quale numero abita.
"Quindi studi? Lavori? Cosa fai?"
Prendo un sorso di vino per sopportare tutto questo. È carina ma non mi trasmette niente.
"Studio. Vado al College"
"Ah si?! Anch'io!!!"
Sembra così felice ed entusiasta. Io vorrei solo tornare a casa e stare davanti alla finestra per tutta la sera.
"Scusami, vado un attimo in bagno" annuisco sorridendo e quando si alza noto il suo esile corpo coperto solo da un vestito attillato. Posso vedere le ossa che escono dalla pelle.
Controllo il telefono e una miriade di messaggi dai miei amici occupano la schermata.

[Chenle]
« Hyung!! Come sta andando? Qui c'è anche Jisung. Facci sapere che siamo curiosi :) »

[Renjun]
« Non ti sei fatto buona pubblicità con il ritardo, meno male che ti trova bello »

[Jeno]
« È molto carina. Se tra voi due non succede niente ci provo io »

[Mark]
« Se vedo che visualizzi questo messaggio suppongo non stia andando alla grande »
« DONGHYUCK!! QUINDI È VERO?! Dovresti dirlo a Renjun. È lui che ha organizzato tutto (stranamente). Ultima cosa: Jaemin rivuole la sua felpa »

Spengo il telefono così da non avere distrazioni. Sì, l'appuntamento non sta andando bene, ma non è colpa sua. Insomma, il mio tipo ideale è completamente diverso. Questa ragazza troverà il suo principe azzurro che l'amerà a dovere, il quale non potrò essere io. Magari con Jeno avrà più chance.

L'appuntamento non è durato molto. Tempo di mangiare e pagare ed accompagnarla a casa. A quanto ho scoperto conosce Renjun ed è stato proprio lui a portarla al ristorante.
Parcheggio l'auto davanti al mio palazzo.
Chiamo Mark così da raccontargli la serata.
"Quindi non è andata in buca?"
"No, non è il mio tipo. Ad ogni battuta che facevo non rideva, pareva non cogliere il mio umorismo. Insomma, le facevo per sdrammatizzare la situazione perché ogni argomento che tirava fuori era fottutamente noioso. Sembra solo una ragazza che potrebbe seguirti ovunque tu vada"
Infilo le chiavi del portone della serratura e credo abbia fatto tanto rumore dato che Mark mi ha chiesto se sono arrivato a casa.
"Sì, ora mi butto nel letto e magari mi guardo un film"
Salgo le scale per arrivare al terzo piano e quando giro l'angolo il mio sguardo incrocia quello della nuova arrivata.
Non ho dubbi che sia lei. Ha gli stessi capelli mossi e neri. Invece dei jeans di prima, ha addosso un vestito attillato, e stranamente è lo stesso che aveva la ragazza dell'appuntamento; solo che alla vicina sta molto meglio: le segna tutte le sue splendide forme e il suo seno sembra che possa fuoriuscire da un momento all'altro. Potrei svenire.
Posso vederle anche il viso e ha delle labbra su cui potrei stendermici sopra e dormire sonni tranquilli.
Chiudo velocemente la chiamata con Mark e mi sposto da un lato per far passare la ragazza.
Lei mi sorride e mi saluta timidamente.
Io incantato mormoro un "ciao" e le sorrido di rimando.
Dio, quanto è bella.
Il suo profumo che lascia una scia per tutto il condominio.
Portami a casa e fammi tutto quello che vuoi.
La vedo andare via con la sua perfetta silhouette.
Non salgo le scale finché non esce dalla mia visuale.

PAINT ME, MON AMOUR ᴴᴬᴱᶜᴴᴬᴺWhere stories live. Discover now