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Il corridoio è pieno di studenti. Momentaneamente sono solo tra tutta questa gente: ho appena finito la penultima ora e nessuno dei miei amici segue il corso di matematica assieme a me.
I miei occhi vagano tra tutte le persone che mi passano affianco: la maggior parte mai visti in vita mia. Il collage non è come il liceo, non si fa amicizia con tutto l'istituto e ci si saluta nei corridoi per cortesia: pochi conoscono pochi. Quindi io ho il mio gruppetto e nessun altro. Magari avrò pure Jazmin tutta per me.
Mi chiedo cosa stia facendo in questo momento, mi chiedo quando inizierà il collage, ma soprattutto mi chiedo quando potrò percorrere ogni millimetro del suo corpo con i miei occhi, le mie labbra, le mie mani e la mia lingua.
Magari in questo momento sta pensando a me, a come potrei toccarla in ogni sua parte; e magari, dico magari, la sua mano si trova tra le sue gambe mentre io mi trovo nella sua testa.
Ritrovo me stesso a fantasticare ancora una volta sulla perfezione in persona qual è Jazmin e quasi quasi potrei saltare l'ultima ora e dirigermi immediatamente a casa e bussare alla sua porta.
Perché no...?
Faccio retro front per dirigermi verso l'uscita: nessuno si accorgerà della mia assenza.
A meno che...
"Donghyuck!"
Faccio un respiro profondo e ripeto a me stesso di non voltarmi e far finta di non aver sentito nessuno chiamarmi.
Vai avanti Donghyuck. La tua amata ti aspetta.
"Donghyuck!!" La voce continua e questa volta più forte.
Aumento la velocità.
Non m'importa chi si stia sgolando per attirare la mia attenzione: se uno dei miei amici, se una super gnocca, se un professore o il presidente in persona. Ho bisogno di vedere Jazmin. Cascasse il mondo.
Eppure questa persona riesce a raggiungermi.
"Ti stavo chiamando. Non mi hai sentito?" Chiede Jeno dopo avermi preso il polso per girarmi verso di lui.
Rispondo con una scusa, probabilmente poco plausibile, ma l'unica possibile.
"Scusa, non ti ho sentito. Avevo la testa tra le nuvole" Dico con un risata imbarazzata. Anzi, mi sento più a disagio che altro.
Jeno pare cascarci.
"Comunque volevo chiederti una cosa"
Quasi mi metto a ridere perché non ho mai visto Jeno così imbarazzato di chiedermi qualcosa. La sua voce è cambiata d'un tratto e sembra un cucciolo di cane indifeso ai miei occhi.
Gli faccio segno di andare avanti.
"Ho chiesto a Minha di uscire e-"
Jeno si ferma appena vede le mie pupille fare il giro delle orbite.
Non mi da fastidio che esca con lei. Assolutamente no.
Non voglio che le nostre conversazioni si concentrino su questa ragazza d'ora in avanti.
"Cosa c'è?"
"Niente, parla che devo andare"
Dico alzando le spalle e incrociando le braccia al petto. La mia pazienza ha un limite.
Jeno non mi sembra affatto convinto ma non ci do peso.
Jazmin dammi la forza.
"Dicevo... ho invitato Minha a cena e volevo chiederti qualche consiglio"
"Se avessi consigli da darti per portarti Minha a letto, adesso non saresti qui a chiedermelo"
"Lo so, volevo appunto dei consigli su come non sfigurare. Ad esempio... non devo arrivare in ritardo, giusto?"
"Ti manderò una lista" Gli do una pacca sulla spalla e gli faccio l'occhiolino per stare al gioco. Ma soprattutto perché non voglio perdere altro tempo a parlare di Minha.
Saluto Jeno e corro fuori dal campus per dirigermi verso il palazzo in cui si trova il mio appartamento.

Ho guidato velocemente cercando di non fare incidenti, ho salito le scale rischiando di inciampare procurandomi pure il fiatone. Questo e altro per lei.
Appena arrivo sul pianerottolo mi appoggio sulle mie stesse ginocchia con le mani cercando di riprendere fiato, per poi dirigermi verso la porta di Jazmin.
Alzo la mano per bussare ma qualcosa mi blocca.
E se non volesse vedermi? Ma no, abbiamo passato una bellissima serata insieme, perché non vorrebbe farlo? Forse perché non ha accennato ad alcun numero di telefono o ad alcun « Ci sentiamo ».
Oh, Donghyuck, si più coraggioso!
A dirla tutta io sono un ragazzo coraggioso: non mi faccio scrupoli a dire quello che penso, cosa noto e soprattutto a provarci con le ragazze. Non ho problemi ad esternare le mie emozioni. Ma con Jazmin è tutto diverso.
Lei mi fa pensare due volte, se non anche tre o quattro, prima di fare o dire qualsiasi cosa.
Sarà che ha tempestato i miei pensieri e i miei sogni dal primo giorno, ha fatto in modo di rendermi terribilmente affascinato, oserei dire ossessionato?, dal suo corpo perfetto e dal suo viso angelico.
Ce la posso fare.
Busso una volta ma non ricevo risposta.
Sarò stato troppo delicato?
Busso di nuovo un po' più forte e questa volta sento dei movimenti all'interno.
Sarà con qualcuno?
Oh mio dio... e se l'avessi colta in flagrante a fare sesso con il suo presunto fidanzato della foto? Bravo Donghyuck. Sai sempre come rendere imbarazzanti le situazioni.
La serratura viene sbloccata e sento i miei palmi farsi più sudati di quanto non lo fossero già prima.
Il mio stomaco si sta contorcendo.
Il cuore potrebbe esplodere.
Ma che mi prende?
La porta viene aperta lentamente mostrando la ragazza in tutta la sua bellezza.
"Oh! Ehi! Come va?"
Il suo viso sembra illuminato alla mia vista ma noto che ha il fiato corto. Mi chiedo il motivo.
"Disturbo?" Chiedo con un filo di voce come se avessi davanti un mostro a tre teste pronto a sbranarmi.
"No, figurati! Hai bisogno di qualcosa?"
Ecco la domanda che più mi affligge. Devo prenderla come « Siamo solo vicini di casa quindi non ci saranno altro che favori e saluti cordiali »?
"In realta mi chiedevo se fossi libera... n-non so... per fare qualcosa... parlare..."
Non perdere le speranze Donghyuck!
"Certo! Dammi solo un secondo, ok?"
Annuisco e subito la porta mi viene chiusa in faccia.
Aspetto che venga aperta di nuovo e nel mentre sento altro trambusto: come se stesse ritirando qualcosa in fretta e furia.
Tesoro, non hai bisogno di nascondermi niente.
"Vieni, entra pure"
Dice aprendo la porta una seconda volta.
Inizio a guardarmi attorno per scovare qualche indizio come se fossi il suo fidanzato storico e avessi dei dubbi su un possibile tradimento.
"Vuoi del té?" Mi chiede con un sorriso che potrebbe sciogliermi da un momento all'altro.
Rispondo di sì e Jazmin mi fa accomodare su una delle sedie attorno al tavolo.
"Pensavo che le lezioni finissero tra un oretta"
Scommetto di avere un'espressione sconvolta in questo momento. Altro che fidanzato tradito: quello di cui non ci si può fidare potrei essere io in questa storia.
"Beh- ero stanco quindi ho pensato di... ma tu come lo sai?"
Balbetto un poco perché davanti a lei non sono capace di stare tranquillo.
"Mi hanno consegnato il programma"
Risponde lei prendendo le bustine di té da uno dei suoi scaffali. Meno male che è girata di spalle e non può vedermi.
Nessuno dei due dice altro sull'argomento e dato che non voglio che ci sia silenzio tra noi, dico l'unica cosa che potrebbe accomunarci in questi giorni.
"Posso vederlo? Magari abbiamo delle lezioni in comune e posso farti da tutor in qualche modo"

PAINT ME, MON AMOUR ᴴᴬᴱᶜᴴᴬᴺWhere stories live. Discover now