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Changbin ft. Bang Chan - Stray Kids  'Streetlight' 3:20

Ship: Changlix

Teme: Drama

Sotto richiesta di: il mio vicino 60enne

{Buona lettura!}

Ultimamente Changbin si sentiva come... no non come qualcuno. Neanche sentiva un sentimento dentro di sé... si sentiva come una luce.

Esatto, una luce. Come quella dei lampioni che la notte coprivano la città lombarda, Bergamo, in cui vive da una vita assieme a Felix, il suo dolce ragazzo. Ma tornando al presente, il giovane universitario si sentiva seriamente come la fioca luce di un lampione, quella fioca luce che aveva il terrore di spegnersi e lasciare un pezzo di strada al buio perché non c'era nessuno che sarebbe stato capace di curarsi di essa e cambiare la sua luce, facendola tornare a splendere ed illuminare.

Si potrebbe dire che è troppo drammatico, insomma ha un dolce fidanzato, che vuole ancora?

Niente, solo il suo ragazzo al suo fianco. Ma non pareva che a Dio piacesse l'idea di farli stare assieme in pace.

Il giovane bergamasco dalle origini coreane finalmente raggiunse il suo appartamento, aprendo la porta e poggiando la sua borsa all'ingresso, prendendo dalla panca all'ingresso la cena che aveva fatto per il minore, che in quel periodo era stato ricoverato in ospedale.

Sospirò chiudendo la porta e stringendo a sé la sua sciarpa e la cena in scatola che aveva fatto per il biondino. Con lentezza scese nuovamente le scale uscendo dal complesso in cui abita.

La strada per l' ospedale di Don Orione non era troppa, anzi in poco tempo era quasi arrivato all'ingresso. Per strada non c'era anima viva che potesse dare al giovane un senso di conforto, solo lui, la cena di Felix e i lampioni che illuminavano la strada ricolma di ciottoli.

-Mi spieghi dove cazzo vai?- una voce lo risvegliò dal suo osservare i lampioni all'ingresso dell'ospedale, mentre una figura si avvicinava a lui.

-Hyunjin, puoi non rompermi il cazzo almeno durante la tua pausa?- lo salutò sarcastico, trascinandolo in un abbraccio fraterno che l'altro ricambiò senza troppi giri di parole.

-La cena è per Lix?- domandò il più alto dopo essersi staccato, indicando la ciotola dentro la borsa, alla quale l'altro annuì.

-Entra su, morirai di freddo qua fuori.- lo spinse verso l'ingresso che aprì le porte automatiche, lasciando il passaggio al ragazzo.

L'aria calda dell'ospedale colpì in pieni viso Changbin, che respirando l'odore di disinfettante e pavimento pulito si diresse all'ascensore.

Il piano era il numero 3, stanza 20 nella quale Felix riposava, o almeno Changbin sperava che riposasse. La voce registrata dell'ascensore che riferiva il suo arrivo al terzo piano lo risvegliò dal turbine di pensieri in cui era finito, facendolo uscire.

Avvistò la solita ragazza con il velo, Salma, alla reception, che con un sorriso lo salutò, dandogli il consenso di entrare a visitare il minore.

Con lentezza spinse la porta della stanza che lo divideva dal ragazzo minore, potendo finalmente vederlo. E come al solito, la luce era accesa.

Era lì sdraiato con i lunghi fili biondi a coprire il suo viso, per poi riversarsi sul cuscino bianco candido. Gli occhi solitamente di un marrone caramello chiusi facendo coincidere le ciglia lunghe. Era raggomitolato come al suo solito su un fianco, con la coperta a coprirlo.

Alcuni fili erano collegati al suo braccio, proseguendo a collegarsi ad una macchina conteggiatrice di battiti e pressione.

[non so come spiegarla però mi avete capita]

One⁑shotsOnde histórias criam vida. Descubra agora