VI - Tu, però, potresti aver bisogno del mio aiuto

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Aveva finalmente capito. E, in quel momento, era davanti alla biblioteca, sperando di non essersi sbagliata. E, tempo neanche un minuto di esitazione, entrò nella grande sala senza un minimo di timore in volto.
Tutta la sua ostentata sicurezza si sfracellò quando vide il Corvonero lì, in piedi, vicino a un tavolo un po' appartato.
- Hai capito- ripeté, facendole cenno di avvicinarsi.
- Ripeto. Perché quest'assurda commedia?- domandò, avvicinandosi. Solo a quel punto il Corvonero si sedette, imitandola.
- Avrai molte domande, immagino- ribattè invece lui, osservandola annuire. Effettivamente, era da quando l'aveva incontrato che i dubbi continuavano ad assillarla.
- Chi sei?
- Earl McMillan- rispose, e subito Annie capì perché il suo viso le era sembrato familiare: Ernest McMillan, un Tassorosso purosangue del loro anno.
- Sei parente di Ernest McMillan?- domandò quindi e lui annuì, con un mezzo sorriso.
- È mio fratello. Gemello, per la precisione. Ma temo di non essergli proprio simpatico, ecco.
- Perché?- domandò lei, stupita, ma lui scosse il capo.
- Non ho detto che avrei risposto a tutte le tue domande, Black- commentò e Annie pensò di star cominciando a capire perché Ernest non parlasse mai di un fratello. Era davvero contorto quel ragazzo.
- Comunque... cosa intendevi, prima, quando dicevi che avevi delle risposte a delle mie domande? È per questo che mi hai fatta venire qui?- e lui annuì, accennando a dei libri sul tavolo.
- So che ti sei interessata agli Horcrux- cominciò e Annie si chiese se per caso non l'avesse spiata. Lui parve capirlo, perché scoppiò a ridere, guadagnandosi un'occhiataccia da parte della bibliotecaria. Non c'era nessun'altro là dentro che potesse riprenderlo.
- Non ti spio, stai tranquilla, Black...
- Annie- lo interruppe lei - Il mio nome è Annie- si presentò, capendo che lui sapeva soltanto il suo cognome.
- Piacere- disse lui, porgendole la mano con un sorriso - Comunque. Semplicemente, l'amico di Ernie, Justin, era finito in infermeria, l'anno scorso- si tenne sul vago, senza nominare né il Basilisco né nient'altro di spiacevole e Annie gliene fu grata - E... sì, insomma, ha sentito tutto. E ha detto tutto a Ernie. No, Ann non sa niente- "Habbot" pensò Annie, per capire a chi si riferisse - E Ernie ha detto tutto a me, sperando che gli suggerissi una sololuzione- il giovane scosse il capo, ma continuò a parlare - Non erano fatti suoi e non gli ho risposto. Tu, però, potresti aver bisogno del mio aiuto.
E a quel punto, l'orgoglio di Annie, che si era sentito ridicolizzato e preso in giro per i due giorni precedenti, esplose.
- E cosa dovrei mai chiedere a un brorioso Corvonero, sentiamo?- sbottò, incrociando le braccia. Lui sorrise appena, con l'unico risultato di farla infuriare di più, ma lei fu svelta a nascondere il furore.
- Dei libri. E qualche consiglio- rispose lui, pacato - Tranquilla, non voglio sembrare sgarbato o invadente.
- Beh, invadente lo sei di sicuro. Hai mai pensato, prima d'ora, di fare il ladro? Sai, svelto come sei nel mettere le mani nelle borse delle persone, saresti proprio abile- e il sorriso del giovane si ampliò. Annie non sapeva bene perché, ma la scoperta che Earl era il fratello, non dichiarato, di Ernest McMillan non l'aveva stupita più di tanto. Aveva sempre sospettato che il Tassorosso nascondesse qualcosa e finalmente aveva scoperto cosa.
- Onestamente no. E comunque- continuò, facendo passare una mano sui molti volumi sul tavolo- sono questi.
Annie si avvicinò ai libri, osservandoli uno a uno.
- Perché lo fai?- domandò, senza spostare lo sguardo dai titoli. Erano stati presi dal Reparto Proibito, ne era certa. Ma allora perché erano lì fuori? E come aveva fatto Earl ad entrare e uscire senza suscitare le ire della bibliotecaria? Con un permesso? E soprattutto, perché la aiutava?
- L'anno scorso- iniziò lui - l'anno scorso quell'essere terrorizzava la scuola e pietrificava i figli dei Babbani e i Mezzosangue, ma non i Purosangue. Tranne te. Voglio sapere perché non ha attaccato anche me ed Ernie, perché non gli altri. Lui era interessato a te, Annie, non a noi. A te. Quell'essere aveva cercato te. Dopo non ci sono state altre pietrificazioni. Cioè...- ma si interruppe e stette zitto.
- D'accordo. Ho una cosa che probabilmente interessava al Basilisco, contento ora?- e Earl annuì, cominciando a sbirciare i libri con lei.
- Prometti di non dire a nessuno che sono il fratello di Ernie?- chiese d'un tratto, mentre stavano leggendo ognuno un libro diverso. Tutti, però, sullo stesso argomento. Horcrux.
- Perché? Sai che è molto strano che tu non voglia rivelare la tua parentela con il Tassorosso?- domandò, improvvisamente diffidente.
- Certo. Solo, vorrei rispettare il volere di mio fratello. Credimi, Annie. Se vuoi, controlla tu stessa- Annie si irrigidì, guardandolo confusa, prima di tornare a leggere il libro fingendo indifferenza - Puoi leggermi nella mente. So che non l'hai mai fatto, fin ora. Se vuoi, puoi.
- Perché pensi che possa farlo? È un incantesimo molto avanzato, che solo pochi maghi padroneggiano davvero- provò a dire, ma l'occhiata divertita del mago la fece zittire subito.
- Sappiamo entrambi che non ti serve alcun incantesimo.
- E tu come lo sai?- borbottò lei, cercando di non essere sentita dalla bibliotecaria. Quel ragazzo stava diventando alquanto inquietante.
- Che sei una Legilimens? Era solo un'ipotesi. Mi hai risposto tu ora. Non ti cruciare troppo, Annie- provò a rassicurarla, mentre lei si dava della stupida da sola. Quel ragazzo la stava decisamente fregando - E poi, giù a Serpeverde dicono che lo fosse ancora tuo padre- e a quel punto Annie non ci vide più.
- Cosa c'entra Regulus con tutto questo?- domandò, alzandosi in piedi di scatto, subito zittita dalla bibliotecaria, che ignorò.
- Non lo chiami semplicemente papà?- indagò curioso, ma Annie non gli rispose.
- Come fai a sapere cosa dicono a Serpeverde?- domandò poi, osservandolo e diventando sempre più guardinga.
- Ecco, bisogna sapersi muovere nel castello se si vuole mantenere un po' di autonomia- rispose lui, con un sorriso colpevole. Eppure, non sembrava affatto qualcuno che strisciasse nell'ombra. Sembrava semplicemente disinteressato.
- Che intendi con "autonomia"?- domandò lei, sempre più diffidente. "Autonomia di spiare la gente?".
- Non intendo schierarmi- spiegò lui, appoggiandosi allo schienale della sedia.
- Cosa?
- Nella divisione fra case. Non ha senso. È una scuola unica, no? Perché dividerci così tanto? Cioè, non mi fraintendere, sono felice quando Corvonero vince una coppa o guadagna punti, ma non ha senso scannarsi a vicenda. Anche perché ci siete voi altri a pensarci e vi riesce così bene- spiegò, con un mezzo sorriso sarcastico. Dopotutto, Grifondoro e Serpeverde litigavano sempre, tutto il tempo, per quella stupida coppa. Lui non ci aveva mai badato. Non faceva perdere punti alla sua casa di proposito, quello no, ma non si affannava nemmeno nel Quidditch per vincere la Coppa o ad ingraziarsi i professori per guadagnare più punti.
Earl gettò un'occhiata all'orologio che portava al polso e strabuzzò i brillanti occhi color del cielo.
- Scusa, devo scappare. Se hai bisogno di qualcosa ti basterà cercare il Tasso- e scomparve oltre la porta della biblioteca, lasciando Annie ancora più confusa di quanto non fosse prima.

La figlia di Regulus Black - HogsmeadDove le storie prendono vita. Scoprilo ora